L'assessore Caminiti: "In dirittura d'arrivo la consegna dei lavori per il tratto Annunziata-San Filippo, con la pulizia e messa in sicurezza dei torrenti"
MESSINA – Torrenti e messa in sicurezza del territorio: due elementi imprescindibili contro il dissesto idrogeologico. Contro le esondazioni e il rischio alluvioni. Contro il degrado ambientale e per il ripristino di situazioni di normalità che nascono dalla prevenzione, mentre il dramma di Ischia richiama quello di Giampilieri e di altre tragedie. Nelle scorse settimane la Regione siciliana, con lo stanziamento di oltre 8 milioni di euro, ha annunciato interventi su ottanta torrenti messinesi ma anche sulle foci, con opere di pulizia e ripristino dei muri d’argine. I lavori saranno assegnati a breve con quattro bandi. In prima fila il Comune di Messina, che ha realizzato una serie di progetti ormai in fase operativa. Progetti che dovrebbero apportare significativi miglioramenti in una realtà dove l’educazione al dissesto idrogeologico è un atto rivoluzionario. Il tutto in un’ottica di sinergia tra Comune, Regione e fondi europei.
In questo ambito, l’assessore competente Francesco Caminiti appare soddisfatto dei progetti realizzati dal dipartimento comunale Protezione civile e difesa del suolo: “Sono stati aggiudicati due appalti che riguardano il tratto Annunziata-San Filippo e la pulizia e messa in sicurezza dei torrenti già coperti. La consegna di questi lavori dovrebbe essere fatta entro 10 giorni dalla comunicazione del commissario di governo. Sono previsti interventi generici di pulizia e risagomatura alveo e, nello stesso tempo, azioni mirate a risolvere i nodi critici. Il Comune si è occupato della redazione dei progetti con personale interno, a esclusione della parte specialistica ambientale. E ha chiesto e ottenuto le autorizzazioni e il finanziamento delle opere, che saranno attuate tramite il commissario straordinario contro il dissesto idrogeologico, come previsto dalla delibera”.
Si tratta di “interventi di riduzione del rischio alluvioni grazie alla sistemazione dell’alveo, con
ripristino della sezione idraulica e mitigazione del degrado ambientale dei torrenti
tombinati ricadenti nel territorio comunale”, si legge nel progetto. Spiega Caminiti, di professione ingegnere civile: “Questa progettazione è partita con i sopralluoghi effettuati 2021 nelle zone segnalate alla Protezione civile per il rischio idrogeologico. Le zone sono state censite, individuati i problemi e redatta la progettazione esecutiva. Su questi progetti abbiamo fatto tutto noi e richiesto il finanziamento come tutti i Comuni siciliani. La Regione ha finanziato le opere, in sinergia con i fondi europei. Stiamo intervendo nella direzione giusta sul fronte torrenti“.
La pulizia e messa in sicurezza dei torrenti
Con la messa in sicurezza, gli interventi di pulizia investono i torrenti Papardo, Giostra, Trapani, Boccetta, Portalegni, Zaera – Camaro, Torrente Bordonaro (affluente Gazzi), Gazzi, Minissale e San Filippo per un totale di 27,58 chilometri. Sull’altro versante, per 27,36 chilometri, si interviene sui torrenti Zafferia, Larderia, Guidari, Canneto, Mili, Galati, Santo Stefano, Santa Lucia, Schiavo, Briga, Fallega, Giampilieri e Cuturi.
Una perfetta radiografia di abusi, cementificazione e rifiuti
Si legge nella relazione del Comune, che sintetizza decenni di abusi: “Tra gli elementi negativi che caratterizzano i torrenti: insediamenti abitativi e manufatti vari, cementificazione, trasformazione degli alvei in strade per viabilità veicolare, sottoservizi. E ancora: la presenza di vegetazione spontanea, la rottura dei muri d’argine per la creazione di varchi di accesso (che comunque non sono oggetto di interventi), la realizzazione di passerelle abusive per l’accesso ai fondi limitrofi, la mancata pulizia delle vasche di calma o di decantazione, poste a monte, e le alterazioni delle sezioni di deflusso causate dalla presenza di materiali sopra alluvionali e di rifiuti urbani. Rifiuti speciali e inerti da demolizioni, provenienti dal settore edile e agricolo”.
L’inquinamento ambientale
Continua il documento: “Le opere previste nel progetto riguardano il riefficentamento delle sezioni idrauliche e la manutenzione dei corsi d’acqua. Si prevede pure la rimozione della vegetazione e dei rifiuti presenti in alveo la cui presenza, oltre ad alterare il regime idraulico e geomorfologico, costituisce la principale fonte di inquinamento ambientale“. Si ripristinano pure i “muri d’argine ammalorati per vetustà e per danneggiamento idraulico”. Dove non è intervenuto il tempo, quasi sempre, è stata l’azione dell’uomo a danneggiare e inquinare.
a messina sono stati coperti 52 corsi d’acqua prima o poi l’intera città se non verrà distrutta da un terremoto finirà a mare
Bisogna fermare chi continua ad utilizzarli come cassonetti
Messina è famosa per le sue CIUMARE ovvero antichi torrenti che tagliano tutta l’area messinese prima di finire a mare come per esempio il torrente Portalegni che scende da Via Pietro Castelli, passa tutto il rione Gravitelli, taglia tutta la Tommaso Cannizzaro, e si dice che arrivi con alcuni rivoli fino alle fondamenta dello storico Duomo di Messina creando probabilmente un degrado strutturale dello stesso Duomo. Ma il percorso continua attraversando Piazza Cairoli per poi spingersi fino a Maregrosso. La notizia interessante che l’Amministrazione Comunale si impegnerà economicamente a mettere in sicurezza tutta la rete torrentizia messinese che comprende almeno una decina di torrenti è molto importante anche per la sicurezza degli abitanti visto che i cambiamenti climatici possono danneggiare sul serio la Città Dello Stretto.