Micidiale il mix tra aumento dei costi, prezzi sottocosto e carenza di materie prime. Invocata la rimodulazione 25ennale dei debiti delle imprese di settore
REGGIO CALABRIA – Va allo sprofondo la situazione delle aziende agricole calabresi. Un «bollettino di guerra quotidiano», per dirla col presidente regionale di Coldiretti Franco Aceto, a causa delle imprese di settore che quotidianamente chiudono i battenti.
I costi salgono. Le materie prime scarseggiano
«Allo spropositato aumento dei costi di produzione saliti oltre ogni immaginazione e con un trend di crescita settimana dopo settimana, si aggiunge lo spettro dietro l’angolo della mancanza di materie prime necessarie per l’alimentazione zootecnica: l’Ungheria – spiega Aceto – dal 5 marzo ha bloccato l’esportazione di produzioni cerealicole, dall’Ucraina non si riesce a garantire alcuna sicurezza di carico dai porti, la Russia ha sospeso l’esportazione di concimi». Situazione anche peggiorata, in definitiva, rispetto a quella denunciata a Reggio Calabria e in altre piazze calabresi solo di recente.
Le aziende agricole rimangono, intanto, «costrette a vendere sotto i costi di produzione. Faccio un esempio che vale per tutti: 1 litro di latte all’allevatore viene pagato 0,42 €; per produrlo, a seguito anche dei rincari delle ultime 2 settimane, ne spende 0,54», osserva il presidente regionale di Coldiretti.
«Clima di guerra, fallimenti dietro l’angolo»
Ecco perché siamo davanti a tantissime aziende a conduzione familiare in ginocchio, a numerose aziende più strutturate costrette a privarsi dei propri addetti. «Un clima di guerra che stiamo combattendo ad armi impari, un boomerang micidiale, che nel combinato disposto tra Covid e guerra in Ucraina – fa notare ancora Franco Aceto – sta scaricando ulteriori risultati negativi sulle aziende agricole, incrinando anche i rapporti con gli istituti di credito, non solo compromettendo le valutazioni sul merito creditizio, ma aumentando enormemente il numero delle insolvenze. Occorre – continua – mettere in sicurezza le imprese agricole altrimenti si passerà dall’economia reale ai tribunali».
Pressing per la rimodulazione 25ennale dei debiti
Puntellare la difficilissima sopravvivenza delle aziende di settore contribuirebbe, invece, a «evitare che la nostra Regione e il nostro Paese diventino ancora più dipendenti dalle forniture estere. Ci rivolgiamo direttamente al Presidente Occhiuto – così i vertici calabresi di Coldiretti – affinché “ad ogni costo” acceleri il varo del condiviso provvedimento regionale per la ristrutturazione finanziaria dei debiti, dando la possibilità alle aziende di rimodulare l’esposizione debitoria con un finanziamento di durata pari a 25 anni e con un preammortamento di minimo 3 anni.
Questo, anche considerando la drammatica «perdita di competitività» alle porte, «che poi diventerà quasi impossibile riagguantare» se si tarda anche soltanto qualche altro mese.