La street art cancella l'odio

La street art cancella l’odio

Redazione

La street art cancella l’odio

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domenica 03 Novembre 2019 - 07:50


Murales per coprire razzismo e indifferenza ma anche un’iniziativa per ridare decoro urbano e umano alla città. Da diverso tempo sui muri che cingono la Salita Frantinaro, bretella di transito fondamentale per chi vive e lavora nella zona Nord di Messina, apparivano scritte che inneggiavano “morte ai negri”, accompagnate da una svastica. Le scritte sono rimaste lì per mesi, sotto gli occhi di tutti. Nonostante il caso fosse stato denunciato e avviate le indagini che avrebbero poi portato all’identificazione dell’autore, le scritte restavano. Fino a quando Ileana Panama ha deciso di fare qualcosa.

Le parole di Ileana Panama

“Trovavo indecoroso che simili scritte e la svastica potessero trovare spazio e in un certo senso legittimazione” ha dichiarato Ileana Panama. “Non cancellarle significava accettare e condividere quel pensiero. Inoltre le subivo come una violenza e ho chiesto ad un amico di aiutarmi. Ho pensato di affidare questo intervento alla sensibilità di uno street artist e così insieme a Collettivo FX di amici ne sono arrivati altri due: un altro street artist, il messinese Nessunettuno e Cristian, il ferramenta che ci ha regalato il materiale per realizzare Fatim Jawara e la Balena, cioè i murales che hanno finalmente coperto le scritte. L’intenzione inoltre era quella di dare a questo episodio un senso che potesse andare al di là della copertura delle scritte; i due murales non vogliono essere soltanto un intervento artistico”.

“L’idea era quella di coprire le scritte e nello stesso tempo raccontare una storia come tanti altri muri hanno fatto nella storia, controvertire l’idea che i muri possano solo dividere: non sono quegli stessi muri costruiti in passato per difendere confini, circoscrivere territori, combattere immigrazione o emarginare vite. Questi muri vogliono unire. Oggi quei muri sono diventati un progetto che intendo portare nelle scuole, credo sia necessario raccontare questa storia e affiancare scuole, istituzioni e famiglie in un processo di sensibilizzazione contro il razzismo e l’indifferenza, guidando i giovani verso una presa di coscienza su quanto questo tipo di azioni razziste e xenofobe non debbano trovare legittimazione all’interno di una società civile”.

Fatim Jawara

19 anni, portiere della nazionale di calcio femminile del Gambia e del Red Scorpions FC di Serekunda. Una storia terminata nelle acque del Mediterraneo, mentre cercava di raggiungere l’Europa – probabilmente le coste italiane – dalla Libia. Uno dei 4.200 nomi della lunga lista dei migranti morti o dispersi in mare da inizio 2016. Secondo la ricostruzione del Guardian Jawara aveva lasciato il proprio paese attraversando il deserto del Sahara in direzione Libia.

La balena

Simbolo di pace e di speranza, insieme all’elefante è uno degli animali che detiene la memoria collettiva umana. Le migrazioni delle balene non sono diverse da quelle umane: le migrazioni sono nella natura degli esseri viventi. La balena si inabissa in profondità e riemerge, nella stessa maniera l’uomo affrontando un viaggio interiore, riflette sulla vita e ne prende coscienza.

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