Coronavirus. Riccobono: "Speriamo si faccia la Vara ma è difficile". Il precedente dopo la peste del 1743

Coronavirus. Riccobono: “Speriamo si faccia la Vara ma è difficile”. Il precedente dopo la peste del 1743

Daniele Ferrara

Coronavirus. Riccobono: “Speriamo si faccia la Vara ma è difficile”. Il precedente dopo la peste del 1743

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domenica 03 Maggio 2020 - 08:22

Si potrà celebrare la Vara quest'anno oppure no? Ci sono precedenti storici?

Dopo mesi di tensione, finalmente iniziano ad aprirsi spiragli che permettono di vedere la fine dell’epidemia. Intanto, mancano meno di quattro mesi a Ferragosto e la comunità messinese si sta ponendo la domanda: celebreremo la l’Assunzione quest’anno come abbiamo sempre fatto? In merito a tale questione, intervistiamo il professor Franz Riccobono, membro storico del Comitato Vara e presidente dell’Associazione Amici del Museo di Messina.

Franz Riccobono

“La Vara crea una condizione antitetica a quella del virus – dice Riccobono -. Il virus, morbo malefico, provoca per contrastarlo l’isolamento e l’allontanamento anche fisico; la Vara è occasione straordinaria di grande aggregazione, con la partecipazione di tutta la cittadinanza (e non solo) a questo evento. Nel corso dei secoli la Vara è stata il termometro dello stato di salute della città: quando la città stava bene ed era prospera la Vara si faceva con grande ricchezza, quand’era povera si faceva povera e quand’era afflitta scompariva la Vara”.

La peste del 1743

Ciò ben evidenzia quanto rilevante sia la Vara dell’identità di Messina, donde la preoccupazione per la minaccia del coronavirus. Che prospettive ci sono per questo Ferragosto 2020? Potremo correre con la Vara? “Probabilmente quest’anno, data la situazione, non sarà possibile. Ovviamente ci auguriamo di sì ma sarà difficile, perché potrebbe trasformarsi in un grande momento di contagio. In ogni caso, lo decideranno le autorità competenti – Curia, Prefettura e Comune. Non a caso, durante la peste del 1743 il morbo era stato contrastato ed era stato quasi del tutto sconfitto, per cui il Senato, contravvenendo alle disposizioni del Re, acconsentì dietro insistenza dei messinesi a organizzare una processione religiosa di ringraziamento, il che comportò l’acuirsi del contagio perché il morbo ancora non era scomparso; resisi conto della propria responsabilità, i Senatori si prodigarono in prima linea nella gestione dell’epidemia e morirono quasi tutti. Quindi bisogna stare molto attenti a evitare questi rischi perché, anche se sembra che il pericolo sia scomparso, è necessario vigilare sulle situazioni straordinarie come quella della Vara”.

Le sospensioni precedenti

È toccante la vicenda dei Senatori, un sacrificio a testimonianza dei valori che animavano l’antica nobiltà. Comunque sembra veramente assurdo da immaginare un Ferragosto senza festeggiamenti, senza la Vara. Ci sono stati precedenti di sospensione della Festa dell’Assunta?

“Più volte nella storia la Vara non è stata fatta. Mentre nasce nella fase di apoteosi per celebrare l’ingresso dell’imperatore Carlo V a Messina nel 1535, la Vara scompare in occasione della rivoluzione antispagnola del 1674, negli anni della guerra (fino al 1678) e anche dopo. Successivamente nel Settecento viene sospesa due volte: la prima a motivo della peste scoppiata nel Marzo 1743 che dura fino al ’45 (quando si verifica l’incidente sanitario sopra menzionato), la seconda sotto il terremoto del 1783, che si abbatte sulla prossima Calabria e su Messina.

Il periodo più lungo (ventott’anni) in cui i messinesi non celebrano la Festa dell’Assunta corrisponde all’annessione del Regno delle Due Sicilie al Regno di Sardegna, con l’Unità d’Italia: per evitare i rischi di sommosse il governo italiano vieta lo svolgimento della manifestazione, che ritornerà con continuità solo nel 1889. Quando finalmente la processione riprende, mentre fino all’Unità d’Italia le figure della Vara erano state personaggi viventi, viene vietata la possibilità d’impiegarne e si sopperisce con l’utilizzo di statue in legno o cartapesta, come sono oggi.

Con il terremoto del 1908 viene di nuovo sospesa fino al 1926; per ben diciassette anni non si svolgono le feste di Mezz’Agosto, e quando riprendono vengono intitolate “le Feste della Rinascita”, quasi a simboleggiare la ripresa della vita normale in città, oltremodo partecipate di fatto anche con il coinvolgimento delle autorità – volute dal podestà Michele Crisafulli Mondìo, a capo dell’organizzazione. Dal ’26 le manifestazioni durano fino all’aggravarsi degli eventi bellici, quando vengono sospese fino agli anni ’50. La Festa riprende, senza essere più interrotta, dal ’51, quando avviene pure la ricostruzione ab antiquo dei cavalli dei Giganti”.

Quando la Vara uscì a novembre

E quest’anno purtroppo, nei peggiori (e più numerosi) degli auspicî vedremo la prima sospensione delle manifestazioni plurisecolari in quasi settant’anni. Si è parlato pure d’uno spostamento eccezionale della festa…

“In passato diverse volte la Vara è stata fatta uscire in occasioni eccezionali fuori dalla tradizionale data. Si trattava perlopiù di processioni straordinarie compiute in ossequio alla visita di sovrani o altre personalità reali; un esempio fu quando la Vara uscì a Novembre, per festeggiare il rientro di don Giovanni d’Austria a Messina dalla vittoria di Lepanto. Invece, se venisse sospesa per cause di natura igienica, posticiparla d’un mese o due potrebbe non garantire un mutamento della situazione sanitaria”.

Le iniziative in alternativa

Certamente sarebbe un’occasione particolare, ma è bene anche fare attenzione a non snaturare la tradizione. Comunque, può esserci un lato positivo in questa “pausa”? Che possa essere il raccoglimento per compiere un’altra superba corsa?

“Nel caso in cui non sarà possibile svolgere normalmente la processione, il Comitato Vara, d’accordo con il Comune e con la Curia, intende predisporre una serie d’iniziative volte a mantener vivo il ricordo di questa manifestazione, riproponendo una serie di filmati storici della festività oppure organizzando concorsi a tema.

Peraltro, con l’accordo tra Comitato, gli enti suddetti e la Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali, si potrebbe approfittare della forzata interruzione per procedere nel radicale e filologico restauro delle varie componenti del carro trionfale, che da tempo ne abbisognano (l’ultimo intervento risale agli anni ’80).

Altra opportunità o iniziativa potrebbe essere quella di potenziare e rendere finalmente fruibile la Mostra permanente ‘Vara e Giganti’ allestita nei locali di Palazzo Zanca attigui all’Antiquarium di via Consolato del Mare, realizzata d’accordo con l’amministrazione comunale dal Comitato Vara e dall’Associazione Amici del Museo di Messina, dove sono esposti centinaia di reperti storici che costituiscono un primo nucleo dell’auspicato Museo della Vara e dei Giganti“.

Il valore della Vara per Messina

Sarebbe davvero un peccato non potere celebrare l’Assunta nel principio di questi nuovi anni ’20, ma può giovarci a capire quant’è importante per noi. E a proposito, qual è l’importanza d’un museo cittadino dedicato al Ferragosto messinese?

“La processione della Vara dura solo poche ore per quanto intensissime di pathos e di straordinaria partecipazione, perciò con la realizzazione di un decoroso museo sarà data ai Messinesi prima, ai Siciliani, e ai turisti che giungono in città, la possibilità di conoscere e comprendere l’entità di questo straordinario evento che vede il coinvolgimento di centinaia di migliaia di persone. Così facendo, il fenomeno del Ferragosto messinese verrebbe perpetuato lungo tutto l’arco dell’anno. Non esiste infatti attualmente un luogo in cui mostrare questo grande evento cittadino che costituisce la summa della tradizione popolare peloritana.

Essendo già in servizio presso l’Antiquarium un personale, lo stesso potrebbe provvedere alla vigilanza sul piccolo museo della Vara e dei Giganti, riaprendo un varco attualmente tamponato in cartongesso, problema che può essere risolto con immediatezza e senza dispendio di risorse, rendendo così finalmente fruibile alle scuole e ai turisti questa preziosa collezione etnoantropologica sulla grande festa di Messina. Peraltro, esistono altri due ambienti attigui che potrebbero essere utilizzati per esporre ulteriori reperti già in possesso del Comitato e dell’Associazione Amici del Museo, del Comune e di tutti quei cittadini messinesi che vorranno contribuire al miglioramento della raccolta. Certamente più idonei a un siffatto museo sarebbero i locali del Palazzo Weigert (opera di Gino Coppedè) posto all’angolo tra via Consolato del Mare e via Argentieri, oggi di proprietà del Comune – e tra l’altro attuale sede dell’Assessorato alla cultura e al turismo, retto dal professor Enzo Caruso che siamo certi condividerà quest’idea –, in posizione ideale per accogliere il flusso costante di croceristi che sbarcano a poche decine di metri dall’edificio”.

La festa più sentita

Dalla tradizione deriva l’identità, dall’identità deriva la forza d’un popolo: è perciò estremamente importante provvedere a una molto maggiore valorizzazione del Ferragosto, la festa più sentita dai messinesi, che viene trattata talvolta quasi con sufficienza, quando invece in altre parti del mondo i riti anche meno peculiari vengono incoraggiati e protetti con grande cura istituzionale. La Vara, in particolare, è l’ultima espressione della grande storia di Messina: con i suoi cinquecento anni d’età è l’ultima testimonianza degli splendori perduti d’una città che a suo tempo fece la storia.

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4 commenti

  1. Blocchiamola almeno per i prossimi cinquanta anni!!!!!!!!!!!!!!

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  2. Ovviamente ancora siamo in piena pandemia,ancora alla Fase 1, senza un vaccino chissà per quanti anni e qualche intelligentone che fa??? Pensa alla Vara………Vergogna!!!! Una processione tra sacro e paganesimo con oltre centomila persone in giro per la città dovrebbe essere evitata senza fare discussioni……….e ripensarla chissà fra quanti anni. A meno che non si voglia finire come la città di Bergamo con migliaia di contagi e centinaia di morti. Comitato Vara non scherzate con la vita delle persone. Grazie

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  3. Sarebbe una mera follia…….diventeremmo la Bergamo del Sud con migliaia di contagi e chissà quanti morti. Comitato Vara non scherzate con la vita dei messinesi. Grazie

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  4. Direi di proporla sulla TV nazionale, come avviene per il Palio di Siena, o altre manifestazioni. Con la partecipazione del Papa, naturalmente con la partecipazione esclusiva dei “tiratori”, i pregiudicati messinesi…..

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