La Procura ordina gli accertamenti tecnici per capire se Marika poteva salvarsi. Ieri a Scala i funerali tra le lacrime degli amici e della famiglia
Tanta gente fuori e dentro la chiesa di Scala di Patti per l’addio a Marika Buttò, la giovanissima vittima dell’incidente stradale avvenuto all’alba di due giorni fa sul viadotto Moreri, sullo scorrimento veloce che collega il centro pattese all’autostrada A20.
Gli immancabili palloncini bianchi, gli applausi per farsi forza, nella commozione che accompagna il feretro bianco all’uscita dalla chiesa, i versi delle canzoni che più amava, quelli delle poesie che le dedicano gli amici per ricordare la loro “piccola stella”. Tante le parole, le lacrime e i gesti d’affetto che hanno circondato i familiari di Marika, ieri nell’ultimo saluto alla ragazza, volata dal viadotto giù per dieci metri, mentre con la sua auto faceva ritorno a casa, dopo una lunga serata di lavoro nel locale di Patti Marina dove era impiegata.
Forse un malore, più probabilmente un colpo di sonno, una manovra a velocità l’hanno spinta contro il guard rayl e poi giù dal viadotto, non lasciandole scampo. Saranno le indagini a stabilire cosa è accaduto, in particolare la perizia tecnica sul veicolo e i rilievi sul viadotto, ordinati dalla Procura di Patti per ricostruire la dinamica dell’incidente.