A tre nomi già coinvolti nell'operazione antidroga Piramide la procura di Messina contesta i rifornimenti di cocaina a Camaro
C’è anche la Procura di Messina a lavoro sul gruppo di pusher di Patti che spacciava anche ai ragazzini delle scuole, scoperti con l’operazione Piramide.
I carabinieri, infatti, avevano documentato anche le trasferte per rifornirsi di droga a Messina. E proprio per quelle trasferte ad Alessandro D’Amico (25 anni) e Rosario Lo Presti (22) sono arrivate le nuove accuse. Oggi i carabinieri del Comando Provinciale gli hanno notificato una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Coinvolto anche il 20enne Agostino Antonio Sangiorgio, che ha invece l’obbligo di dimora. Per i tre l’accusa è di traffico e detenzione di sostanze stupefacenti in concorso.
In particolare, nel corso delle indagini, i carabinieri della Sezione Operativa di Patti avevano accertato che il 3 maggio 2019, Lo Presti e D’Amico, insieme ad un terzo ragazzo, all’epoca dei fatti minorenni, si erano recati a Messina per approvvigionarsi di stupefacente. Era stato scelto quel giorno perché pioveva in maniera violenta, e i tre ritenevano perciò meno probabile un posti di blocco delle forze dell’Ordine. Non sapevano di avere una cimice in auto, che ha registrato le loro conversazioni sul prezzo e il peso dello stupefacente.
I tre si sono riforniti di cocaina a Camaro, nel pomeriggio, e durante il tragitto di ritorno, temendo un controllo, erano usciti al casello di Falcone. Sono però incappati in un controllo dei Carabinieri all’ingresso dell’abitato di Patti. Quando i militari li hanno fermati e perquisiti sono però risultati puliti. Le intercettazioni hanno poi svelato che Lo Presi aveva ingerito la coca. Nei concitati dialoghi, infatti, si diceva seriamente preoccupato perché aveva ingerito “due palle tante”.
Il 30 maggio successivo i carabinieri hanno invece fermato D’Amico e il minorenne con due involucri, uno contenente cocaina e l’altro marijuana che il più giovane, insieme a Lo Presti, aveva acquistato a Messina poco prima, ancora una volta a Camaro. Lo stupefacente era stato trasportato a Patti mediante una staffetta effettuata con due diverse autovetture e con la partecipazione del Sangiorgio.
Firmando l’ordinanza cautelare che ha portato al blitz Piramide, il giudice per le indagini preliminari di Patti ha trasmesso gli atti che riguardano questi due ipotesi al collega di Messina, perché di sua competenza territoriale. Ai tre sono quindi stati notificati oggi i provvedimenti cautelari siglati dal giudice messinese, che vanno ad aggiungersi alle accuse già formalizzate dalla Procura di Patti.