La Sicilia perde 380 milioni di euro di fondi europei. Lo ha stabilito la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea, che ha respinto il ricorso dell’Italia e ha confermato quanto già deciso Tribunale dell’Unione Europea.
Le somme sono quelle di Agenda 2000: nel 2000 e poi nel 2004 , la Commissione europea aveva dato via libera il cosiddetto Por Sicilia (Programma operativo per la regione Sicilia), con un cofinanziamento del Fse-Fondo sociale europeo fino a 846 milioni su 1,2 miliardi. Tuttavia, a fine dicembre 2015, gli ispettori comunitari avevano riscontrato per le somme destinate alla Sicilia una serie di anomalie: progetti presentati dopo la scadenza del termine, spese per il personale non correlate al tempo effettivamente impiegato e giustificativi di spesa insufficienti, presenza di consulenti esterni privi delle qualifiche richieste e costi non pertinenti, violazione delle procedure di appalto e per la selezione di docenti, esperti e fornitori.
Taglio dei fondi
La Commissione europea aveva quindi deciso di tagliare il contributo finanziario di ben 379 milioni «a causa delle constatate irregolarità singole e sistemiche» e di «varie irregolarità in diverse operazioni, alcune accertate dall’Olaf-Organismo antifrode europeo». Lo Stato italiano aveva presentato ricorso al Tribunale dell’Unione Europea , ma i giudici europei avevano convalidato la decisione della Commissione europea, confermando con sentenza del 25 gennaio 2018 la riduzione delle risorse, vista l’«innegabile esistenza di errori».
L’Italia non si è arresa e ha impugnato davanti alla Corte di giustizia la citata sentenza del Tribunale, facendo però un nuovo buco nell’acqua. La Corte ha infatti respinto integralmente il ricorso e ha confermato le valutazioni del Tribunale.
Le reazioni politiche
Immediate le reazioni alla pessima notizia che arriva dal Lussemburgo .
«Musumeci apra un’indagine interna perché chi abbia sbagliato paghi. Non siano i cittadini siciliani a pagare gli errori dei singoli burocrati”. Così in un comunicato il deputato regionale del Movimento 5 Stelle e componente della Commissione Bilancio all’Ars Luigi Sunseri
«Purtroppo – continua il parlamentare regionale – chi sbaglia in Sicilia rimane sempre al proprio posto e non si ha notizia dei funzionari che sono stati autori di questo ennesimo disastro».
Per Musumeci sono errori del passato
A stretto giro arriva anche la dichiarazione del Presidente della Regione Musumeci, che scarica tutte le colpe su quelli che c’erano prima: «Continuiamo a pagare errori del passato per una cattiva gestione finanziaria. Miliardi di euro sottratti al territorio».
«Chi ha sbagliato deve pagare!», aggiunge in conclusione, lasciando intuire che potrebbe dar seguito alla richiesta dei pentastellati di individuare i responsabili.
DLT
Se il Presidente riuscirà a scoprire i colpevoli farà il suo dovere e gli interessi dei siciliani
solito bla bla della politica siciliana alla fine a pagare siamo sempre noi cittadini che patiamo disservizi e arretratezza della regione complimenti!!!
LA SCIATTERIA CHE ACCOMPAGNA , DA SEMPRE, LA BUROCRAZIA SICILIANA , FRUTTO DELLA PIU’ BECERA CONTRATTAZIONE POLITICA, E’ FORIERA, DA SEMPRE , DI QUESTI RISULTATI. BISOGNEREBBE LEGARE GLI STIPENDI DI LOR SIGNORI AI RISULTATI- SONO CERTO CHE SI RIDURREBBERO DI MOLTO, ANZI, MOLTISSIMO.