La guerra legale del ponte, l'udienza rinviata all'8 novembre

La guerra legale del ponte, l’udienza rinviata all’8 novembre

Marco Olivieri

La guerra legale del ponte, l’udienza rinviata all’8 novembre

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sabato 28 Settembre 2024 - 10:19

104 firmatari contro 140, con la cosiddetta “class action” a Roma nei confronti della Stretto di Messina

MESSINA – La cosiddetta “class action” contro la realizzazione del ponte sullo Stretto. 104 firmatari dell’azione inibitoria contro la Stretto di Messina. Dall’altra parte, 140 cittadini contrastano quest’azione giudiziaria. Inzialmente prevista a Roma ieri, l’udienza davanti al Tribunale delle imprese è stata rinviata all’8 novembre. Una vera e propria guerra legale con al centro l’infrastruttura più discussa.

“Il collegio difensivo degli intervenuti era pronto a discutere la causa nell’interesse dei loro assistiti ma, per un inadempimento processuale dei ricorrenti, il Tribunale ha dovuto rinviare la causa. In particolare, i ricorrenti non hanno provveduto a effettuare la necessaria notifica del ricorso al pubblico ministero”, fanno sapere gli avvocati dei cittadini pro ponte Fernando Rizzo, Andrea Vadalà e Gianni Toscano.

Le ragioni dei no ponte: “Si faccia chiarezza su errori e omissioni”

Scrive invece il comitato Noponte Capo Peloro: “Cosa chiedono e si aspettano i 104 firmatari dell’azione inibitoria contro la Stretto di Messina (rappresentati e difesi dagli avvocati Aurora Notarianni, Giuseppe Vitarelli, Antonino De Luca, Maria Grazia Fedele) a nome di migliaia e migliaia di cittadini? Semplicemente che finalmente un soggetto terzo, in questo caso il Tribunale di Roma, possa esprimersi sulla correttezza delle azioni fin qui poste in essere dal governo e dalla società pubblica Stretto di Messina per realizzare il ponte sullo Stretto di Messina. Per questo il comitato Noponte Capo Peloro e tutto il fronte noponte aspetta con fiducia che soggetti terzi, la magistratura e la commissione Via Vas, si esprimano sui tanti errori e sulle omissioni che caratterizzano le procedure seguite per l’approvazione del progetto definitivo del ponte sullo Stretto, come abbiamo cercato di provare con i numerosi allegati alla “class action” depositati al Tribunale di Roma e con le oltre 500 pagine di contro-osservazioni presentate alla Commissione Via Vas, destinate ad aumentare, viste le risposte presentate dalla Stretto di Messina il 12 settembre scorso alle 239 osservazioni della commissione”.
E ancora: “Siamo convinti delle nostre ragioni, ulteriormente confortati dalla lettura degli atti della Stretto di Messina e dei 140 cittadini. Atti da cui traspare più la preoccupazione di dimostrare la non legittimazione dei ricorrenti a svolgere l’azioni inibitoria rivolgendosi al Tribunale ordinario, piuttosto che impegnarsi ad argomentare adeguatamente e nel merito le importanti questioni scientifiche, normative e costituzionali sollevate. Sarà comunque il giudice a decidere sull’azione inibitoria. Una delle varie azioni giudiziarie che i noponte hanno attivato contro l’inutile, costoso e dannoso ponte sullo Stretto”.

I legali dei cittadini pro ponte: “Pari dignità ai cittadini meridionali”

Sostengono invece i legali dei cittadini a favore della grande opera: “Il ponte sullo Stretto, al contrario di quanto sostenuto dalle controparti, non solo non determinerà, studi alla mano, gli asseriti pregiudizi ai diritti fondamentali dell’ordinamento, ma costituirà piena attuazione dei principi costituzionali sanciti dagli artt. 3, 4, 32, 35 e 119 Costituzionali. Ovvero: pari condizioni e dignità dei cittadini meridionali allo sviluppo economico, alla coesione sociale, alla mobilità sostenibile, alla riduzione dei costi di trasporto per merci e passeggeri, alla tutela della salute pubblica pregiudicata dalle emissioni di gas nocivi e climalteranti. Nonché attuazione dei principi eurocomunitari dei trattati della Ue e dei Regolamenti in materia di trasporti sostenibili, attraverso corridoi europei tesi ad eliminare gli svantaggi dell’insularità e l’emigrazione di cittadini ed imprese”.



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