Reggono le condanne per la banda del clan, arrestata dai Carabinieri dopo le dichiarazioni di uno di loro, pentito
MESSINA – Condanne confermate per la banda dei barcellonesi arrestati nel 2015 per il racket a Milazzo, ai danni di discoteche e compagnie di traghettamento, accusati dopo il pentimento di uno dei “compari” in rapine ed estorsioni.
La sentenza è della Corte d’Appello di Messina: 7 anni e 8 mesi di reclusione per Santino Benvegna, 5 anni e 4 mesi per Carmelo Cannistrà, che incassano assoluzioni parziali; condanna confermata integralmente a 2 anni per Salvatore Chiofalo. Erano accusati, a vario titolo, di rapina, estorsione, porto d’armi aggravati dalla vicinanza al clan di Barcellona. Tutte le condanne sono stabilite in continuazione con le precedenti. I tre sono infatti nomi noti alla giustizia, considerati le nuove leve del clan dei barcellonesi.
L’Accusa aveva chiesto la conferma della più severa sentenza di primo grado, emessa circa un anno fa dal giudice per l’udienza preliminare, alla fine del processo abbreviato. E’ stato un processo senza parti offese: né i titolari dei locali né le compagnie di traghettamento si sono costituite parte civile.
Hanno difeso gli avvocati Alessandro Trovato, Salvatore Silvestri, Aurelio Chillemi, Tino Celi e Filippo Alessi.
Il blitz dei Carabinieri risale a 8 anni fa: alla banda veniva imputato anche sarebbe l’incendio che ha completamente distrutto una discoteca e del rogo che ha danneggiato una imbarcazione turistica che effettuava mini crociera alle isole, provocando danni complessivi per oltre 2 milioni di euro. Poi anche varie rapine nella zona. A dare un contributo agli inquirenti, le dichiarazioni di uno di loro, l’oggi pentito Franco Munafò, che ha svelato i retroscena di quei fatti risalenti al 2013.