Padri separati, anziani soli che non arrivano a fine mese, persone che nella loro vita hanno perso tutto. Ecco i volti della mensa di Cristo Re
La signora S. ha 50 anni, si è sposata giovanissima, ma è rimasta vedova troppo presto quando una malattia si è portata via suo marito. Non ha più neanche i genitori perché è rimasta orfana ancora prima di incontrare suo marito. S. ha tre figli, li ha cresciuti sola e nelle difficoltà e forse a causa della miseria oggi sono in carcere. S. ha perso tutto. Gli affetti, ma anche la casa e tutto ciò che aveva. È messinese, vive tra case di accoglienza e i marciapiedi della Stazione. C’è però un luogo dove va tutti i giorni perché li trova un pasto caldo e qualcosa che ricorda una famiglia.
È la mensa di Cristo Re, una delle due mense di Messina, insieme a quella di S. Antonio, che ogni giorno da un tetto e un pasto a tante persone di difficoltà.
I volti della mensa
La mensa di Cristo Re ogni giorno mette a tavola dai 130 ai 150 pranzi. Perché sono tante, troppe, le persone che non riescono a farlo con le proprie forze. Negli ultimi anni il numero delle persone che va alla mensa di Cristo Re è salito sempre di più. Sono sempre più i padri separati che non ce la fanno e hanno bisogno della mensa del povero. Sono tanti anche gli anziani che non riuscirebbero a mangiare senza la mensa. Giovani disoccupati, persone che hanno perso il lavoro e non ce l’hanno fatta a rialzarsi. Quasi tutti sono messinesi. Poi in mezzo a loro anche i senzatetto, ma il crocevia di volti e storie che affollanno la mensa di Cristo Re raccontano che c’è una povertà sempre più dilagante anche in quelle fasce di popolazione che fino a qualche anno fa riuscivano a vivere in condizioni dignitose.
Lo racconta padre Claudio Marino, direttore dell’Istituto Cristo Re. E lo fa perché la mensa ha bisogno di aiuto, della generosità di chi sta meglio e può porgere una mano a chi invece non saprebbe come mangiare. Le facce della povertà messinese sono tante e qui si incrociano, si scambiano esperienze, si aiutano. Volti e storie che hanno bisogno di solidarietà.
Storie di povertà
Tra di loro c’è anche il signor P. Anche lui ha 50 anni, aveva un bel lavoro e una bella famiglia, era un funzionario delle Poste. Un giorno è stata risucchiato dal vizio del gioco e ha perso tutto: la casa, il lavoro, la famiglia. Oggi vive per strada, è ancora una persona molto distinta nell’aspetto e nei modi, ma senza quel pasto caldo probabilmente non avrebbe alternative. he nella mensa di Cristo Re ha trovato un luogo a cui affidarsi.
Poi c’è “il professore”, lo chiamano tutti così perché era un docente. Lavorava nel nord Italia, poi si è separato dalla moglie e la sua vita è andata a rotoli. Con il suo linguaggio forbito condivide tanti momenti della mensa di Cristo Re, aiuta gli altri, racconta storie, anche lui ha trovato una famiglia a cui appoggiarsi.
Padre Claudio racconta che la maggior parte sono uomini, purtroppo però ci sono anche tante donne sole con bambini a cui la mensa consegna dei pacchi da portare a casa per non far vivere ai più piccoli un’esperienza così dura. E poi ci sono anche circa 300 famiglie che la mensa aiuta con i pacchi alimentari, famiglie intere che possono contare sull’aiuto settimanale o mensile da parte dell’Istituto.
L’appello
«Abbiamo continuamente bisogno di aiuto» dice padre Claudio che lancia un appello ai messinesi. I modi per aiutare la mensa sono tanti: si possono fare delle libere donazioni, si possono portare pacchi di cibo, si può donare il proprio tempo con il volontariato. C’è anche la possibilità di donare il proprio 5×1000 per sostenere la mensa, per informarsi basta collegarsi sul sito.
Piccoli gesti che però rappresentano un grande aiuto per chi non ha nulla.
Francesca Stornante
Non tutti sanno il vero ? Queste mense sono da lodare per il grande sacrificio che gli operatori fanno.Sarebbe giusto far mangiare i veri poveri, non persone con pensione da 1600€ al mese e molte persone che non hanno bisogno.
Dopo il vostro articolo che non è di oggi ho voluto vedere personalmente e sinceramente 5 su 10 non sono poveri.Sarebbe stato giusto per chi dona e aiuta un controllo tramite l’Isee e il 730 in molti vengono a mangiare senza aver diritto .
Aiutare si, ma i Veri Poveri.