La cultura del mare con apnea e pesca: "Vogliamo che ogni sub torni a casa"

La cultura del mare con apnea e pesca: “Vogliamo che ogni sub torni a casa”

Giuseppe Fontana

La cultura del mare con apnea e pesca: “Vogliamo che ogni sub torni a casa”

mercoledì 29 Maggio 2024 - 13:15

L'associazione Asd Cacciatori Subacquei, reduce dal successo ai campionato regionali di Apnea Indoor, ha spiegato gli obiettivi: "Sport, sicurezza e ambiente"

MESSINA – Il successo al campionato regionale di apnea indoor è soltanto la punta dell’iceberg dell’attività svolta dalla Asd Cacciatori Subacquei Messina, che oggi ha partecipato alla seduta della quinta commissione consiliare presieduta da Raimondo Mortelliti. E infatti oltre che dei risultati sportivi si è parlato della cultura del male, dell’educazione alle immersioni in sicurezza, con l’obiettivo di “far tornare a casa” ogni sub.

Rungo: “Collaboriamo anche per la pulizia dei fondali”

Di questo ha parlato il presidente Micio Rungo, parlando dell’attività dell’associazione di cui è il vertice: “Tutto è partito nel 2021 dopo un incidente in cui un nostro caro amico non è tornato a casa dopo una battuta di pesca. Abbiamo deciso che per evitare altri casi simili dovevamo incentivare la cultura del mare. Abbiamo avuto notevoli risultati. Nasciamo come cacciatori subacquei, ma è una provocazione: scendiamo in acqua con un’arma in mano, ma abbiamo la facoltà di non procedere con le catture. La pesca sportiva si esegue in apnea. La nostra società è proiettata anche sul nazionale, collaboriamo a iniziative ambientali con la pulizia dei fondali, insieme ad ambientalisti o alla capitaneria di porto. Abbiamo anche un rapporto eccellente con Unime che ci permette di allenarci nella piscina. Ora stiamo iniziando un lavoro di divulgazione nelle scuole per parlare ai minorenni dell’educazione al mare, non è solo un aspetto tecnico. Vogliamo formare anziani apneisti, cioè che abbiano una carriera molto lunga”.

Lanzafame: “Sport pericoloso, serve educare”

Il vicepresidente Pietro Lanzafame ha poi aggiunto: “Questo sport può diventare pericoloso se fatto senza competenze e sicurezza. Noi vogliamo che i subacquei abbiano la capacità di tornare a casa. A questo si associa la formazione e l’associazione è riconosciuta dal Coni e dal Cip, con attività certificate”.

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