La movida e le regole, solo 5 i locali con licenza di ballo

La movida e le regole, solo 5 i locali con licenza di ballo

Marco Olivieri

La movida e le regole, solo 5 i locali con licenza di ballo

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mercoledì 26 Giugno 2024 - 09:05

Ecco chi sono. Le parole in commissione dell'assessore Finocchiaro e l'esigenza di più controlli per conciliare divertimento e quiete pubblica

di Marco Olivieri

MESSINA – “Le regole nel campo della movida e della musica dal vivo vanno rispettate. C’è chi confonde, anche tra gli operatori, le leggi con le ordinanze, che invece si concentrano sugli orari e sull’applicazione. Ma non sono le ordinanze a dettare le regole. Ad esempio, gli unici autorizzati a fare musica, facendo ballare i clienti, sono cinque a Messina. Gli altri sono abusivi e va detto”. Ieri l’assessore Massimo Finocchiaro, ospite della terza commissione consiliare presieduta da Emilia Rotondo, ha parlato della recente ordinanza sulla movida a Messina e spiegato le novità.

Ma a chi faceva riferimento l’assessore? I locali in possesso di licenza di pubblica sicurezza, per poter organizzare serate danzanti, sono “Blue Sky” (in via Francesco Cilea), “Tarea Beach” (via Consolare Pompea 1045), “Mun” (via Consolare Pompea), “Cabiria” (via Consolare Pompea n. 477) e lido “La punta” (via Fortino, Capo Peloro).

L’elemento determinante è che le regole siano rispettate, con controlli costanti da parte delle forze dell’ordine e della polizia municipale, come è avvenuto a fine maggio, su disposizione del questore Annino Gargano. Sottolinea l’assessore Finocchiaro, con delega alle Attività produttive: “Il rispetto delle regole, con controlli periodici, deve essere la normalità. C’è chi pensava, tra gli operatori, di poter spostare i tavolini, o fare modifiche al locale, mentre proponeva musica da sottofondo, o aumentare i prezzi. Bisogna attenersi alle norme”.

Le norme per conciliare divertimento e quiete pubblica ci sono e vanno rispettate

Ha ricordato ieri l’assessore: “Per ragioni di quiete e decoro pubblico, si è tolto il karaoke all’aperto. Poi si è tornati al giorno di riposo: uno a settimana. E poi è stata tolta la musica dalle 19 alle 21, che ci è sembrata un’anomalia. Togliendo quel 19-21 c’è stata una sorta di sommossa, ma qualcuno non si è reso conto che si stava autodenunciando. Non è mai stata prevista la musica di pomeriggio”.

Ha spesso evidenziato l’associazione “Centro Storico Messina”, presieduta da Anthony Greco: “Noi vogliamo che si rispettino l’articolo 659 del codice penale sul disturbo della quiete pubblica e le norme vigenti sull’organizzazione di spettacoli, diffusione sonora, spettacoli dal vivo, intrattenimento musicale, spettacoli danzanti, karaoke e piano bar nei locali che somministrano alimenti e bevande”.

C’è chi può fare spettacoli dal vivo e chi piccolo intrattenimento musicale

“Intanto l’intrattenimento musicale, gli spettacoli dal vivo e l’organizzazione di serate danzanti – precisava l’anno scorso Greco – devono essere organizzati solo da chi abbia una specifica licenza. Si tratta di un’attività continuativa e prevalente. Esiste poi una seconda categoria di esercizio commerciale – spiegava il rappresentante dell’associazione – che fa piccolo intrattenimento musicale e piano bar. In questo caso, se si decide di allietare i clienti nei locali con musica di sottofondo, entro le ore 24 l’ascolto deve terminare, salvo limitazioni. Nel caso di questa seconda categoria, per eventi fino a un massimo di 200 partecipanti e considerati spettacoli dal vivo di portata minore, la licenza è sostituita dalla segnalazione certificata di inizio attività (Scia). Non si può aumentare il prezzo della consumazione, non ci devono essere spazi per ballare e per fare spettacolo, l’attività musicale deve essere accessoria e senza pubblicità. In quanti rispettano la normativa?”.

Se il locale si trasforma in discoteca deve avere la licenza del questore

Aggiungeva il presidente: “Il decreto Monti del 2012 ha permesso che non sia più necessario ottenere licenza di pubblica sicurezza per i piccoli intrattenimenti e gli spettacoli di qualsiasi specie che si svolgono, anche temporaneamente, nei pubblici esercizi. Il tutto ha favorito gli abusi. Da qui la necessità di controlli rigorosi. In ogni caso, le norme ci sono e prevedono pure il sequestro delle apparecchiature. Ma il primo passo è cambiare l’approccio e rispettare chi vive in queste zone”.

E ancora: “Se l’attività musicale è prevalente, l’esercizio commerciale deve avere la licenza x art. 68,69 80 Tulps, ovvero il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. In Sicilia le funzioni amministrative sono svolte dal questore e non sono demandate al Comune. Se gli esercizi commerciali propongono musica dopo le 24, devono avere la licenza del questore per potere trasformarsi in una discoteca. Il tutto senza recare distubo alla quiete pubblica. Purtroppo, va ricordato quello che dovrebbe essere ovvio, normalmente rispettato”.

Un salto di qualità nella civiltà passa dal controllo dei decibel

Negli anni passati, l’Arpa, Agenzia regionale per la protezione ambientale, ha rilevato parecchie irregolarità nell’emissione sonora. E i locali si devono dotare di strutture adeguate per limitare l’inquinamento acustico. Di recente ha raccontato a Tempostretto una signora che vive nella riviera nord: ““L’anno scorso l’Arpa ha fatto un controllo, in merito ai decibel, e vorremmo conoscerne l’esito. Come condominio, abbiamo presentato una richiesta d’accesso agli atti. In generale, lo ribadisco, l’appello è a divertirsi e, per quanto riguarda i gestori, a lavorare senza disturbare nessuno. Insonorizzare i locali, mettere gli altoparlanti lato mare, non esagerare con il volume, fare dei controlli costanti: tutto questo è possibile. E si chiama civiltà”.

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5 commenti

  1. I lidi che ci sono al villaggio Pace e che il pomeriggio la sera e la notte fanno musica ce l’hanno le licenze o no !?!

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  2. Ho letto attentamente le dichiarazioni dell’assessore ne condivido in parte,i gestori delle chiamamole discoteche non rispettano le norme e le disposizioni di P.S. ,ma fanno come vogliono ;suonano a fortissimo volume senza rispetto delle persone sino alle tre di notte e passa incuranti dei controlli.Se uno telefona per denunciare la cosa non la prendono mai in considerazione,giustificando che non ci sono mezzi,che curano un altro settore della città e di rivolgersi ad un’altra forza pubblica.Ed è inutile pubblicizzare che il questore fa questo per la città perché ci sembra con tutto rispetto una presa ingiro

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  3. Quando hanno chiesto di firmare per la chiusura del mini autodromo, il cui rumore dava fastidio a poche persone, che comunque si sono organizzate ed hanno chiesto casa per casa di firmare, personalmente non ho firmato. Oggi quella struttura, che era di livello internazionale, si sono svolti anche i mondiali di modellismo, era un richiamo della città, un fiore all’occhiello, è malinconicamente abbandonata. Una struttura di Messina importante, uccisa, morta. Forse dava fastidio a quache nuovo residente di lusso di via C. Pompea. Ma ormai non c’è più . Nell’ottica di questa triste esperienza di distruzione delle attività messinesi, l’attenzione si è spostata sui lidi, e sui locali della riviera. Spero che non succeda nuovamente. Se i i lidi ed i locali non sono in regola, dategli la possibiltà di mettersi in regola. Molte famiglia vivono con il lavoro di questi locali. La chiusura e la distruzione della riviera sarebbe la morte totale di Messina.

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  4. Intanto ieri notte a s. Agata la quiete pubblica non è stata rispettata. Sempre musica a. palla.solo il
    Questore potrà aiutarci

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  5. Nel dopoguerra, 1947, per rilanciare la vitalita di un’Italia distrutta dall guerra, Carlo Dapporto realizzava la rivista “Riviera follies”, portata in giro da nord a sud. La riviera, che sia Rimini o Riccione, che sia Napoli o Viareggio o qualsiasi riviera del mondo, anche la tranquillissima riviera di Messina, ha una naturale vitalità. Messina non ha una riviera che richiama milioni di turisti, non offre spettacoli e ballo ininterrotto tutta la notte. Messina ha una belissima riviera, sotto utilizzata. Forse la riviera di Messina è in assoluto la più tranquilla in Italia, anche rispetto a piccole cittadine che si affaciano sul mare. Chi è nato in riviera ama e vuole vita e vitalità. Il problema è che chi viene a vivere in riviera vuole la tranquillità del paesino dove è nato e cresciuto. Il contrasto tra chi spera in un forte aumento dei turisti, della vitalità della riviera, del lavoro. Chi, invece spera in una chiusura e trasformazione della riviera nella stradina silenziosa del paesino natio.

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