Il leader: "Non ho accettato di essere un bottoncino nelle mani del capo di Italia Viva Renzi, in vista delle Europee e a 10 giorni delle elezioni a Monza"
di Marco Olivieri e Giuseppe Fontana
“Tavolo convocato da un mese con Renzi e Fioroni e quale urgenza c’era stanotte di fare questa operazione con il passaggio di Dafne Musolino a Italia Viva? Io non sarò mai al servizio di Matteo Renzi e dirò sempre no ai ricatti politici. Questa è stata la risposta di Renzi, maestro nei giochi di palazzo e dello stai sereno. Alla senatrice Musolino, come un padre che non può che sostenere la sua creatura, non posso che augurare il meglio. Lo merita per la sua preparazione”. Un Cateno De Luca amareggiato commenta in diretta social il clamoroso addio. E ricostruisce le difficili trattative al centro con Italia Viva, per le Europee e le elezioni suppletive del 22 e 23 ottobre a Monza. Per lui, con le lacrime agli occhi, lei politicamente “non esiste più”, si sente ferito sul piano umano, pur rinnovando l’affetto e il riconoscimento per le qualità di questa “figlia” che lo ha deluso.
Il leader di Sicilia Vera e Sud chiama Nord sostiene che sia stata “una vendetta politica di Renzi perché io, nelle trattative prima nelle politiche e poi ora verso le Europee, non ho accettato di essere un bottoncino a sua disposizione. Io non sono fatto per questa politica dei palazzi. Durerò poco”.
De Luca ha ricordato d’avere lanciato Musolino, dopo che lei non era stata eletta al Consiglio comunale, e poi il rilancio come assessora, candidata in Forza Italia e l’elezione come senatrice. Questo passaggio ora è un “colpo quasi mortale” ma “io non dirò mai nulla contro Musolino. Spero che avrà sempre più successo”, ha aggiunto con amarezza. “Musolino è stata messa con le spalle al muro e io non mi sono piegato. Ho chiamato Letizia Moratti e le ho detto che al tavolo con nemici e traditori non mi siedo”.
Il sindaco di Taormina si è lamentato di non avere avuto un incontro con la senatrice e le aveva mandato un messaggio, chiedendole di ufficializzare il passaggio dopo l’esito elettorale a Monza. Ma “lo so che dovevo andare con le gambe spezzate alla riunione politica per le Europee, uno spartiacque. Di conseguenza il passaggio doveva essere ufficializzato oggi”.
“Gallo mi ha confermato la sua fedeltà ma è chiaro che ci vogliono ammazzare politicamente”
“Francesco Gallo mi ha confermato invece la sua fedeltà al progetto come deputato”, ha precisato De Luca, che ha parlato di “sacrifici economici enormi per fare politica con il movimento. Se volete darci il colpo finale, promettete a Gallo di fare il presidente della Repubblica e perdiamo i requisiti del 2 per mille. Io non mi faccio ricattare da nessuno. A fare la trincea alle elezioni c’è sempre Cateno De Luca a metterci la faccia. Noi siamo vicini a un risultato a due cifre a Monza, intorno al 10 per cento, come candidato a Monza nel seggio che fu di Berlusconi, e questo ha fatto impazzire Renzi”.
Il deputato regionale e leader annuncia pure il libro su di lui, che presenterà a Monza, e giudica una “coltellata alle spalle quest’annuncio prima del voto. Il sistema ammazza chi non s’allinea”. Si commuove ricordando i sacrifici del padre in Brianza, da giovane, e rivendica la sua coerenza: “Le Europee saranno uno spartiacque. Lì capirà se il progetto sarà nazionale o siciliano. Non posso sempre pagare prezzi immensi. Sono un uomo vero. Preferisco tornare a zappare ma mai essere nel libro paga di certi politici”.
Le parole e la commozione nella diretta social
“Non ho passato una bella nottata”. Cateno De Luca inizia così la sua diretta in cui parla dell’addio di Dafne Musolino, una fedelissima nel suo percorso politico degli ultimi anni, passata ora al fianco di Matteo Renzi. Il sindaco di Taormina è amareggiato: “Mi sento come un padre che fa tanti sacrifici per crescere i propri figli, che ha rischiato anche la pelle per crescerli, farli studiare, farli affermare, ma che a un certo punto si vede rinnegato. Ti chiedi dove hai sbagliato, ti chiedi come mai. Ti chiedi se l’essere umano alla fine riesce anche a rinnegare se stesso. Ovviamente ti chiedi perché a un certo punto si ha la capacità di rinnegare la propria storia e soprattutto di ammazzare il tuo stesso padre. Nella vita di errori ne possiamo fare tanti: ci sono momenti belli e meno belli, ci sono momenti di grande tensione e ce ne sono alcuni nei quali c’è chi deve, a petto in fuori, fare quelle battaglie che magari non vengono comprese da chi ti sta accanto. Ma le devi fare comunque, perché se non le fai tu altri non le possono fare. Ed è logico che questa pugnalata, come ho scritto stamattina in un messaggio a Dafne Musolino, non la meritavamo. Anche con le modalità. Non avere il coraggio di affrontarmi. Già sapevo che era partito un certo pressing”.
“Quel tavolo con Renzi, Moratti e Fioroni…”
“In questo momento all’Hotel Bernini è iniziata una riunione. C’è Letizia Moratti, c’è Matteo Renzi, Beppe Fioroni e altri. L’urgenza di fare questa operazione stanotte è stata per questo appuntamento di oggi, del quale la stessa Dafne Musolino probabilmente sa nulla perché non tutti hanno una visione complessiva delle cose. Era importante che a questo tavolo io andassi in una posizione di estrema debolezza. Perché oggi quel tavolo doveva prendere una decisione che io avevo già anticipato, e lo sapete perché lo avevo già detto: non avevo intenzione di morire renziano. E vi spiego cosa significa. Le modalità, è ovvio che sono modalità che si leggono già guardando quelle che sono anche le comunicazioni. Stamattina alle 9 il comunicato di Dafne Musolino e dopo dieci minuti quello di Renzi e a batteria gli altri comunicati”. Cateno De Luca poi legge il comunicato della senatrice e commenta ripercorrendo la sua carriera: “Nel 2013 nella lista Farfalla e libertà prende 283 preferenze e non viene eletta al consiglio comunale. Ci conosciamo nel 2018, me la presenta il mio compagno di banco Alessandro Franciò, col quale condividevano lo studio. Si candida da assessora designata. Prende 254 preferenze, cioè meno del 2013, e non viene eletta e non lo sarebbe stata nemmeno superando lo sbarramento. Diventa assessore del progetto De Luca sindaco di Messina e facciamo un gran lavoro. Dopo di che andiamo ad elezioni nuovamente a giugno 2022 con Basile sindaco. Prende 686 preferenze. Non cito le europee, le 45mila preferenze perché è ovvio che sono preferenze che il sottoscritto con tutta la squadra in Sicilia e in Sardegna ha portato per il patto della Madonnina e avere la legge per lo sbaraccamento. Ho voluto ricordare questo, senza spirito di polemica perché Dafne Musolino è una donna in gamba, preparata e non posso dire che non sia così perché mentirei. Un padre non può parlare male di suo figlio, perché è sempre suo figlio. Sarei disonesto nel dire che non sia una persona in gamba”.
“Un colpo quasi mortale”
“Il colpo che mi è stato inferto è stato quasi mortale. Io l’ho presa da queste condizioni e l’ho portata, con il sacrificio di una squadra intera, ai voti del 25 di settembre del 2022 con la sua elezione al collegio del Senato e della Camera. Non ha mai speso un euro per queste campagne elettorali. Con i miei soldi, con i soldi e i contributi vostri e delle tessere. Si sono fatte così queste campagne elettorali. Avevamo un patto, scritto figuratevi, dove si davano 2mila euro al mese al partito per recuperare o cercare di recuperare queste somme. Questa è la storia. Sotto il profilo elettorale valutate voi: spero che cresca, che la visibilità che gli darà Renzi consentirà a Dafne Musolino di affermarsi e di diventare pure lei qualcosa di importante. Io è ovvio che la guardo con gli occhi di un padre con il proprio figlio. Credetemi, le auguro le migliori fortune”.
“Mai al servizio di Renzi”
“Andiamo al meccanismo in cui si è trovata e di cui si renderà conto nel tempo. Ho voluto dire no a chi ha tentato di ricattarmi. E andiamo a Matteo Renzi. L’urgenza era per l’appuntamento di oggi nel quale avrei ribadito che non avevo intenzione di diventare una scopa di Matteo Renzi, lo avevo anticipato da settimane e Matteo, che è bravo con il suo stai sereno ha fatto un’operazione da grande maestro. Come conosce lui il Palazzo, nessuno”. Legge anche qui il comunicato e poi racconta: “Un amico comune ci teneva nel farci incontrare qualche anno fa e così ci siamo conosciuti. Ci siamo visti a Roma nel suo studio e mi ha proposto di candidarci nella lista che stava facendo, primo che chiudesse l’accordo con Calenda e il Terzo Polo. Dico no e dico che l’accordo va fatto con la nostra lista e la sua lista e che non ho alcuna intenzione di consegnarmi, né voglio il suo appoggio alle regionali. Lui mi disse: ‘Mi avevano detto che eri pazzo, ma non fino a questo punto’. Ci salutiamo e il risultato è che noi otteniamo due seggi, Gallo alla Camera e Musolino al Senato. Dopo di che nei vari incontri ho sempre tenuto una linea: non rinunciamo al nostro progetto di territorio. Non ho alcuna intenzione di rinunciare al progetto di una vita”. E ancora: “Per questo è partita la vendetta. De Luca lo smontiamo così”.
L’ex sindaco di Messina ha poi parlato dei sacrifici, citando anche i genitori, prima di non trattenere le lacrime nel raccontare i sacrifici del padre. Poi il nuovo attacco a Renzi: “A un tavolo dove c’è seduto un traditore di professione non ho intenzione di sedermi. Sa fare solo la compravendita dei parlamentari, questa è la sua funzione”.
“Gallo rimane fino a prova contraria e io non mi faccio ricattare”
“Cosa succede ora? – continua Cateno De Luca -. Parlo chiaramente: ho chiamato Francesco Gallo stamattina. Ovviamente lui mi ha confermato che questa storia non la sapeva, che gli era stata tenuta nascosta. Non si frequentavano più da qualche mese, questo mi ha detto. Quindi in questo momento, possiamo contare sulla presenza di Gallo alla Camera, che mi ha confermato la sua posizione. Io avevo capito e saputo. A lei ho mandato un messaggio stamattina, visto che non è venuta a trovarmi per dirmi come stavano le cose. Avrei dovuto inseguirla io, facendo l’anticamera al Senato, per sapere le cose e non il contrario. Le ho scritto di avere capito tutto. Le ho chiesto solo la cortesia di vedersi con la mia squadra, perché Dafne è anche il mio avvocato. Vedetevi con gli altri miei avvocati, consegna le mie cose, fammi le fatture a saldo per il lavoro che hai fatto. Ma ti chiedo la cortesia di ufficializzare il passaggio a dopo le elezioni di Monza. Ma io sapevo che avrebbe dovuto farlo per forza ora, per la riunione delle 10.30. Fino a quando Francesco Gallo rimarrà con Sud chiama Nord avremo la possibilità di avere il 2 per mille e di tentare di recuperare 2 milioni e oltre spesi dal 2007. Anticipati lì, anche per le campagne elettorali di Dafne Musolino. Sennò pazienza, tanto sempre due metri quadrati ci toccano alla fine. Nella tomba c’è lo spazio solo per i ricordi e gli affetti di tutto quello che hai generato da vivo. Se vogliono darci il colpo finale prendono Francesco Gallo e gli promettono di fargli fare il presidente della Repubblica. Lo dico perché non mi faccio ricattare: se ci vogliono rompere le gambe, fanno così. Ma il mio atteggiamento non cambia né in generale né con lui.
“Perché screditarmi prima dell’elezione di Monza? Chiedetelo a Musolino”
Il nodo restano le Europee e l’elezione di Monza: “Si parla che siamo già in un risultato a due cifre a quindici giorni dal voto. Ogni giorno cresciamo, ma questo ha fatto impazzire Renzi perché voi vi immaginate Cateno De Luca, mister nessuno, un moscerino, che va a prendere più del 10 per cento nel collegio di Monza-Brianza dove Renzi e Calenda insieme hanno preso un anno fa credo il 6 o 7 per cento? Questa è stata l’urgenza: screditarmi, anche nel collegio di Monza-Brianza”.
“E se incontrate Dafne Musolino chiedetele il perché di questa cosa. Ma se mi vuoi ammazzare guardami e dammi una pugnalata, non come i mafiosi che sparano alle spalle. A Monza solo gli elettori potranno reagire. Saremo qui comunque, senza cedere di un millimetro. La mia battaglia finale poi sono le Europee, in base al risultato capiremo se continuare la battaglia nazionale o coltivare solo il progetto in Sicilia. Non avete idea il prezzo umano che si paga in questi momenti. Ma sei il leader e devi andare avanti. L’entusiasmo ce l’ho, lasciatele stare le lacrime di oggi, non sono segno di debolezza.
Dafne non ce l’ho con te, è la magia del palazzo”
“Dafne io non ce l’ho con te perché lo so cosa significa la magia del palazzo. Ci sono stato sempre e questa situazione non la attribuisco alla tua inesperienza. Te lo dico con molta onestà, come augurerei a mio figlio di riuscire a poter fare quello che desidera e ad affermarsi, lo auguro anche a te. Ma risparmiaci commenti e motivazioni inesistenti. Risparmiaci il tuo malessere di non essere coinvolta, perché non è così. Risparmiaci tutto questo, svolgi il tuo nuovo ruolo, fagli vedere chi sei. Ti guarderò sempre con orgoglio, perché ti ho preso da candidata con 200 voti e ti ho portata in Senato, ma risparmiami altro perché per me da questo momento in poi non esisti. Fatti il tuo, noi ci faremo il nostro. Non sarà questa pugnalata che cambierà il nostro destino. Grazie tante, vi amo e fino a quando voi ci sarete io ci sarò”.
Purtroppo in Italia (a noi interessa in questo caso il patrio suolo) esistono i “Renzi” dello stai sereno Enrico e gli “altri” persuasori a mezzo “social” cui il popolo xxx dà acriticamente retta.
Sorvoliamo sulle qualità e sulla caratura politica risibile della senatrice Musolino.
Diciamo chiaramente che senza De Luca non esisterebbe.
A Roma probabilmente ci sarebbe andata forse con la parrocchia.
Chiedo adesso a De Luca: ha tanta considerazione di sé da pensare di essere un polo di attrazione più grande di qualunque altro?
La senatrice appena messo il viso fuori casa ha capito che esiste un mondo intero di alternative e di obiettivi ovviamente personali.
La colpa è di chi regala il proprio voto sulle ali dell’entusiasmo.
Errori ne ho compiuti diversi ma mai neanche per un attimo ho pensato di commettere quello di votare la signora in questione.
Renzi raccatta senatori in ogni angolo del Parlamento, con una manciata di voti, e c’è ancora chi sostiene che votare abbia senso.
Ma immaginate chi l’ha votata pensando più che a lei a De Luca, è adesso si rende conto che ha portato un deputato a provolino? Da entrare in depressione, ci vorranno diverse sedute di un buon analista.
ahahahahaa ben ti sta.. …..! Ritorna a zampettare le verdi praterie……… .
del resto……chi semina vento non può che raccogliere tempesta
Senatrice Musolino, lei non ha tradito De Luca, ma ha tradito la città di Messina e gli elettori del collegio senatoriale che hanno votato Sud chiama Nord.
De Luca ingenuo che non ha capito anzitempo.
“per me da questo momento in poi non esisti”……….Ma non vi ricorda la frase che Michael Corleone, nel film Il Padrino parte II, rivolge al fratello Fredo che lo aveva tradito….????
A Messina si chiamamo in lingua dialettale: Banneri di cannavazzu! Ce ne sono tante in Italia di Banneri di cannavazzu una molto famosa è quella di Renzi che eletto nel PD ha tradito il partito ed ha poi fondato Italia Viva. Po c’è Calenda stessa carriera eletto nel PD anche lui. Ma a Messina c’è una che molti hanno dimenticato una bannera di cannavazzu famosa. Mi riferisco all’ex sindaco Genovese, eletto nel PD, e poi passato a Forza Italia.
Diverse riflessioni andrebbero fatte ma una su tutte a mio parere è quella che che mi preme di più: da sconosciuti a senatori senza un valore fondamentale della riconoscenza verso un fondatore di un movimento (de luca) e il valore del voto personale dato alla musolino dai messinesi che si vedono questo cambio di casacca durante una legislatura
L’errore della musolino sta dentro questi due valori che lei evidentemente non ha
Si può accettare che una persona voglia cambiare partito ma nel pieno rispetto di chi ti ha votato e di chi ti ha portato fin lì ( de luca)
Il cambio casacca dovresti farlo a fine legislatura. Ecco musolino personalmente ti contesto questo: tempi e modi sbagliati che sono uno schiaffo in faccia ai tuoi elettori e a colui che li ti ci ha portato (de luca)
Il tempo è galantuomo e vedremo se restituirà qualcosa