L'allaccio abusivo del lavaggista e la rete idrica colabrodo a Messina

L’allaccio abusivo del lavaggista e la rete idrica colabrodo a Messina

Marco Olivieri

L’allaccio abusivo del lavaggista e la rete idrica colabrodo a Messina

lunedì 02 Settembre 2024 - 07:00

Serve un'incisiva operazione verità per sanare le illegalità diffuse e contrastare le perdite

MESSINA – Così titolavamo pochi giorni fa: “La rete idrica colabrodo a Messina, nel 53% di perdite anche gli allacci abusivi”. Poi è arrivata in soccorso la cronaca con il lavaggista del centro “beccato” dalla polizia municipale. Aveva creato un collegamento illegale con una tubazione dismessa. Si tratta solo di un esempio. Chissà quanti casi potrebbero emergere. Un vaso di Pandora in salsa messinese. Nella rete colabro, con perdite del 53 per cento, esiste una percentuale giudicata alta proprio di allacci abusivi e situazioni da regolamentare.

Questo avviene in una Messina che deve fare i conti con le proprie anomalie. Una città che si è sviluppata in modo disarmonico, con sacche d’illegalità e scelte urbanistiche dissennate. Una città ancora ben lontana dall’agognata “normalità”. Nei “si dice” messinesi, che corrono di bocca in bocca, si racconta di tante situazioni al limite, con violazione delle regole a danno della comunità. Serve, probabilmente, un’operazione trasparenza, nel campo dell’abusivismo idrico, da affrontare in modo organico. Un intervento necessario al pari degli interventi strutturali in corso e da finanziare per la rete.

Una visione politica per affrontare la crisi idrica e ogni altra emergenza

Fin quando i “si dice” a Messina saranno più forti dell’azione delle istituzioni per ripristinare la legalità, a favore della collettività, la strada per diventare davvero una comunità sarà ancora in salita. Ma questo risultato si può ottenere solo con un’accurata programmazione a tutti i livelli. Per questo motivo, accanto alla necessaria attenzione alla gestione amministrativa, serve sempre una visione politica, con obiettivi a medio e lungo termine. Un ponte tra il “qui e ora” e il futuro, in politica, non solo è necessario ma indispensabile. Un ponte necessario per affrontare la crisi dirica e ogni altro nodo critico a Messina.

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14 commenti

  1. Qst è una delle tante situazioni d’illegalità di qst città dove, ognuno fa ciò che vuole in barba alle necessità della comunità. Abusivismo, espropri per interessi personali, sarebbe ora di far in modo che, lavaggi auto, meccanici ed anche distributori di carburante siano messi in condizioni di lavorare ma fuori centro urbano, così come nelle altre città.

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  2. Trovata la soluzione per risolvere il tutto: scavate un bel pozzo della profondità di circa 100 MT. Poi mettetevi sui social e comiziate alla Wanna Marchi circa la vostra acuta perizia e bravura. Poi magari fate un bel comizio, diciamo nella piazza centrale di Taormina, dove accusate tutto e tutti e sfidate a duello sul posto chi osa pensare in maniera critica o diversa. Accusate, inveite, sproloquiate liberamente e soprattutto inondate il cervellino della gente con dovizia di numeri, cifre, percentuali e modellini sul vostro divino operato. Spendete altri 100.000€ di soldi pubblici nell’ impresa. Voilà, il problema della siccità è risolto persino nelle Alte Sfere. E guai a pensarla diversamente. W il Rabdomante del Nisi.

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  3. Le sacche di piccoli e grandi illeciti sono talmente tante e talmente visibili che mi sorprende la bassa frequenza con le quali certe notizie salgono agli onori della cronaca.
    Al concerto di Gigi D’Alessio hanno portato via decine di scooter con il carro attrezzi.
    Il divieto partiva dalle 14 la rimozione è cominciata alle 16 e proprio perché non se ne poteva fare a meno.
    Poco mordente?
    Poca voglia di fare male?
    Lei cosa ne pensa direttore?
    Esempio:
    Perché i posti per disabili sono mediamente lasciati liberi adesso?
    Impennata di senso civico?

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  4. Vorrei partire da qui. Chi è il proprietario dell’acqua?
    ART. 144 D. Lgs 152/06 (tutela e uso delle risorse idriche). Tutte le acque superficiali e sotterranee, ancorche’ non estratte dal sottosuolo, appartengono al demanio dello Stato. Quindi l’AMAM per conto del Comune di Messina si limita a gestisce le acque sul territorio. Purtroppo però finchè si darà l’acqua a chi non la paga nei fatti non vedo molte differenze con il lavaggista che si era allacciato abusivamente al tubo Amam lasciato lì e libero in bella mostra. I primi non pagano l’acqua e i secondi non pagano l’acqua. Sostanzialmente alla fine qualunque sia il modus operandi dei cittadini il risultato è il medesimo. Qualcuno giorni addietro ricordava che anche chi non paga ha diritto a chiamare l’autobotte per rifornirsi gratuitamente. Spero quindi che “la visione politica” di cui si parla nell’articolo non sia questa.

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  5. Ma vi siete mi chiesti chi è il presidente dell’amam , sono tutti una massa di incompetenti, andate a vedere chi è, e vi rendete conto a chi appartiene. Andate tutti a casa ,avete rovinata una città.

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  6. Andate a vendere arance…. incompetenti

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  7. L’illegalità legalizzata alla messinese. Unica città al mondo in cui evidentemente a scuola guida insegnano che i marciapiedi sono parcheggi per mezzi a due ruote, che gli scivoli sono fatti per sostare a spina di pesce. Le strisce pedonali? Le piste ciclabili? Tutti parcheggi. Il passo carrabile? L’isola pedonale? Sosta per furgoni dei corrieri. Proprio questa mattina ho dovuto attendere che un corriere terminasse le proprie consegne per poter transitare con il passeggino di mia figlia sul marciapiede (ho inviato una foto al vostro numero per le segnalazioni). Il Corso Cavour? Sosta breve per colazione al bar. Tutto ben noto, tutto sotto gli occhi di tutti, persino di molti inquilini di palazzo Zanca, che sul corso Cavour sono di casa. Insomma, tutto legalizzato.

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  8. i lavagisti, i veri padroni delle vie cittadine, occupano non solo il posto davanti alla saracinesca, spesso senza neanche il passo carrabile, ma anche 3 o 4 posti sulle strisce blu. Fate due passi su via Cesare Battisti la mattina o nella traversa tra il corso Cavour r la via Battisti stessa, posti occupati da sedie, birilli e stendi tappetini. Potrei contunuare con altri 10 esempi ma tanto è così alla luce del sole che evidentemente all’amministrazione non interessa che ci sia un lavaggio che occupa abusivamente un paio dei già pochi posteggi in centro.

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  9. Alla luce del fatto di cronaca e per la scarsità delle risorse idriche avvierei 2 azioni. La prima censimento e verifiche di tutti i lavaggisti (compresi automatici) sul territorio comunale con controllo dei consumi e bollette pagate. La seconda, considerato che è uno spreco che l’acqua potabile pubblica la si usa per lavare le auto, taglierei fornitura dietro pagamento invierei autobotti di acque riciclate a riempire le loro cisterne……tanto le macchine per lavarle se le fanno pagare…..e loro pagano quella che comprono. Mi sembra semplice….per un peccatore……

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  10. In ogni caso come al solito, non sappiamo chi sia il lavagista mai che i cittadini possano sapere chi sia. Ricordate quante multe e locali dedicati alla ristorazione chiusi per sporcizia ecc. NON SI SA MAI NULLA IN QUESTA CITTA’! Mah…….

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  11. Come al solito non sappiamo chi sia il lavagista, ricordate quante attività commerciali dedite alla ristorazione multate o chiuse per sporcizia e cibi avariati? Mai un nome, IN QUESTA CITTA’ NON SI SA MAI NULLA! MAH…..

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  12. Vergognoso che in un momento in cui viene centellinata l’acqua alle utenze domestiche nessuno si occupi di verificare la dispersione di risorse dovuta ad allacci abusivi. Che poi, diciamolo, a Messina i veri padroni della strada sono quelli che lavano le auto. In tutto il centro (anche a pochi metri dal comune) occupano stalli a pagamento (naturalmente senza pagare) con vetture, sedie, stendini, motorini…, creano doppie e triple file ove possibile (vedi via Cesare Battisti), bloccano auto parcheggiate pagando, chiedono agli automobilisti di non occupare i loro posti o “quanto devi stare???”. Ovviamente, non tutti lavorano in questo modo, e mi dispiace dover generalizzare per raccontare quanto fatto (platealmente) dalla maggioranza.

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  13. Davanti a queste testimonianze, chi di dovere dovrebbe rispondere, se siamo ancora in democrazia

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  14. …Luigi, si chiama carta formato protocollo… serve ancora per sporgere una denuncia ai Carabinieri o direttamente in Procura …

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