La Ristagno chiede la revoca della sospensione. Pecoraro:«Andiamo avanti»

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Danila La Torre

La Ristagno chiede la revoca della sospensione. Pecoraro:«Andiamo avanti»

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venerdì 29 Luglio 2011 - 08:26

Secondo i legali del direttore medico di presidio, Raspaolo e Giorgianni , il provvedimento non sarebbe supportato «da idonea motivazione, apparendo piuttosto come un comodo escamotage per attribuire ad un unico soggetto responsabilità». Ma il direttore genarle del nosocomio di viale Gazzi non torna indietro

La dottoressa Rosalba Ristagno, direttore medico di presidio presso il Policlinico di Messina, chiede la revoca della sospensione dall’attività disposta dal direttore generale dell’azienda ospedaliera universitaria G. Martino, Giuseppe Pecoraro, in seguito al “caso larve” scoppiato nel reparto di Rianimazione del nosocomio di viale Gazzi.
A darne notizia, attraverso un comunicato, sono i legali difensori della professoressa Ristagno, avv. Carmelo Raspaolo e avv. Alessia Giorgianni. «A seguito degli avvenimenti accaduti presso il Policlinico di Messina – si legge testualmente – relativi ad un presunto rinvenimento di larve nelle narici di un paziente in degenza presso il Reparto di Rianimazione del Policlinico Universitario di Messina, e della successiva adozione di provvedimenti “cautelari” adottati dal dott. Pecoraro Direttore Generale del Policlinico nei confronti del Dirigente Sanitario di Presidio dott.ssa Ristagno, anche questi ampiamente divulgati dai mezzi di stampa; per conto e nell’interesse della dott.ssa Ristagno intendiamo precisare quanto segue: Avverso il provvedimento di sospensione cautelare dal servizio la nostra assistita ha già reagito con richiesta di revoca non essendo lo stesso supportato da idonea motivazione, sia nella forma che nella sostanza, apparendo piuttosto come un comodo escamotage per attribuire ad un unico soggetto responsabilità, tutte da verificare ed accertare,che fra l’altro non possono essere allo stesso già mai imputate. Peraltro, lo stesso Direttore generale aveva minimizzato il fatto, di valenza verosimilmente solo giornalistica attribuendolo semmai, e se vero, ad una “disattenzione” diretta del personale ospedaliero. Per tal motivo e in attesa di verificare intanto la veridicità dell’evento e la effettiva responsabilità dell’evento stesso, intendiamo chiarire la irreprensibile condotta della dott.ssa Ristagno, che dal momento dell’insediamento nell’incarico ha sempre svolto le proprie funzioni in maniera esemplare e nel pieno rispetto delle norme sanitarie ospedaliere».
Ricordiamo che sulla morte di Vincenzo Misuraca sta indagando la Magistratura, che ha disposto l’autopsia della salma, già eseguita , il cui esito si conoscerà a settembre. Sono state, inoltre, aperte due inchieste parallele, una avviata congiuntamente dal Ministero della Salute e dalla Regione, che all’indomani del decesso “sospetto” hanno inviato sul posto i propri ispettori; e l’atra voluta dai vertici del Policlinico, i quali hanno nominato una commissione interna di verifica, che sta ancora lavorando. Va detto, inoltre, che oltre alla sospensione della Ristagno, Pecoraro aveva adottato altri provvedimenti e precisamente : l’avvio del procedimento disciplinare per tutto il personale infermieristico professionale impiegato nel Reparto di Rianimazione; ed il congedo ordinario per lungo periodo del direttore del reparto, Angelo Sinardi, che equivale ad un periodo forzato di ferie.
I legali della Ristagno non comparano espressamente i provvedimenti, ma forse hanno riscontrato, e per questo contestano la sospensione, una certa iniquità di giudizio.. Ma sulla richiesta di revoca , secca la risposata di Pecoraro: «Il procedimento disciplinare deve seguire il suo iter, andiamo avanti seguendo la strada intrapresa». (Danila La Torre)

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