La mano “sinistra” di Dio nel processo creativo: la bugia di Bion, Lessing ed il gioco del calcio - Maradona

La mano “sinistra” di Dio nel processo creativo: la bugia di Bion, Lessing ed il gioco del calcio – Maradona

Elisabetta Marcianò

La mano “sinistra” di Dio nel processo creativo: la bugia di Bion, Lessing ed il gioco del calcio – Maradona

Tag:

lunedì 07 Dicembre 2020 - 16:50

In lui, due popoli, quello argentino e quello napoletano, sono riusciti ad identificarsi pienamente, e di lui hanno ne hanno fatto vessillo pieno

“Se Dio tenesse chiusa nella mano destra tutta la verità e nella sinistra il solo desiderio sempre vivo della verità e mi dicesse: scegli! Sia pure a rischio di sbagliare per sempre e in eterno mi chinerei con umiltà sulla sua mano sinistra e direi: Padre, dammela! La verità assoluta è per te soltanto”.

Mano de Dios

Il 22 giugno 1986 allo Stadio Azteca di Città del Messico Diego Armando Maradona segnò la sua prima marcatura, che diede poi il là al definitivo 2 a 1 con il quale l’ Argentina sconfisse l’ Inghilterra, involandosi alla vittoria del Mondiale (battendo successivamente il Belgio in semifinale e la Germania in finale), specificando  in conferenza stampa  che fu la “Mano de Dios” a spingere quel pallone in porta: “un poco con la cabeza de Maradona y otro poco con la mano de Dios – un po’ con la testa di Maradona ed un altro po’ con la mano di Dio”.

La verità

Un goal irregolare, si trasformò in un disegno divino…quella mano sinistra di Maradona, proprio come la mano sinistra che Gotthold Ephraim Lessing, scrittore, filosofo e drammaturgo tedesco, nel suo celebre “Nathan il saggio” (1779) identifica quale spazio a cui ambire: l’ uomo può solo tendere alla verità, però mai pensare di potervi accedere. Eppure, desiderare la verità rappresenta da sempre l’ ideale di ricerca più alto a cui l’ uomo da sempre sceglie di non sottrarsi, riconoscendolo fine indissolubile del suo processo filo-antropologico di procedere nel tempo del suo vivere.

Maradona, venuto a mancare solo 10 giorni fa, in quell’affermazione nel 1986 apre però con una facilità disarmante, ad un processo di pensiero che mostra una verità altra, o forse la rappresentazione di come un significato “pensato” abbia forse più valore di una verità indissolubile: mentire può nascondere significati decisamente più seminali?

La bugia

La bugia rappresenta un passaggio evolutivo importante, testimonianza piena della capacità di costituirsi di uno spazio interno sottratto allo sguardo dell’altro, un proprio “spazio mentale interno”, individuale e ben distinto da quello altrui nonché al lui inaccessibile. Il segreto, che ne rappresenta spesso l’altra faccia, costituisce in questa prospettiva un fattore imprescindibile per la costruzione piena e consapevole della propria identità personale.

Essenza delle cose

Ma la verità può esser pensata? E la tensione di cui parla Lessing verso la mano sinistra di Dio, ha quindi più valore dell’ accesso diretto, in se, alla verità? Bion, più di ogni altro ha saputo delineare questo spazio, consentendo alla psicoanalisi una riflessione profonda, e non semplice, sui pensieri come “prodotti” del pensare: quelli riguardanti la “verità”, l’essenza delle cose e la loro assolutezza preesistono a colui che le pensa, e sono da lui perentoriamente ed imprescindibilmente indipendenti.

E ancora

“I pensieri, se pensati, conducono alla salute mentale; se non pensati danno inizio al disturbo“: processare un pensiero pertanto è necessità e fine ultimo del pensatore/uomo, per di sviluppare la mente quale “apparato per pensare i pensieri”. Al contrario la “bugia”, il mentire, necessita di un pensatore che la crei, la costruisca e le dia vita, e da cui non potrà mai essere indipendente, differentemente da come avviene rispetto ad una verità.

Identità argentina

Cosa costruì allora Maradona? La propria identità forse, rappresentando in un contesto così medio quale quello calcistico la capacità di un uomo di rappresentare uno spazio mentale interno, per come dicevamo prima, ben più pieno e distinto/distinguibile da quello degli altri 21 giocatori in campo in quel 22 giugno… o forse, l’ identità argentina, che riuscì a riunire e a “vendicare” quattro anni dopo la guerra delle Falkland. Dove fallì il generale Leopoldo Galtieri, allora Presidente di un Paese che si trovava nel pieno di una devastante crisi economica e di una contestazione civile su larga scala, decidendo di solleticare il sentimento nazionalistico argentino con una guerra, secondo le sue stime semplice, per rivendicare la sovranità sulle isole Falkland, contro il Regno Unito ( che poi prevalsero), Diego invece riuscì, con un gesto atletico fuori dagli schemi (nel gioco del calcio è un gesto irregolare e che andrebbe persino sanzionato – il portiere inglese, Peter Shilton era alto 185 cm, ma Maradona, sebbene fosse più basso di 20 centimetri, deviò il pallone con il braccio “rubandogli” il tempo dell’ intervento e la palla finì in rete), e costruendo una “falsa verità” che consentisse al popolo argentino di identificarsi pienamente.

La prima bugia

La menzogna è quindi manipolazione della realtà, ma determina al contempo una realtà altra, essendo anche espressione della creatività dell’uomo, risorsa vitale e perfino salvifica, in quanto dato inconfutabile che conferma l’esistenza della libertà umana. D’altra parte, lo psicologo Michael F. Hoyt scrive: “La prima bugia riuscita del bambino infrange la tirannia dell’onniscienza genitoriale, cioè il bambino comincia a sentire di possedere una mente propria, un’identità privata ignota ai genitori…Il possesso (da parte del bambino) di un segreto dà il senso di avere qualcosa di esclusivamente proprio, di essere un individuo a se stante”.

La bugia pertanto ci consente di identificare e di mentalizzare noi stessi, distintamente dai nostri genitori nella crescita o dagli altri, in un processo in cui se fossimo tutti soggetti pedissequamente alla verità, non avremmo contenuti “soggettivi” e/o personali di pensiero, e pertanto non saremmo capaci di distinguere il nostro Se da quello altrui.

Bugie e creazioni

Vi sarete già risposti immagino, allora, sul perché ad oggi si stia continuando a ricordare e a commemorare Maradona: la sua capacità di distinguersi su un campo di calcio da una media di atleti, è parimenti se non inferiore alla possibilità che ognuno di noi ha avuto di rappresentarci lui, la sua identità pregna di contraddizioni e vissuti da quella di qualsiasi altro uomo: in lui, due popoli, quello argentino e quello napoletano, sono riusciti ad identificarsi pienamente, e di lui hanno ne hanno fatto vessillo pieno…e se quella mano sinistra rappresentasse il desiderio dell’ uomo nella rappresentazione di Lessing, la Mano di Dio (sinistra) di Maradona è stata una delle creazioni (bugie) forse più vicine a quel desiderio di verità, talmente tanto da determinarla, poiché riconosciuta e condivisa come propria..”Gracias a la pelota – Grazie al pallone”.

Vincenzo Maria Romeo

Psichiatra – Psicoanalista

Illustrazione a cura di Tiziano Riverso

Articoli correlati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Premi qui per commentare
o leggere i commenti
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007