Per fronteggiare i tanti problemi idrici serve una ristrutturazione interna, con più tecnici a disposizione. A Camaro, intanto, quarto giorno senz'acqua
di Marco Olivieri
MESSINA – L’ultima crisi idrica a Camaro e Bisconte, in seguito a un nuovo guasto, è l’ennesimo campanello d’allarme. E siamo al quarto giorno senz’acqua, con impiego di autobotti, e diecimila residenti coinvolti. L’Amam arranca, tra perdite ovunque e guasti di una rete disastrosa. Una rete idrica colabrodo e per questo oggetto d’interventi strutturali in corso. E altri in attesa di finanziamento. Non basta il cambio di presidenza (Paolo Alibrandi), Consiglio d’amministrazione (Francesca Martello e Salvatore Cosenza con il presidente), direttore generale (Davide Maimone). Serve una riorganizzazione.
“Il deficit di comunicazione”, denunciato dal presidente della III Municipalità Cacciotto e dai consiglieri Gioveni e Geraci, è ancora una volta il segnale di qualcosa che non va. “Noi che rappresentiamo i cittadini nel territorio dobbiamo essere informati tempestivamente”, hanno sottolineato.
Da non esperti, ma come operatori dell’informazione in ascolto dei cittadini, siamo convinti che questo sia un dato di fatto: per fronteggiare i tanti problemi idrici a Messina serve una ristrutturazione interna della partecipata, con più tecnici a disposizione.
Le difficoltà estive, sul piano organizzativo, nel fronteggiare l’emergenza idrica, rischiano di tornare se già in inverno non si riesce a porre rimedio alle emergenze. Va dato atto alle amministrazioni comunali De Luca e Basile, e alla stessa Amam, di stare affrontando le carenze strutturali e di aver pianificato una serie d’interventi, con il Pnrr, fondamentali. Ha più volte evidenziato Salvo Puccio, ora direttore generale del Comune: “Spesso si dimentica il punto di partenza. Amam, all’avvento di Cateno De Luca, nel 2018, è stata presa con 52 milioni euro di pignoramenti. Invece di trovare nuove fonti o fare appalti per ridurre le perdite, allora l’azienda comprava l’acqua da Siciliacque e la pagava pure al consorzio Bufardo di Fiumefreddo. Più se ne perdeva, più acqua c’era. Con quei soldi, non riusciva a pagare i fornitori dell’energia elettrica. Da qui i pignoramenti e non si potevano pagare nemmeno gli stipendi”.
Puccio: “L’Amam era più fallita dell’Atm”
E ancora: “L’Amam era più fallita dell’Atm. Abbiamo fatto transazioni per 52 milioni. E siamo rientrati in Consip, centrale d’acquisto nazionale, perché eravamo in salvaguardia. Pagavamo l’energia elettrica il 25 per cento in più. Con quei soldi abbiamo pagato le transazioni e cercato di fare investimenti. Abbiamo fatto un parco progetti. Gli interventi strutturali si devono ancora completare. Il servizio è ancora scarso, in attesa dell’esito degli interventi, ma pagando la metà. Prima ci si indebitava per pagare l’acqua”.
Il bisogno di nuovi tecnici nell’organico
Nessuno nega gli aspetti positivi, nell’azione amministrativa, ma l’impressione, corroborata dai fatti, è che l’organizzazione nell’affrontare disservizi abbia troppe falle. Sindaco Basile, assessore Carreri, presidenza, Cda e direzione generale si mettano a tavolino e studino come invertire la rotta. In questi anni ci sono state alcune assunzioni, per colmare le lacune, ma va valutato di quanti apporti tecnici in più avrebbe bisogno la partecipata.
In passato, inutile nascondersi, la politica faceva le sue infornate di assunzioni, spesso di amministrativi, a prescindere dalle necessità dell’ente. E oggi va fatta una valutazione se distribuire in modo diverso le forze all’interno delle realtà che gravitano attorno al Comune, inserendo nuovi apporti tecnici all’Amam. Di sicuro, le falle organizzative potrebbero essere ridotte in questo modo.
Amam sovraccaricata anche della manutenzione delle strade
In più, mette in rilievo il consigliere Cinquestelle Alessandro Geraci: “Altro errore affidare per milioni di euro la manutenzione ordinaria delle strade ad Amam, già sovraccaricata. I rattoppi delle varie ditte sono davvero insoddisfacenti e nessuno controlla. Aveva più senso affidare l’incarico ai neo assunti funzionari del Comune. Che senso ha svuotare di competenze i dipartimenti?”.
In efetti, la convenzione tra Comune e partecipata, partita dal primo ottobre, rappresenta un appesantimento per l’ente e sono già tante le segnalazioni su lavori che meriterebbero una maggiore vigilanza.
L’organigramma Amam
“Da giugno 2023 a giugno 2024 si è potenziata la pianta organica passando da 61 a 83 unità con le
seguenti figure”, si legge nella relazione annuale:
n. 2 dirigenti;
n. 2 ingegneri 6° liv.;
n. 5 letturisti e gestione contatori
n. 13 apprendisti formazione professionale
Inoltre si svolti tirocini con 89 figure così distinte:
n. 37 tirocini estate addosso
n. 52 tirocini inclusione sociale
n. 1 tirocinio extracurriculare,
Questa l’attuale struttura. Ma ora bisogna imprimere una svolta. E tocca alla politica agire per il meglio.
Ma escluse le categorie degli apprendisti e tirocinanti entrambe li per apprendere, cosa resta dell’organico???
Tutti …… Generali e nessun soldato !!!!!
Ma dove dobbiamo andare ????
Dell’acqua si può farne a meno , spendiamo i soldi x il nostro beneamato PONTE.!!!