C'è chi parla ormai di "islamofobia", ma in Sicilia abbiamo dimenticato un pezzo della nostra storia
È fin dal tempo della guerra in Iraq che ha preso troppo piede una certa insofferenza verso l’Islam, maggiorata persino rispetto agli anni ’80. In questi ultimi mesi, e ora di nuovo, l’argomento si è ridestato, per via di questioni politiche internazionali e per via di personali conversioni religiose. Il pregiudizio è sistematico, sempre metodico; forse non sbaglia chi parla d’“islamofobia”.
L’islamofobia
Si nota che non c’è soltanto fastidio verso una religione, ma anche diffidenza e financo disprezzo verso i paesi dov’è praticata in maggioranza, come se i confini politici e culturali non esistessero, come se l’Islam fosse un gigantesco paese abitato tutto da una stessa gente: gli Arabi. E così, si dimentica che tutt’oggi i musulmani sono i Sumeri, gli Assiri, gli Egizi, i Babilonesi, i Persiani, i Cananei, i Berberi e quant’altro; e quel ch’è peggio, improvvisamente agli occhi dei maldicenti si tramutano in un’indistinta massa di fanatici anziché persone normali con la propria personale religione a fianco della propria cultura; per loro sono musulmani e basta, e ne parlano come di barbarie. Ma bisogna smettere di mischiare religiosità e nazionalità in maniera impropria.
Religioni etniche e religioni universali
Senza conoscere le culture e meno che meno le religioni non ci si può esprimere. Le religioni etniche (nate assieme ai popoli) gravano sull’identità nazionale perché le forniscono caratteri distintivi, ma le religioni universali fondate da profeti (quali appunto Cristianesimo e Islam) non formano l’identità dei popoli, semmai la influenzano; e questo dovrebbero capirlo coloro che parlano delle “nostre radici cristiane”, giacché il Cristianesimo è lungi dall’essere una radice bensì un ramo d’un albero cresciuto in una terra lontana che si è intrecciato coi nostri. Tra l’altro, non è la religione che determina l’indole d’una persona così come non la determina in una comunità, poiché è il soggetto che abbraccia una religione a scegliere come interpretarla!
La Sicilia e l’Islam
Finché l’islamofobia abbonda in Italia, fulcro della Chiesa Cattolica, è quasi comprensibile; ma se questo succede in Sicilia, che l’Islam l’ha conosciuto e l’ha praticato, allora è veramente grave. Nel suo complesso la Sicilia è stata allegramente musulmana; la Sicilia è stata un paese musulmano, non ci sono asterischi e note a queste affermazioni. È così, anche se abbiamo dimenticato!
Le varie aggressioni
È pur vero che la conquista dell’isola (brutta deriva del supporto offerto dall’Emirato d’Africa al nostro deposto sovrano Eufemio) fu un evento realmente tragico: morirono moltissime persone e le cronache descrivono molto bene il dolore di quei giorni. Ma non c’era niente di nuovo: questi invasori non erano altri che gli stessi discendenti dei vecchi Cartaginesi, feroci aggressori del passato, solo che si erano convertiti all’Islam. La religione non c’entra nulla, perciò! Le guerre sono sanguinose sempre, ma le fanno gli stati e mai le religioni; non avvenne diversamente con l’ingresso dei Romani, eppure ci vantiamo d’avere aderito all’immortale Impero, che ci diede e a cui demmo!
L’impero dei Califfi
Allo stesso modo, entrammo a fare parte dell’Impero dei Califfi (prima Abbasidi e poi Fatimidi): partecipare a un grande realtà plurinazionale assicura la possibilità d’attingere a molteplici conoscenze sviluppate in varie parti di quel mondo, e proprio così anche la Sicilia progredì in epoca islamica e a sua volta contribuì alla crescita del Califfato. Tra l’altro, si formò un autonomo Emirato di Sicilia. Quando gli Altavilla se ne impossessarono, non poterono che beneficiare delle opere fatte in una Sicilia musulmana, di qualità superiore alle possibilità normanne.
I siciliani musulmani
Non c’è cosa più assurda di un siciliano che parli male dell’Islam, quando suo nonno era musulmano! Perché è così, i Siciliani erano musulmani, che vi piaccia o no! Che scelsero di diventare tali, lo dimostra che alcune aree – come Messina – mantennero una cospicua presenza cristiana e autogoverno. Gli stati musulmani in quel tempo esigevano una tassa dai sudditi o cittadini che fossero d’altra religione, quindi quale interesse dovevano avere i governanti a costringere le popolazioni a convertirsi? Per convenienza o per sincerità, ma i Siciliani si convertirono all’Islam e gli rimasero fedeli per secoli, molti anche dopo la reintroduzione del Cristianesimo da parte degli Altavilla. Anzi, i nobili siciliani più in vista erano musulmani nei primi secoli del Regno di Sicilia, ed erano quelli nativi, mentre i nobili cristiani erano perlopiù immigrati normanni; tuttavia tale preminenza politica andò a ridursi e nei secoli successivi molteplici tensioni condussero alla persecuzione dei musulmani.
L’Islam nel Medioevo
Si ricordi che se la Sicilia non è stata pienamente investita dal medioevo questo è stato anche grazie all’Islam, che soprattutto in quel tempo era una religione che infondeva un’energia senza pari e amore per la tecnologia e per la conoscenza, quando la Cristianità diffidava del progresso per timore di contraddire la ricapitolazione di tutte le cose in Cristo, e perciò i paesi cattolici rimanevano fermi al tempo in cui era caduto l’Impero Romano. L’Islam è stato portatore di progresso, essendo connaturato in esso lo studio della natura e lo sviluppo delle proprie risorse, perché in queste cose la potenza divina si dispiega; e non si dimentichino poi la preservazione e la divulgazione della sapienza greca operata da intellettuali musulmani.
Abbiamo toccato soltanto alcuni aspetti, perché ce ne sarebbero molti altri, e soprattutto ci sarebbero pregiudizî generali da disciogliere. Non possiamo continuare a mandare avanti dopo sette secoli la grottesca fiaba dei Cristiani buoni e dei Sarracini malvagi in tutti i settori della nostra cultura.È ora di smetterla con quest’astio verso l’Islam. Ricordiamoci noi cos’eravamo. La Sicilia è sempre stata la terra delle molte religioni, fin dal primordio, ed è bene che ritorni a esserlo e funga da modello.
Pax et bonum.
Narrazione lontana dalla verità. Tende a uniformarsi all’attuale pensiero unico globale!
L’autore prova ad usare la sua spettacolare ignoranza del medioevo siciliano per dipingere una società liberale cosmopolita a trazione musulmana che si addice probabilmente con il suo punto di vista.
Da infarto per qualsiasi studioso e/o semplice appassionato di storia medievale.