La storia di Ivan: da Messina alla Rinascente, lontano da casa in cerca di sogni

La storia di Ivan: da Messina alla Rinascente, lontano da casa in cerca di sogni

Giuseppe Fontana

La storia di Ivan: da Messina alla Rinascente, lontano da casa in cerca di sogni

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domenica 05 Settembre 2021 - 07:30

Tanti, troppi i giovani che lasciano ogni anno lo Stretto per inseguire una realizzazione personale difficile da trovare in Sicilia. Ivan ha trovato, lontano, la propria via

Si parla ormai da anni dei tanti, troppi giovani (e non) che lasciano Messina e la Sicilia, per i più disparati motivi. C’è chi cerca lavoro, una stabilità per creare una famiglia, c’è chi insegue le proprie ambizioni, arricchendo il proprio bagaglio culturale e raggiungendo anche posizioni di spicco in aziende internazionali: tutti sono accomunati da una sola discriminante, ci riescono soltanto lontano dallo Stretto. Una di queste storie è quella di Ivan, volato via già da qualche anno e trasferitosi a Milano, dove ha costruito, mattone dopo mattone, la propria carriera nel mondo del “Food and Beverage”, fino a diventare un manager della Rinascente, una tra le aziende più conosciuti ed importanti d’Italia.

Da quanto tempo vivi lontano da Messina e cosa ti ha spinto a lasciarla?

Vivo lontano da circa 8 anni, mi sono trasferito a Milano nel 2013. All’epoca ho lasciato Messina perché mi è stata offerta una possibilità, quella di confrontarmi con una realtà nuova come quella di Milano in un progetto affascinate: quello della Bracioleria, un ristorante che si prefissava di insegnare ai milanesi cosa fossero le braciole. Mi piaceva l’idea di portare un po’ di messinesità lì in Lombardia. Questo ha influito tanto, unito alla prospettiva di avere una stabilità dopo tanti anni di situazioni mai definitive a livello contrattuale. Unendo le due cose ho pensato che fosse la scelta giusta.

Quali esperienze lavorative ti hanno portato al punto in cui ti trovi ora, cioè a lavorare per un’azienda così importante come Rinascente?

Il mio è stato un percorso piuttosto lineare. Ho cominciato nei villaggi turistici quasi per gioco, da animatore e istruttore di windsurf. D’estate lavoravo nei villaggi e d’inverno studiavo per laurearmi alla triennale in economia. Poi ho fatto il responsabile e dopo ancora il capo villaggio, un’esperienza molto formativa perché dovevo gestire, da giovanissimo, tante persone e un programma basato su più mesi. Ho lavorato poi in gioielleria, tra Catania e Messina, poi in radio, con vari programmi, ma ho fatto anche il vocalist per arrotondare e contestualmente divertirmi. In seguito è nata l’occasione della Bracioleria, esperienza estremamente formativa ma anche molto impegnativa. Da lì sono stato chiamato per aprire proprio a Milano il primo Moleskine Cafè al mondo. Sono stati due anni e mezzo intensi, abbiamo aperto anche un punto vendita ad Amburgo e mi sono ritrovato a viaggiare in Germania ogni mese. Quella del Moleskine Cafè è stata un’esperienza formativa che mi è molto servita, grazie anche al mio capo di allora, Andrea Vietri, che mi ha aiutato molto a crescere. Dal Moleskine sono poi approdato alla gestione del progetto food and beverage del Piccolo Teatro di Milano con la figura di Capo progetto per la gestione di un ristorante/cocktail bar molto antico in un posto bellissimo e suggestivo e gli altri due bar connessi ai teatri Strehler e Mariangela Melato. Per la prima volta ho avuto tutto io in mano, tutto il progetto: cosa fare, cosa comprare, quale budget investire, come strutturare la campagna pubblicitaria, che tipo di menù, come sistemare tavoli, sedie, ogni aspetto. È stato molto gratificante, finalmente potevo prendere delle decisioni e vedere che effetto avevano le strategie pensate e messe in pratica.

Sono stato chiamato poi da un Head Hunter, che cercava un Area manager per la Rinascente, al Duomo, al settimo piano. Mi hanno fatto una bella offerta, soprattutto con una prospettiva di crescita molto importante. Ho accettato di diventare capo area “food”, lì in Rinascente, azienda ancora più strutturata di Moleskine, con procedure complesse ma che mi hanno dato tantissimo a livello manageriale. Ciò che sono oggi a livello di competenze, analisi, elaborazione di dati, statistiche, vendita o presentazione di risultati è merito di Rinascente. Credo fortemente che questa sia l’esperienza più importante della mia vita al momento e sono consapevole di poter ancora imparare tantissimo. Parliamo di 12 ristoranti e io mi relaziono con tutti i direttori, interagisco per ogni problematica. A questo si aggiunge la grande distribuzione di lusso, con altissima qualità, eccellenze del territorio che possano rappresentare al meglio l’Italia nel mondo.

Cosa provi quando torni in città e quando vai via?

Quando torni in città, in luoghi dove hai vissuto più di 35 anni, è chiaro che senti quelle emozioni che hai provato in passato. I luoghi della spensieratezza, della leggerezza, è lì che torno sempre e lo faccio con grande piacere. A Messina continuo ad avere tante persone a cui tengo, oltre ai miei genitori. Purtroppo, però, continuo a non vedere sfruttato il potenziale di questa città. Prima scrivevo molto su facebook, mi arrabbiavo, e tanti mi dicevano di parlare di Milano, proprio perché abito più a Messina. Ma io sono orgoglioso di essere messinese e di rappresentare Messina a Milano e in Rinascente, dico sempre di essere siciliano e soprattutto di Messina, per questo mi arrabbio quando vedo come spesso è ridotta la nostra città. Messina ha delle potenzialità incredibili e mi fa rabbia non aver avuto la possibilità di poter sfruttare le mie capacità per poter aiutare la città a crescere, dando il mio contributo. Non so se tornerei mai, ma già il fatto di dover essere andato via mi brucia. Messina può avere possibilità incredibili ma è sempre stata gestita molto male. A volte ho pensato di voler fare qualcosa anche a livello politico, essere all’interno delle istituzioni, ma non sono il tipo. Ora guardo la città da lontano e mi dispiace vedere questo potenziale non sfruttato. Quando vado via provo sempre grande nostalgia, però sono anche felice di andare, sotto certi aspetti, perché purtroppo vedere così poco rispetto delle regole, dopo qualche settimana, per me diventa pesante. Anche Milano ha i suoi problemi, come Roma e tutta l’Italia, non è un denigrare il cittadino messinese, però a volte mi sembra che in tanti non vogliano far migliorare la città, la sporcano e la deturpano come se non gli importasse nulla di lei e del vivere civilmente. Purtroppo ho capito che non posso fare niente per cambiarla.

Hai mai pensato di tornare?

Ho pensato spesso a tornare, soprattutto nei momenti più complicati qui. Ci sono stati momenti duri nel mio percorso lavorativo a Milano e se non avessi avuto mia moglie accanto sarei tornato. Grandi meriti se sono qui sono di Giusy, senza di lei non sarei la metà dell’uomo che sono adesso e non avrei raggiunto la metà degli obiettivi che ho raggiunto. C’ho pensato, a tornare. Ma poi non ho trovato quella spinta in più, quelle realtà che mi avrebbero permesso di darmi quella sicurezza per costruire una famiglia e avere un luogo di lavoro duraturo e all’altezza delle ambizioni del singolo individuo. Inoltre non c’è possibilità di “riciclarsi”, se perdi il lavoro non è facile trovarne un altro e finisci sempre per accettare compromessi. Non mi va più di farlo.

Cosa ti senti di dire ai messinesi e a chi amministra la città?

Ai messinesi mi sento di dire una cosa che sembra banale, cioè di amare la città. Vuol dire non sporcarla, rispettarla, contribuire nel renderla più bella. Credo che amare la città in cui si vive sia la base, perché poi tutto il resto diventa più semplice. Spesso ho questa percezione, che tanti messinesi odino Messina, abbiano piacere a buttare il sacchetto dell’immondizia a terra, perché non la sentono propria, non hanno alcun legame con lei. Secondo me è questo che deve cambiare, bisogna inculcarlo alle nuove generazioni. Nel momento in cui si innesta un circolo virtuoso le cose belle vengono da sole. A chi amministra la città attualmente mi sento di dire che forse sarebbe più opportuno fare meno show, anche sui social, e mostrare più amore per i cittadini e la città. Serve meno propaganda, meno proclami e slogan, ma più interesse per quello che succede in giro. Il mio è un consiglio a tutte le amministrazioni: l’amore verso Messina andrebbe messo al primo posto.

8 commenti

  1. Stento a capire la tua nostalgia verso una citta’ che non ti ha dato nulla ,non funziona nulla e che non ti avrebbe nulla . Dove quei pochi posti di lavoro disponbili sono gestiti dalla casta . e dove non c’e’ classe politica capace di creare nulla tranne che i propri interessi . Caro giornale hai dedicato troppe righe malincone ed inutili per realta’ che sappiamo tutti . Gioia mi rivolgo a te.. goditi quello che hai ottenuto. E vieni qui di tanto in tanto a far p..p..
    Ciao

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    1. Ivan Zappardino 6 Settembre 2021 23:24

      E’ difficile da spiegare, ma una città dove hai vissuto 35 anni non puoi cancellarla con un semplice colpo di spugna. Ci torno anche perchè ho i miei genitori e dei vecchi amici e mi si stringe il cuore nel vederla sempre più vuota e più abbandonata.
      Ci vorrebbe davvero qualcuno di giovane, nuovo e fresco alla guida di Messina. Mi auguro prima o poi possa accadere.

      Grazie comunque per il tuo commento.

      Un saluto,
      Ivan

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  2. Ivan ha lasciato Messina perchè da un’altra parte c’erano migliori opportunità e lui ha avuto le capacità di coglierle.
    Ivan non è lontano da casa, perchè adesso la sua casa è Milano. Perchè casa è dove vivi e lavori.
    Bravo Ivan.

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    1. Ivan Zappardino 6 Settembre 2021 23:26

      Le tue parole sono molto vere, qui a Milano mi sento a casa e spesso a Messina ormai un ospite. Ma proprio per questo forse sono più sensibile a certe storture, certi atteggiamenti cristallizzati nella collettività che mal sopporto e la cosa mi fa molto rabbia perchè amo Messina e continuerò sempre a farlo.

      Ti ringrazio per il tuo pensiero.
      Ivan

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  3. Qualunque commento non renderebbe l’idea del disastro che vive un giovane costretto a lasciare codesto ………..Verminaio (si autoalimenta con delinquenza spicciola, elemosine offensive, sporcizia morale,e…quanto di peggio una società CIVILE aborrisce!);però ORGOGLIOSAMENTE e MERITATAMENTE EMERGE in qualsiasi contesta opera! Sono questi i veri figli di Messina:persone pulite, con tanta dignità si fanno apprezzare e …-se non fosse per la nostalgia degli affetti- starebbero meglio degli indigeni di ogni città che li accolgono!
    CHI RIMANE A MESSINA? basta leggerne la cronaca nera !!!

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    1. Ivan Zappardino 6 Settembre 2021 23:28

      Grazie per il tuo pensiero Letterio e per le tue belle parole che mi riempiono d’orgoglio.
      Sono sempre felice di poter rappresentare al meglio la mia città e spiace molto leggere rassegnazione nelle parole di tanti, anche le tue. Però ti capisco molto bene.
      Mi auguro arrivi qualcuno di giovane, fresco, lontano dagli schemi che porti Messina ad essere la meraviglia che cova sotto le sue ceneri, come un’araba fenice.

      Grazie ancora per il tuo commento.
      Ivan

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  4. Complimenti Ivan, sei l’orgoglio dei tuoi concittadini.
    Sei anche la conferma che purtroppo questa città continua a non valorizzare le qualità dei propri figli…
    Tra le tante qualità del messinese, purtroppo c’è anche l’invidia del proprio vicino… come se chi riesce ed è di successo nella vita, è solo un raccomandato… tu sei l’esempio che molto spesso così non è…
    Noi messinesi, oltre ad dover amare di più la nostra bellissima città, dovremmo osannare i nostri concittadini di successo ed aprire le menti …che invece di ostacolarci a vicenda dovremmo averne spunto… ed imitare gli esempi buoni e provarli anche a fare meglio…
    Come te caro Ivan… messinese di successo!
    Ancora complimenti!

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    1. Ivan Zappardino 6 Settembre 2021 23:22

      Grazie per le tue bellissime parole Filippo, mi hanno molto emozionato.
      Continuerò a fare del mio meglio per rendere i miei concittadini orgogliosi e sponsorizzare sempre Messina come un piccolo diamante incastonato in un’isola meravigliosa.
      Spero solo che prima o poi possa cambiare la drammatica inerzia cittadina che relega Messina in luoghi e classifiche che non le appartengono.

      Ancora grazie ed un forte abbraccio.

      Ivan Zappardino

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