La S. Messa di saluto all'Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova di monsignor Morosini

La S. Messa di saluto all’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova di monsignor Morosini

Dario Rondinella

La S. Messa di saluto all’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova di monsignor Morosini

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venerdì 04 Giugno 2021 - 08:18

Il suo successore, monsignor Morrone, prenderà possesso canonico della arcidiocesi il prossimo 12 giugno

E’ stata officiata ieri sera nella Basilica Cattedrale la celebrazione eucaristica che ha sancito òa conclusione del ministero pastorale dell’arcivescovo Giuseppe Fiorini Morosini. La cerimonia lo ricordiamo, è stata messa in diretta sul canale Facebook “Arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova”, per rispettare le vigenti norme anticovid. L’arcivescovo Morosini, originario di Paola, appartiene all’Ordine dei Minimi fondato da San Francesco di Paola ed è stato nominato alla guida della comunità diocesana dello stretto il 13 luglio 2013 da papa Francesco che lo trasferì dalla sede di Locri – Gerace, dove ha esercitato il ministero episcopale per 5 anni (20 marzo 2008 – 12 luglio 2013).

L’arcivescovo Morosini si è distinto per i suoi accorati appelli alla politica e alla cittadinanza attiva, con particolare riferimento alla cura del bene comune e alla cittadinanza attiva. Per ben due volte ha scritto al Presidente della Repubblica per sensibilizzare la massima autorità dello Stato alla questione dell’aeroporto “Tito Minniti” e alle vicende della Sanità pubblica regionale. Allo stesso modo, sin da subito, ha chiesto alle autorità locali massima attenzione per le periferie.
“Sin dal suo insediamento – viene riportato in una nota dell’Arcidiocesi – avvenuto durante il Commissariamento dovuto allo scioglimento dell’amministrazione comunale per contiguità mafiose, monsignor Morosini si è posto in atteggiamento propositivo nei confronti degli amministratori della “res pubblica”. Pochi mesi dopo l’insediamento ha prodotto, insieme ad una commissione di collaboratori, una “lettera alla città” per evidenziare alla nuova futura classe politica alcune emergenze cruciali per la vita e lo sviluppo della Città.

In particolare Morosini si soffermò su alcune proposte legate al Welfare, alle povertà e alle tematiche giovanili. Contestualmente il presule avviò un cammino di prossimità nei confronti dei giovani della diocesi. Aprì le porte dell’episcopio ogni mercoledì sera per accogliere i giovani che desideravano parlare con lui e, nel dicembre 2013, avviò il primo Sinodo per i giovani della Chiesa reggina dal titolo “Fede è Speranza, il Futuro che noi vogliamo”. I lavori dell’assemblea sinodale durarono due anni, furono coinvolte tutte le parrocchie e i gruppi giovanili delle associazioni. Il territorio fu “abitato”, anche nelle periferie, dagli incontri di preparazione all’assemblea sinodale conclusiva che si svolse, poi, in Cattedrale nel marzo 2015, alla presenza di Salvatore Martinez, Enrico Letta ed Ernesto Oliverio.

L’esperienza sinodale è stata sintetizzata nel Decalogo della Speranza, documento conclusivo scritto dai giovani che hanno vissuto l’intero iter sinodale. L’arcivescovo Morosini si è anche impegnato nel consolidamento e ammodernamento (in virtù delle leggi vigenti) delle principali iniziative, strutture ed opere di Carità della Arcidiocesi. Ha garantito continuità ai servizi delle Comunità di Accoglienza affidandoli alla Piccola Opera Papa Giovanni – è scritto ancora nella nota – ha avviato e concluso i lavori di ristrutturazione del Soggiorno San Paolo in Cucullaro, sede del Soggiorno Sociale Caritas e di iniziative educative e formative del Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria, ha affidato il Parco della Mondialità di Gallico al Ce.Re.So, permettendo, così, di mantenere la vocazione originaria del Parco e di ampliare l’offerta dei servizi di contrasto alle dipendenze.

Durante gli otto anni dell’episcopato di Morosini a Reggio Calabria, in più occasioni, l’arcivescovo ha pronunciato forti appelli per risvegliare le coscienze, invitando a ribellarsi alla ‘ndrangheta. Emblematici alcuni episodi in cui l’arcivescovo ha scelto di rispondere ad alcuni attentati delle ‘ndrine, come la peregrinatio del quadro della Madonna della Consolazione a Santa Venere e ad Archi dopo l’attentato incendiario e la vandalizzazione degli asili situati nei due quartieri reggini. Nel 2015, dopo l’ennesimo attentato incendiario compiuto in città, decise di rendere obbligatorio un incontro sulla legalità da svolgersi in occasione di tutte le feste patronali della diocesi.

Nel settembre 2016, dopo il triste episodio della violenza di branco ai danni di una tredicenne a Melito Porto Salvo, Morosini si è recato più volte nelle scuole e nelle piazze della cittadina dei Mille per indirizzare accorati appelli di risveglio delle coscienze: “L’omertà è la tubercolosi del vivere sociale – ha sottolineato il presule – perché come la malattia prosciuga la vitalità della società, fa prevalere il male sul bene, perché ci fa girare dall’altra parte per non vedere, dimenticando che ogni parola non detta è connivenza”.

Più volte, durante tutto il suo episcopato, monsignor Morosini, ha chiesto ai genitori di raddoppiare gli sforzi educativi: “Mettiamoci accanto ai nostri figli per ascoltarli – ha affermato in più occasioni – soprattutto chi ha avuto il dono della maternità: tornate a leggere negli animi dei vostri piccoli”. L’arcivescovo ha condiviso il protocollo Liberi di Scegliere del Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria, iniziativa che ha visto in prima linea la Conferenza episcopale italiana e che è sostenuta grazie ai fondi dell’8xmille alla Chiesa Cattolica. Più volte, inoltre, ha denunciato la piaga dell’usura, ed ha finanziato reiteratamente durante il suo episcopato il fondo antiusura della Caritas, sforzo che si è proporzionalmente moltiplicato durante la Pandemia da Covid-19, durante la quale l’arcidiocesi non ha mai fatto mancare il suo appoggio ai poveri, alle famiglie e alle imprese colpite dalla crisi.
Il presule paolano – prosegue il comunicato stampa – ha avuto una visione chiara anche per quanto concerne l’ambito culturale della vita della Chiesa: le istituzioni culturali diocesane sono state messe al servizio della città per favorirne il riscatto sociale. In quest’ottica l’8 settembre 2017, presso i locali del Seminario arcivescovile di Reggio Calabria, si è tenuta la cerimonia di inaugurazione del Polo Culturale diocesano con la benedizione del padiglione ospitante la nuova biblioteca diocesana “Domenico Farias”.

Al momento inaugurale ha preso parte il cardinale Gianfraco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Il Polo culturale dell’arcidiocesi di Reggio Calabria, fortemente voluto da monsignor Morosini, che compendia oltre alla Biblioteca, anche l’Istituto Superiore di Scienze religiose intitolato a monsignor Vincenzo Zoccali, l’Istituto Superiore di Formazione Socio–Politica “Monsignor Antonio Lanza”, la scuola per gli operatori pastorali e la redazione della rivista di cultura cattolica “La Chiesa nel tempo”.

Ciò che rende ancor più prezioso il Polo Culturale costituito dall’arcivescovo è la biblioteca diocesana “Farias” che nasce dalla fusione del patrimonio bibliografico delle diverse biblioteche che erano presenti in diocesi all’arrivo di monsignor Morosini a Reggio Calabria: la biblioteca arcivescovile, quella del Seminario, dell’Istituto superiore di Scienze religiose, dell’Istituto di formazione politico–sociale e della Scuola dei servizi sociali. Un altro impegno portato avanti dall’arcivescovo Morosini riguarda l’Istituto Superiore di Scienze Religiose e il nuovo corso di laurea magistrale in Dialogo interreligioso.

L’arcidiocesi, inoltre, ha siglato il protocollo “Io resto al Sud” con il Comune di Reggio Calabria e l’Università Mediterranea. La comunità diocesana, per il tramite dell’Istituto diocesano sostentamento clero, ha messo a disposizione gratuitamente i propri terreni per favorire l’occupazione giovanile. Negli ultimi quattro anni sono nate tre cooperative giovanili che lavorano grazie ai terreni messi a disposizione dalla Chiesa reggina. Gli ultimi due anni dell’episcopato di monsignor Morosini sono stati contrassegnati dalla Pandemia da Covid 19. L’arcivescovo, durante il lockdown, ha sempre offerto le sue meditazioni e la sua vicinanza con due dirette streaming al giorno. La preghiera condivisa di marzo, aprile e maggio 2020 ha contribuito a mantenere unita la comunità diocesana in un periodo fortemente scoraggiante. Il presule paolano, durante i mesi dell’emergenza sanitaria, ha sempre cercato di infondere speranza e offrire una lettura cristiana dei fatti della storia”.

Il suo successore, l’arcivescovo eletto, monsignor Morrone, nominato da Francesco lo scorso 20 marzo, prenderà possesso canonico della arcidiocesi il prossimo 12 giugno durante la celebrazione eucaristica delle ore 11:00, sempre presso la Basilica Cattedrale.

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