La Dinastia mafiosa a Barcellona, 14 condanne

La Dinastia mafiosa a Barcellona, 14 condanne

Alessandra Serio

La Dinastia mafiosa a Barcellona, 14 condanne

sabato 16 Novembre 2024 - 12:53

Gli affari nella droga delle nuove leve del clan di Barcellona, tutte le condanne al processo Dinastia

Sono 14 condanne anche in appello per l’operazione Dinastia, l’indagine anti mafia che ha ricostruito l’ascesa dei rampolli del clan di Barcellona. Si tratta in questo caso della tranche processuale che vede imputati tanti protagonisti degli affari svelati dalla Dda, soprattutto i traffici di droga tra Messina, il Longano e l’hinterland.

La Corte d’Appello di Messina (presidente Giacobello) ieri sera ha confermato le responsabilità di tutti gli  imputati condannati nel luglio 2022 rivedendo le pene al ribasso per 9 di loro, concedendo le attenuanti generiche.

La sentenza

Condanne più basse, quindi, per: l’ex carabiniere Francesco Anania, 13 anni e 4 mesi; Lucia Bilardo un anno (pena sospesa); Pietro Bonfiglio e Vincenzo Gullotti (figlio dello storico capo mafia Giuseppe), 3 anni; Fabio Crea e Carmelo Draicchio, 2 anni e 8 mesi; 12 anni per Carmelo Mazzù 12 anni, 4 anni e 5 mesi per Antonino Signorello. Sì alla pena concordata, a 8 anni e 4 mesi, per Giovanni Fiore, ritenuto il referente del clan catanese dei Laudani e accusato di aver ordinato l’incendio alla nave “Eolo d’Oro”.
Per altri cinque imputati è conferma piena: 10 anni e mezzo per Pietro Caliri, 9 anni e 4 mesi per Salvatore Bucolo, 8 anni e 4 mesi per Andrea Villini, 2 anni per Francesco Ianniello e Samuele Marino.

Il sequestro a Francesco Doddo

Venerdì scorso i Carabinieri hanno sequestrato beni e denari per 170 mila euro circa a un altro imputato, lo spacciatore di Milazzo Francesco Doddo, dopo la condanna definitiva a 22 anni di carcere.

La retata contro le nuove lege della Dinastia mafiosa

La retata dei Carabinieri è scattata nel 2020 ed ha documentato l’intenso giro di droga, ma anche le estorsioni a tappetto, gestite dalle nuove leve della “dinastia” mafiosa di Barcellona, che aveva rapporti anche gli spacciatori di Giostra, a Messina e che utilizzava anche i canali dei social per piazzare le dosi e raggiungere giovanissimi clienti (leggi qui LO SPACCIO 2.0)

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