La tassa di soggiorno cambierà ma il problema "culturale" resta: "Le strutture devono versarla"

La tassa di soggiorno cambierà ma il problema “culturale” resta: “Le strutture devono versarla”

Giuseppe Fontana

La tassa di soggiorno cambierà ma il problema “culturale” resta: “Le strutture devono versarla”

martedì 19 Novembre 2024 - 13:50

Gli assessori Cicala e Caruso in commissione per iniziare a parlare del nuovo regolamento. Nel 2023 accertati 258mila euro, ma l'obiettivo possibile è 400mila

MESSINA – La tassa di soggiorno cambierà forma. Lo hanno spiegato gli assessori Roberto Cicala ed Enzo Caruso durante la seduta odierna della terza commissione consiliare presieduta da Emilia Rotondo, in cui è analizzato il tema partendo dal vecchio regolamento, da modificare già nelle prossime settimane, e dal lavoro fatto dagli uffici tributari per rintracciare le decine di strutture non censite correttamente (o per nulla) o che non hanno versato l’imposta negli ultimi anni.

Cicala: “Nel 2023 accertati 258mila euro”

Lo ha spiegato Cicala: “Oggi c’è un regolamento del 2012 con le vecchie tariffe in cui si differenziano le strutture e l’imposta massima per gli alberghi 5 stelle è di 4 euro. Quello che proponiamo noi è una scrittura oggettiva delle regole dal punto di vista tributario. Nel 2023 sono stati accertati 258mila euro, nel 2024 a metà anno a circa 140mila euro, quindi aumenteremo leggermente”. L’assessore ha parlato del grande lavoro fatto in questi ultimi anni per procedere all’accertamento delle strutture, molte delle quali inizialmente non censite o autorizzate ma che non versavano la tassa di soggiorno.

Obiettivo 400mila euro

Cicala ha proseguito: “Ci sta frenando questa politica degli esercenti di utilizzare i portieri virtuali. Sono quei citofoni che permettono all’ospite di aprire con codici, app o chiavi virtuali, e quindi non troviamo sempre i proprietari delle strutture. Spesso vengono gestiti da remoto. Solitamente li convochiamo ma la procedura si rallenta. Il nostro obiettivo? Secondo uno studio dello scorso anno orientativamente dovremmo arrivare a 380/400 mila euro di tasse di soggiorno da riscuotere. Nel 2024 speriamo di arrivare intanto a 300mila. Speriamo in un effetto domino e che a un certo punto ci sia una autodichiarazione da parte di tutti. Però spesso si scoprono anche altre situazioni, soprattutto la Tari dichiarata male. Non ci fermeremo finché non avremo censito tutte le strutture e completato l’attività su ognuna di loro”. Poi le modifiche: “La variazione ci dà più possibilità di controllare meglio i soggetti. Ci sono anche esenzioni e riduzioni fino al 50 per cento ad esempio per le squadre sportive fino a 16 anni, per le comitive scolastiche. Abbiamo aggiunto anche l’obbligo di dichiararsi entro 90 giorno per far censire la struttura”.

Caruso: “Una grandissima risorsa”

Caruso ha parlato di un problema culturale che va affrontato: “Dal 2018 mi sono reso conto che questa tassa è una grandissima risorsa. Il passivo di questa imposta è dovuto alla mancanza di consapevolezza nostra, perché ci siamo accontentati della definizione di città di passaggio. Ma questo è cambiato e siamo convinti che queste risorse vanno potenziate. Io penso sia un problema di cultura. Non grava sull’incasso della struttura ricettiva, perché chiedere 70 o 72 euro non cambia al cliente e io come struttura non perdo nulla. Le strutture devono comprendere che questo contributo alla città è fondamentale e con l’assessore Gallo un paio d’anni fa avevamo fatto sì di restituire la tassa acquistando biglietti di concerti poi restituiti alla città. Il regolamento prevede di consultare il laboratorio turistico per capire come spendere queste somme rapportandosi agli operatori stessi e a soggetti interessati come l’autorità portuale o la camera di commercio e le associazioni di settore”.

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