"La siccità? Messina può tamponare l'emergenza acqua"

“La siccità? Messina può tamponare l’emergenza acqua”

Marco Olivieri

“La siccità? Messina può tamponare l’emergenza acqua”

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venerdì 21 Giugno 2024 - 07:00

Il direttore generale del Comune, Salvo Puccio, spiega la strategia: "Le critiche all'Amam? Ci si è dimenticati che era fallita e che l'abbiamo risanata"

MESSINA – Crisi idrica e siccità. A tu per tu con Salvo Puccio, direttore generale del Comune di Messina ed ex presidente e direttore generale dell’Amam. Per il dirigente (nella foto con il sindaco Basile), con nuovi pozzi e un accordo per utilizzare la parte dove c’è più acqua dell’acquedotto Fiumefreddo, grazie all’autorizzazione regionale, si “può tamponare rispetto alla crisi tremenda che vive la Sicilia”.

Basile e Puccio

Dottor Puccio, la fontana musicale di Villa Dante è piaciuta ma è stata considerata uno spreco d’acqua in tempi di emergenza siccità…

“Tutte le fontane artistiche funzionano con il ricircolo. Non si butta l’acqua. Viene riciclata. Una piccola percentuale, del 3 per cento giornaliero, evapora e nel giro di un mese ne metti un litro in più. Il problema può riguardare l’area verde (ed è stato rilevato per il parco “Aldo Moro”, n.d.r.) ma non a Villa Dante, che ha un pozzo da sempre utilizzato per l’irrigazione. Non è per uso potabile. Si tratta in generale di un posto fresco e unico che mancava a Messina da tanti anni”.

Direttore generale, la preoccupazione per la siccità è grande…

“Tutte le cronache siciliane lo confermano. La Regione siciliana ha chiesto lo stato d’emergenza europeo. Come ha osservato Dario Cartabellotta, dirigente generale del dipartimento regionale dell’Agricoltura, si tratta di un’emergenza senza precedenti. Le previsioni delle precipitazioni indicano una situazione drammatica. E non parlo di Messina…”.

In che senso?

“Noi a Messina abbiamo lavorato bene e forse riusciamo a tamponare. Il problema investe la Sicilia. In uno studio sulla desertificazione ho letto che tutta la fascia che va dall’Albania al Marocco ha avuto, quest’inverno, e avrà fino al mese di ottobre, le stesse precipitazioni del sub-sahariano (l’Africa sub-sahariana, n.d.r.). Ma non con i consumi di quella zona. Ad esempio, la Sicilia ha un ciclo produttivo da Paese medio tropicale. Viviamo di agricoltura e abbiamo il turismo, ora messi a dura prova da una situazione drastica”.

E Messina può resistere, considerati i suoi problemi quotidiani di carenza idrica?

“Forse noi ci salviamo, lo ribadisco, con tutti gli interventi che abbiamo fatto, con tutti quello che abbiamo messo in campo”.

Le carenze in alcune zone di Messina, in questo periodo, sono legate al fenomeno della siccità?

“I fatti contigenti di un piccolo guasto giornaliero in una zona non c’entrano con la siccità”.

Le carenze però riguardano diverse zone. Tante sono le critiche ad Amam da parte di forze politiche e cittadinanza…

“Spesso si dimentica il punto di partenza. Amam, all’avvento di Cateno De Luca, nel 2018, è stata presa con 52 milioni euro di pignoramenti, Io, da neo presidente dell’Amam. trovai due decreti esecutivi di pignoramento, uno di Enel e uno di Eracom, per un totale di 52 milioni. Pignoravano le somme e bloccavano i conti correnti. Ricordiamoci da dove siamo partiti. Invece di trovare nuove fonti o fare appalti per ridurre le perdite, allora l’azienda comprava l’acqua da Siciliacque e la pagava pure al consorzio Bufardo di Fiumefreddo. Più se ne perdeva, più acqua c’era. Con quei soldi, non riusciva a pagare i fornitori dell’energia elettrica. Da qui i pignoramenti e non si potevano pagare nemmeno gli stipendi”.

Ricordiamo cosa successe…

“Abbiamo fatto transazioni per 52 milioni. Siamo rientrati in Consip, centrale d’acquisto nazionale, perché eravamo in salvaguardia. Pagavamo l’energia elettrica il 25 per cento in più. Con quei soldi abbiamo pagato le transazioni e cercato di fare investimenti. Abbiamo fatto un parco progetti. Ma quando ci sono criticità di questo genere, come l’emergenza siccità, non possiamo essere già pronti. Gli interventi strutturali si devono ancora completare. Il servizio è ancora scarso, in attesa dell’esito degli interventi, ma pagando la metà. Prima ci si indebitava per pagare l’acqua. Stiamo lavorando per ridurre le perdite e migliorare il servizio. Ma questa è la foto di partenza della vecchia Amam. Quando ti trovi nel conto corrente sotto di 52 milioni di euro, e il 27 devi pagare gli stipendi, come fai?”.

Secondo lei non viene ricordata abbastanza la situazione del passato?

“L’Amam era più fallita dell’Atm. Solo che non risultava. Poi abbiamo fatto la diretta con De Luca perché ci dovevano sbloccare i fondi, avendo firmato le transazioni. Oggi l’Amam riesce a predisporre progetti. Abbiamo ottenuto i finanziamenti e stiamo facendo i lavori. Ma i lavori non sono compatibili con il clima, quando ci sono stagioni di questo tipo con 86 millimetri di pioggia in cinque mesi. Un evento tragico. Se l’azienda non fosse stata risanata, oggi saremmo in una situazione disperata. Dai lo stesso servizio di 10 o 15 anni fa ma senza spendere quei soldi. E intanto fai investimenti. Oggi Amam ha assunto, risanato e ha il bilancio in attivo”.

Come si può affrontare il problema attuale?

“Sappiamo come fare. Abbiamo Fiumefredo e riusciamo a modularlo, se la Regione siciliana e il commissario per l’emergenza siccità ci aiutano. In un territorio, che non è Messina, c’è un privato, Bufardo, fornito d’irrigazione, a cui puoi dare i soldi per comprare l’acqua da un’altra parte e noi utilizzeremmo sempre l’acqua che ci spetta. In più stiamo per utilizzare i pozzi di Briga e stiamo verificando la potabilità di altri pozzi. Dobbiamo collegare i nuovi pozzi che abbiamo trovato e lo faremo. Quelli di Briga sono pronti: si sta facendo l’analisi per l’allaccio. Briga aiuterà la zona di Bordonaro, del centro e di Montesanto. E altri pozzi metteremo in rete. Dobbiamo avere dal commissario l’autorizzazione a modularci le portate a Fiumefreddo”.

Che significa?

“L’acquedotto Fiumefreddo ha due punti di captazione. Uno si chiama Bufardo e uno Torregrossa. Da uno c’è meno acqua, a causa della siccità, e nell’altro la stessa acqua di prima. Prendendo la quantità di acqua in totale che ci spetta, la vogliamo prendere dalla parte dove c’è di più. Da ques’ultima si rifornisce pure un consorzio ma, dato che si tratta di un’emergenza, prevale l’esigenza dell’approvvigionamento idropotabile. La legge è dalla nostra parte e, avendo efficientato le pompe, possiamo prenderne di più. La Regione o il commissario ci deve autorizzare. Siamo fiduciosi”.

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3 commenti

  1. Speriamo bene
    Sembra che Puccio sappia il fatto suo e me lo auguro con tutto il cuore. Dio solo sa se abbiamo bisogno di gente in gamba… E qui la politica non c’entra nulla

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  2. La Regione non autorizzerà mai alcunchè, perchè per mere ragioni elettorali Schifani deve fregare i territori amministrati da chiunque stia con De Luca. Questo è il modo in cui funziona la Sicilia, da sempre , ed è una delle ragioni per cui chi può scappa.

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  3. Maah…stamattina alle 9.00 già pressi Boccetta l’acqua era finita ….quindi???? Tutta quest’acqua dove è? Di che parliamo???…..e ancora siamo a giugno. Prossimamente chissà……Le interruzioni idriche nei scorsi mesi a che sono servite se ogni giorno c’è sempre una nuova emergenza idrica dietro l’angolo..Dite la verità……

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