L'Accusa chiede pesanti condanne per i Mazza e gli Umbertalli coinvolti nel blitz anti droga tra Gazzi, Mangialupi e Provinciale
MESSINA – Sono condanne pesanti quelle che la Procura invoca per gli imputati dell’operazione Aquarius, l’inchiesta della Squadra Mobile di Messina sullo spaccio di droga in zona sud gestito dalle famiglie Mazza-Umbertalli.
Oggi l’Accusa, rappresentata dai pubblici ministeri Francesco Massara e Roberto Conte, ha ripercorso tutta l’inchiesta e formulato le richieste di condanna al giudice per l’udienza preliminare che si sta occupando di una ventina di indagati che hanno scelto il processo in abbreviato. Proprio tenendo conto che si tratta di un rito alternativo, che consente un sostanziale “sconto di pena”, sono vere e proprie “tegolate” quelle che i PM hanno chiesto. Il giudice deciderà dopo aver sentito i difensori, tra il 23 novembre e il 14 dicembre.
Tutte le condanne richieste
Ecco intanto le condanne che vuole la Procura: 20 anni per Lucio e Daniele Mazza, per Lorenzo Umbertalli; 14 anni per Rosario e Antonio Mazza, per Aurora Aliotta, Massimo Russo; 12 anni e mezzo per Davide Bonanno; 12 anni per Rosa Gugliotti, 10 anni per Maria Tindara Umbertalli e Antonino Corritore; 9 anni e 4 mesi per Fabiana Russo; 6 anni per Francesco Giorgi; 4 anni e 4 mesi per Gianluca Minnella e Massimiliano Primerano.
Altri quattro imputati hanno invece scelto di andare avanti col rito ordinario e vanno verso il processo. Si torna in aula a fine ottobre, quindi, per dare la parola agli avvocati Cinzia Panebianco, Carolina Stroscio, Salvatore Silvestro, Daniela Garufi, Salvatore Stroscio, Massimo Marchese, Giuseppe Donato, Tommaso Autru Ryolo e Pietro Venuti.
Lo spaccio di droga
Gli arresti sono scattati col blitz del marzo scorso, svelando che il quartiere fortino di Mangialupi, a ridosso del carcere della zona sud messinese, resta la piazza principale per lo spaccio di droga a Messina. La “fotografia” scattata dall’inchiesta mette poi in luce che, con i capi storici in carcere, i rifornimenti di cocaina e hashish erano passati in mano a nomi relativamente nuovi, come appunto gli “eredi” Mazza e gli Umbertalli, imparentati tra di loro ma non sempre d’accordo, su come muoversi per gli approvvigionamenti degli stupefacenti e lo spaccio.