Ismaele La Vardera, portavoce di Sicilia Vera ed ex Iena, se eletto si dimetterà “per fare entrare in Consiglio chi ha vissuto il dramma delle baracche”
MESSINA – Ismaele La Vardera perché si candida come capolista di “Mai più baracche”, la lista per Federico Basile sindaco?
«Mi candido a Messina, da capolista, perché sposo il progetto di De Luca. La scelta di sostenere Cateno De Luca sindaco di Sicilia – dichiara l’ex Iena televisiva e ora portavoce di Sicilia Vera (nella foto con Federico Basile al Tirone), oltre che candidato all’Ars – nasce dall’osservazione dell’attività politica compiuta a Messina. La mia non è una candidatura simbolica e non è un caso che io guidi questa lista. Anzi, sono orgoglioso di essere capolista a supporto di persone che hanno storie così significative alle spalle».
Quali caratteristiche ha questa candidatura?
«Racconta che il modello Messina può essere riproposto su base regionale. Così come la scelta di candidarmi al Parlamento siciliano, con De Luca candidato presidente, nasce dallo stesso motivo: ho visto che a Messina ha saputo amministrare».
Un punto di forza della Giunta De Luca?
«Una delle più grandi vittorie è il risanamento: la soluzione di uno degli annosi problemi, quello delle baracche, che stava sotto gli occhi della politica messinese e regionale. Ma che nessuno aveva avuto il coraggio di affrontare e risolvere. Da qui la scelta di stare nella lista “Mai più baracche” perché l’amministrazione De Luca ha già risolto il problema».
Non c’è il rischio di strumentalizzare la vicenda dei baraccati?
«No, perché non è strumentale in vista dell’obiettivo di prendere i voti di queste persone, come furbescamente qualcuno vuole fare credere, dato che De Luca ha trovato la soluzione. Lui, ora con Basile candidato sindaco, può promuovere la lista e ne può parlare proprio perché ha affrontato e risolto l’emergenza. Contro la pratica di chi consegnava in periodo elettorale sacchetti di spesa e altro, e non eliminava mai il disagio abitativo, è emersa la politica vera di De Luca».
Che cosa significa candidare gli ex baraccati in una lista a loro dedicata?
«Proprio loro devono entrare in Consiglio comunale e fare sentire la loro voce. Io so che cosa significa vivere in una condizione di bisogno. Non ho un’estrazione borghese. A Palermo ho vissuto allo Zen e nelle case popolari di Carini. So cosa significa il problema dei cosiddetti abusivi. Si rimane segnati. Nella lista trovo laureati, ragazzi che hanno cambiato il loro destino in risposta ai borghesi che li volevano etichettare a vita ed emarginare. Io non mi vergogno: vendevo giornali, per tirare a campare, e posso capire chi è in difficoltà. Io sono la dimostrazione che si può cambiare il proprio destino. Sarò al fianco dei candidati della lista e mi dimetterò se eletto al Consiglio comunale».
Perché si dimetterà?
«La mia è una candidatura di servizio in modo che queste persone, per anni o per tutta la vita in baracca prima di ottenere le case, possano fare parte del Consiglio. È giusto dare loro voce e far sì che possano esprimere le loro istanze. Voglio dare spazio a loro: questo è il senso del mio impegno qui. E ora girerò e conoscerò meglio, al fianco dei candidati, questa città».
Questa è una battaglia legislativa e amministrativa di De Luca, come parlamentare regionale e poi sindaco, ed è anche frutto degli interventi legislativi sul risanamento dei parlamentari nazionali Siracusano, D’Uva e Navarra. Esclude che vi si possa accusare di utilizzare il tema, dunque, in chiave elettorale?
«Lo ribadisco: tu strumentalizzi una cosa che non hai risolto. Se prometti che la risolverai, puoi strumentalizzare. Ma De Luca ha già agito e ha il diritto e il dovere di parlarne, come leader di Sicilia Vera, perché ha dimostrato con i fatti che è riuscito a risolvere il problema. Le strumentalizzazioni? Le lasciamo alle forze politiche che hanno promesso e mai fatto nulla sul tema».
Che cosa la convince di Cateno De Luca come politico?
«I suoi risultati come amministratore. I numeri della raccolta differenziata e i conti risanati al Comune di Messina. Un amministratore che riesce a portare risultati oggettivi di questo rilievo, con dati certi, non è di poco conto. Sarà anche “simpatico” e dai modi pittoreschi, ma ciò che mi preme è la sua capacità amministrativa. Lo ha saputo fare il sindaco? Sì. I risultati sono avvenuti? Sì».
Per lei Federico Basile saprà continuare un percorso che lei giudica positivamente?
«Sì. Bisogna proseguire un’azione politica e amministrativa che ha visto Messina centrale nel dibattito regionale. Una città, che qualcuno a livello politico aveva dimenticato, è diventata protagonista grazie a una persona che viene da Fiumedinisi. Un politico che è riuscito a ridare centralità a Messina. E Basile continuerà questo lavoro. Nello stesso tempo, ora dobbiamo dare fiducia a De Luca nello scenario siciliano».
Perché?
«Se ha amministrato bene Messina, potrà governare in modo efficace anche la Regione Siciliana. Da questa convinzione nasce il mio impegno politico».
Tesoro mio, sei un po’ confuso sull’operato del Sig. De Luca. Non sarebbe più saggio, prima di metterci nome e faccia, informarsi anche dai non diretti interessati? Ti suggerisco di farlo.
Anche candidarsi è divenuto un trucchetto da bar.
Non ci si rende conto di quanto si stia svilendo tutto.
Ma come può dichiarare in anticipo che se eletto si dimetterà ? non si rende conto che significa ingannare i cittadini che votano una persona e se ne trovano un’altra?