Il disegno di legge adesso verrà trasmesso alle Camere. La pandemia ha evidenziato la carenza del personale sanitario
Parte dall’Ars con destinazione Parlamento la richiesta di abolire il numero chiuso per l’accesso ai corsi universitari. La V Commissione all’Ars ha approvato infatti il disegno di legge, da proporre al Parlamento, un passaggio che ha visto il voto unanime di tutti i componenti della Commissione. finalizzato all’abolizione del numero chiuso per l’accesso ai corsi universitari.
Carenza di personale sanitario
“Un tema che oggi torna dirompente, visto che la crisi pandemica in atto, tra i molti effetti prodotti, ci ha messi di fronte alle conseguenze della carenza di figure specializzate in ambito medico-sanitario- spiega Totò Lentini, primo firmatario della legge- Un vuoto di cui si discute ogni giorno, ora che la diffusione del Covid-19 ha messo il nostro sistema sanitario davanti allo specchio. Ci siamo ritrovati a toccare con mano gli effetti di oltre 20 anni di restrizioni nei percorsi di accesso ai corsi di laurea, con particolare riferimento alla facoltà di Medicina”.
Conseguenze negative
Un modello che ha prodotto conseguenze negative sulla qualità dell’offerta sanitaria e, più in generale, sui livelli di competitività e innovazione dell’Italia in ambito internazionale, costringendo migliaia di studenti ad espatriare per continuare gli studi in contesti accademici meno restrittivi e le famiglie a sobbarcarsi costi esorbitanti per garantire un futuro ai propri figli. Negli ultimi anni poi solo attraverso i ricorsi al Tar è stato possibile ottenere quello che un numero chiuso così penalizzante ha comportato per lo stesso futuro di intere generazioni.
Esigenze del sistema sanitario
“Una volta archiviato favorevolmente il passaggio in aula – conclude il deputato regionale – dal parlamento siciliano arriverà un segnale inequivocabile che avrà soprattutto tre obiettivi: qualificare la forza lavoro, garantire nuove opportunità per i giovani e rispondere alle esigenze, ormai inequivocabili, del sistema sanitario“.