La Messina del piacere a pagamento, le condanne

La Messina del piacere a pagamento, le condanne

Alessandra Serio

La Messina del piacere a pagamento, le condanne

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sabato 10 Giugno 2023 - 10:33

Confermate in appello tre condanne, dopo il blitz della Polizia sulle case delle squillo in centro città

MESSINA – Reggono anche in secondo grado le condanne per le persone coinvolte nel blitz anti sfruttamento della prostituzione denominato Seguimi, fatto scattare dalla Polizia nell’ottobre 2021. Ecco il verdetto della prima sezione penale della Corte d’Appello (presidente Giacobello) : 3 anni e 4 mesi per Giuseppe Calapai, 3 anni e 8 mesi per Maria Yamileny Cordero Gonzales, 4 anni per Jesus Alberto Ramirez Gonzales. Impegnati nelle difese gli avvocati Nino Cacia e Antonio Spiccia che hanno ottenuto per i loro clienti una lieve riduzione della pena, rispetto quella inflitta in primo grado, e la revoca delle pene accessorie.

Le tariffe delle squillo

Da 50 a 70 euro le cifre che i clienti pagavano per qualche momento di piacere con loro, mentre il loro “autista” messinese prendeva circa 15 euro per ogni viaggio delle ragazze. Tantissimi gli uomini che gli agenti hanno visto entrare e uscire dalle case controllate, nel 2019, che sono arrivati alle ragazze tramite gli annunci sui principali siti dove le giovani comparivano con “nomi d’arte” come “Stella Ardente”. Altri erano contattati da un tuttofare messinese. “Compare te la sei persa, era la migliore a Messina, una brasiliana, bellissima”, diceva l’uomo ad un cliente abituale a proposito delle prostitute, in una conversazione intercettata dagli agenti.

Il favoreggiamento della prostituzione

L’operazione è stata battezzata Seguimi ed ha portato in carcere Giuseppe Calapai, che secondo l’accusa aveva il ruolo di autista e assistente logistico delle prostitute, Maria Yamileny e Jesu Alberto Ramirez Gonzales con l’accusa di sfruttamento della prostituzione.

La mappa delle case d’appuntamento

Via Abruzzi, via Fata Morgana, via Carlo Botta, viale Regina Elena, via Catania, ma anche Fontane Bianche nel siracusano. Erano parecchi gli appartamenti che un colombiano gestiva come case a luci rosse, a Messina ma anche fuori provincia appunto. A scoprire tutto è stata la Squadra Mobile, grazie ad una preziosa fonte confidenziale. Le cimici e le telecamere ben piazzate poi hanno poi consentito di provare la “soffiata”: in quei locali, presi in affitto da messinesi quasi sempre consapevoli di quel che vi accadeva all’interno, si prostituivano giovani straniere.

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