“Favorire il potenziamento dell’imprenditoria femminile, puntare su inclusione digitale e transizione ecologica sono le sfide che abbiamo davanti per superare la crisi legata alla pandemia” ha dichiarato la Dimasi
A conclusione del Congresso nazionale Anpit, Lidia Dimasi (presidente Anpit Sicilia) è entrata a far parte del Consiglio nazionale. Il Congresso, articolato su 3 giorni di lavori e tenutosi alle Officine Farneto di Roma, ha visto gli interventi del ministro Francesco Boccia, della presidente della Commissione problemi economici del Parlamento Europeo Irene Tinagli e di numerosi parlamentari.
“Il nostro compito è sostenere le imprese negli sforzi per superare la crisi e riemergere più forti e resilienti – ha dichiarato nel suo intervento Lidia Dimasi -. Dobbiamo supportare le aziende nella doppia sfida dell’inclusione digitale e della transizione ecologica. Gli obiettivi individuati a livello europeo dal Green Deal e dalla Next Generation Eu possono essere raggiunti se non lasciamo sole le imprese in questa delicata fase”.
La presidente dell’Anpit Sicilia si è poi soffermata su quella che ha definito “l’emergenza nell’emergenza”: le alte percentuali di donne che dalla pandemia ad oggi hanno perso il posto di lavoro, hanno chiuso le aziende, sono uscite dal circolo produttivo.
“Se è ancora bassissima la percentuale delle donne imprenditrici nei ruoli apicali – ha spiegato – il confinamento ha fatto registrare un numero altissimo di imprese al femminile travolte dalla crisi. Sono più di 200 mila le donne in cerca di lavoro e tra i dati di chi il lavoro lo ha perso le donne rappresentano oltre il 70%. Come Anpit dobbiamo supportare l’imprenditoria femminile, favorire il loro empowerment e colmare così il gap di genere che ancora oggi purtroppo pesa notevolmente sulle pari opportunità tra uomini e donne. L’Agenda 2030 impone a livello mondiale questa sfida per superare ogni disparità”.
Il presidente Anpit, Federico Iadicicco (riconfermato a fine Congresso), ha colto l’appello di Lidia Dimasi annunciando la creazione di un Dipartimento ad hoc per l’emancipazione femminile volto a proporre soluzioni in comparti che vedono ancora oggi le imprese al femminile penalizzate e scarsamente sostenute.
A conclusione dei lavori si è inoltre deciso che l’associazione nazionale per l’industria ed il terziario prenda la nuova denominazione di Confederazione azienda Italia. Infine è stato presentato il centro Studi articolo 46.