La Mafia 2.0 di Barcellona davanti al giudice, ecco la decisione

La Mafia 2.0 di Barcellona davanti al giudice, ecco la decisione

Alessandra Serio

La Mafia 2.0 di Barcellona davanti al giudice, ecco la decisione

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venerdì 09 Settembre 2022 - 19:42

A dicembre la sentenza per i principali protagonisti dell'inchiesta su mafia, politica e business droga e discoteche tra Barcellona e Milazzo

MESSINA – Hanno scelto di “chiudere la partita” in fase preliminare i principali protagonisti dell’inchiesta dei Carabinieri sulla “Mafia” 2.0 di Barcellona, ricostruita intorno al triumvirato Ottavio Imbesi-Carmelo Vito Foti e Mariano Foti. Stamani si è infatti aperta l’udienza preliminare davanti al Giudice Simona Finocchiaro, e dopo la fase delle eccezioni preliminari, il procedimento si è diviso in tre tronconi.

La maggior parte dei quasi 70 indagati ha deciso di definire la propria posizione in abbreviato. Avranno perciò la sentenza dallo stesso GUP, che deciderà, dopo aver sentito i difensori, sulla base degli elementi sin qui raccolti. Per gli imputati vuol dire vedere abbassato notevolmente il massimo della condanna che potrebbero ricevere, evitando il processo, le testimonianze, il vaglio del dibattimento insomma. Ed è questo il troncone che vedrà imputati proprio i boss e i gregari con le accuse più pesanti. Il calendario delle udienze per sentire i Pubblici Ministeri e i difensori è già stato definito, ed andrà avanti fino a metà dicembre.

Soltanto alcuni hanno scelto di patteggiare, concordando con l’Accusa la pena. Sono stati “rinviati” al GUP Finocchiaro, che aprirà l’apposita udienza a fine mese. Altri, infine, andranno avanti col rito ordinario e per loro appare scontato il processo in vista.

E’ questo il quadro venuto fuori dall’udienza preliminare aperta oggi, che ha visto al banco dell’Accusa i PM Vito Di Giorgio, Fabrizio Monaco ( i due nella foto) e Antonella Fradà, ovvero i tre magistrati che hanno coordinato gli accertamenti dei Carabinieri sul giro di droga tra Barcellona e Milazzo, il pizzo tornato prepotente a danno dei commercianti, le mire del clan del Longano sulla movida della città del Capo.

Il blitz ha coinvolto più di 80 persone ed è scattato a fine febbraio scorso, ed ha svelato anche i movimenti dei mafiosi durante il periodo elettorale. Sotto inchiesta sono finiti anche gli imprenditori che hanno negato di essere vessati dal racket, anche loro alla sbarra.

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