Il sodalizio culturale, nato nel 2003, si occupa di mantenere vivo il legame dei Greci con Messina, risalente agli albori della città, attraverso il recupero delle tradizioni e della memoria
La presenza dei Greci nella città dello Stretto affonda le sue radici in un passato antichissimo. Intorno alla metà dell’VIII secolo a.C., quando cioè fu fondata la città di Zancle, ritenuta la colonia greca più antica di tutta l’Isola, una comunità ellenica si è insediata sul territorio per poi radicarvisi, secolo dopo secolo, in maniera forte e ininterrotta. Talvolta fiorente e prosperosa, talvolta appesa ad un filo sottilissimo, la presenza dell’insediamento greco a Messina ha rappresentato una importante luce di cultura che ha rischiarato la città anche nei suoi momenti più bui. Riprendere il solco della prestigiosa e antichissima identità che la connota si è qualificato allora come un proposito irrinunciabile per i Greci ancora presenti in città, eredi di una tradizione illustre, non soltanto dal punto di vista culturale, ma soprattutto umano. Sulla base di questi presupposti ha visto la luce nel 2003 la Comunità Ellenica dello Stretto. Sono circa 150 i membri che vi appartengono, tutti di origine ellenica residenti stabilmente o provvisoriamente nelle province di Messina per l’appunto, Reggio Calabria, Vibo Valentia, Catanzaro e Crotone.
Nella sua ampia compagine umana si registrano tre nuclei formativi: il primo ceppo è rappresentato dalle poche famiglie sopravvissute all’evento del cataclisma del 1908, come i Pallios (Παλλιός), i Kondaxìs (Κονταξής), gli Stathopoulos (Σταθόπουλος) e i Trombetta, di cui ci eravamo precedentemente occupati (https://www.tempostretto.it/news/cultura-greci-messina-terremoto-legame-ancora-vivo-memoria.html). Il secondo nucleo risale all’immediato dopoguerra. Grazie infatti ai cosiddetti “matrimoni di guerra”, l’insediamento greco aumentò sensibilmente dopo il termine del II conflitto Mondiale. Al terzo nucleo invece appartengono i cosiddetti “studenti greci”, alcuni dei quali non hanno più fatto ritorno in patria, stabilendosi qui e mettendo su famiglia proprio nella città dello Stretto e in alcune zone della dirimpettaia Calabria. L’Associazione ha sede a Messina in un appartamento di Viale S. Martino 273 e, per statuto, si configura come apolitica, apartitica, aconfessionale e non persegue fini lucrativi. Nota per il proprio dinamismo e l’effervescente vitalità intellettuale che la anima, la Comunità Ellenica dello Stretto opera su diversi settori della cultura. Riprendendo la tradizione della comunità greca pre-terremoto, il sodalizio si occupa di diffondere l’insegnamento della lingua greca dentro e fuori dalle mura scolastiche, ma sono presenti anche corsi di iconografia bizantina di carattere annuale svolti a partire da sei anni a questa parte, proseguendo poi con incontri e convegni di vario genere o presentazioni di libri. “La Comunità si pone come un soggetto sociale attivo nella vita culturale della Città”, constata orgogliosamente il suo Presidente, il Professore Daniele Macris.
Ma l’attività dell’associazione sono state senz’altro potenziate da una risposta positiva delle Istituzioni alle istanze di riconoscimento della realtà greca presente sul territorio peloritano. Con delibera del Consiglio Provinciale di Messina n. 44 del 10/02/2012 infatti, in applicazione delle disposizioni di tutela delle minoranze linguistiche previste dalla legge n. 482 del 15/12/1999, Messina è stata riconosciuta come “comune di minoranza linguistica greca” (Δήμος Ελληνικής Μειονότητας). In occasione dell’assemblea svoltasi il 19 gennaio scorso, sono state rinnovate le cariche sociali e ridefinito lo schema dei componenti del consiglio direttivo, composto oltre che dal presidente Daniele Macris, da Athanasis Liossis, Giuseppe Carbone, Filippo Cucinotta, Esmeralda Pagano, Cristina Provenzano, Giorgio Barone, Dimitris Tziritis, Pandellis Mestousis e Giovanni Amante.
Anche per quanto riguarda la spiritualità, la comunità greca risulta particolarmente attiva, professando la religione cristiana sia di rito greco che ortodosso; non è un caso che l’arcivescovo di Messina detenga ancora il titolo di Archimandrita del Santissimo Salvatore. I loro luoghi di culto sono, rispettivamente, la Chiesa della Madonna Sumelà di San Giacomo Apostolo, ubicata nei locali dell’attuale Provveditorato agli Studi e precisamente nella Cappella dell’ex Brefotrofio per i fedeli ortodossi, mentre dal 2012 i greco-cattolici fanno riferimento alla Chiesa dei Santi Cosma e Damiano, nuova sede della Parrocchia di Santa Maria del Graffeo. Un tempo, precisamente nel 1418, a Messina vi erano ben 50 chiese di rito greco rette soltanto da 9 ministranti. Nel 1484 invece un documento, la bolla apostolica di Papa Innocenzo VIII elencava 28 edifici religiosi di rito greco, mentre nel 1783, tre secoli dopo se ne contavano ancora almeno una ventina. In seguito fu una legge, la legge del Regno d’Italia n. 3942 del 13 luglio 1877 a fare diventare norme di diritto positivo i diritti delle chiese greche di Messina. All’epoca il legame della città dello Stretto era fittissimo, come dimostrano gli stretti contatti con la società ellenica di Napoli. La comunità greca, che teneva il suo tradizionale ritrovo proprio al Caffè Greco di Via Garibaldi, aveva espresso anche un sindaco, il banchiere Mauromati.
Tradizione annuale della Comunità Ellenica dello Stretto è bandire il “Premio Bisbikis”, conferito in memoria dell’eroe Dimitris Bisbikis, nato nel 1823 e caduto eroicamente durante i moti del ’48. Fu sepolto nella Chiesa di San Nicola dei Greci con ogni onore. Dal punto di vista associazionistico, la Comunità fa parte della Federazione delle Comunità Elleniche d’Italia e intrattiene continui rapporti diplomatici con personalità del mondo greco sia in patria che nella diaspora: sono soci onorari del sodalizio gli onorevoli Gavriil Avramidis e Chrisoula Katsavrià e l’imprenditore Ivan Savvidis, presidente del Paok Football Club. Il legame dei Greci, di tutto il mondo greco e di quanto alla sua sfera attiene a partire dagli albori, con Messina, rappresenta per la nostra città un arricchimento importante, un esempio di umanità e una prova di resistenza tanto fisica quanto spirituale e culturale, messa alla prova da eventi catastrofici come si è visto, ma alla fine sempre vincente. Alla Comunità Ellenica dello Stretto va il merito di aver evitato e di continuare ad evitare, con il suo fervido dinamismo culturale, un’ingiusta e immeritata condanna all’oblio della tradizione greca a Messina.
Vittorio Lorenzo Tumeo