L'ex assessore Giuseppe Laface interviene sul dibattito scaturito dalla demolizione dell'ex teatro in Fiera. E rispolvera la memoria......
Messina e la ritrovata voglia dell’#affaccioamare. La foto riproduce la previsione del Piano Regolatore del Porto di Messina. Per ciò che riguarda in particolare l’area della #fieradimessina si è previsto, come è possibile verificare proprio dalla foto con la legenda, il mantenimento degli edifici oggi demoliti (teatro in fiera, uffici, biglietteria, aree espositive al piano terra).
Si apre uno squarcio
Sulla base di questa previsione, condivisa da tutti gli enti preposti nel momento in cui è stato approvato lo strumento di pianificazione, l’Autorità Portuale ha deciso di appaltare il progetto di demolizione e ricostruzione di quegli edifici. Fin qui nulla di strano, anzi precisa esecuzione di pianificazione e programmazione. Ed ecco che appena si demolisce quel fabbricato che murava la vista dal viale della Libertà e dalla Passeggiata a mare, i messinesi hanno scoperto un altro punto di ammirazione di Scilla e Cariddi. Si apre uno squarcio di luce e panorama in piena città, si riscopre il senso di profondità della passeggiata che potrebbe da lì continuare fino quasi al gasometro proprio sul mare.
I meravigliati della grotta
I messinesi chiedono a gran voce e pretenderebbero che non si chiuda più quella porta, non si spenga quella luce. Ma, altri messinesi quella previsione la avevano decisa, gli era stata bene al punto tale da approvarla senza battere ciglio. Il PRG del Porto è un argomento che ha interessato gli enti messinesi almeno dalla metà degli anni 90’, senza che mai nessuno abbia lanciato l’idea di togliere qualcosa piuttosto che mantenere così come previsto. Non so se oggi mi provocano più tenerezza o arrabbiatura i “maravigghiati da rutta” che chiedono a Mega di fermarsi, specie se in precedenza sono stati al governo di questa città nei ruoli più disparati.
Serve un percorso chiaro
La vicenda è molto chiara da un punto di vista giuridico: c’è un appalto, ci sono delle risorse pubbliche impegnate, si deve verificare se davanti alla volontà politica della città, del suo Sindaco e del Consiglio Comunale, si possa intervenire a cambiare le previsioni regolamentari e di pianificazione e, poi, se l’appalto in corso possa essere cambiato a termini di legge senza che vi sia spreco di denaro pubblico e danni all’erario. Io credo che potrebbe ipotizzarsi un percorso che porti alla fine a spendere gli stessi soldi in altre opere sempre della stessa natura (edili) in edifici limitrofi. Ma è necessaria una veloce determinazione politica cui le prese di posizione di ognuno di noi, le raccolte firme, le petizioni on line, i sit in, potranno solo servire a rafforzare. Chissà se #messina riuscirà ad imporre qualcosa a se stessa. A non subire ancora ciò che appare irrimediabile ?
bravo come non concordare….
Messina, nella sostanza, non si sa gestire.
Meglio Mega dei “meravigliati dalla grotta”.
Molto meglio.
Se poi un colosso finanziario cinese si prendesse il porto, investendo….,
saremmo al top.
Che arrivino Russi, Cinesi, Scandinavi (discendenti degli Hauteville..,), chiunque, purché non messinese.
La nuova struttura,che dovrebbe sorgere all’EX fiera di Messina è un’opera architettonicamente scontata e inutile per non dire pure dannosa.La città di Messina è stata demolita sistematicamente e si continua a farlo.