Le Guide Ufficiali del Parco raccontano natura, storia e itinerari del Parco Nazionale dell’Aspromonte
Basilicò con i sui quasi 1750 m s.l.m svetta poco oltre suo “fratello” Scirocco, ed insieme cingono in un abbraccio l’abitato del piccolo centro montano di Gambarie, (https://www.facebook.com/guideufficialiparcoaspromonte) . Si tratta di una figura imponente, che appare preponderante dai rettilinei di “Gornelle”, percorrendo la strada che da Reggio sale a Gambarie via Terreti. Difatti qualcuno lo ha anche soprannominato “l’orso che dorme”. Dalla piazza di Gambarie, guardano verso monte fa capolino sulla destra, occupando pian piano lo spazio che merita, quando la visione si amplia. Sulle sue pendici si compongono anche habitat di pregio, alcuni dei quali particolarmente importanti, tanto da essere inseriti nell’elenco dei S.I.C. (siti di interesse comunitario).
La vegetazione appare dominata dal faggio, ma non mancano nuclei di abete bianco che si miscelano a loro con grazia. Ci sono tante specie in verità, come il castagno (nelle parti più basse), il pino laricio e bellissimi esemplari di agrifoglio, alcun dei quali abbastanza imponenti e molto altro. Si adagiano alle sue pendici anche individui importanti – e monumentali – di abete bianco (alla fontana “tre aie”) e di pino laricio (pino del lavandeto nei pressi di loc. “fragolara”). A volte però il bosco, per l’uomo, è fonte di storie e leggende… più o meno verosimili!
La tradizione popolare racconta che alle pendici di Monte Basilicò sorga il “Bosco delle fate”. Creature soprannaturali abitano questo luogo e sono protagoniste di “cunti” con esiti non sempre a lieto fine. L’uomo tende a “romanzare” ciò che non conosce, ma dalla superficie mitologica occorre sempre andare al fondo di verità. La presenza di animali selvatici, spesso invisibili agli occhi, è forse un indizio. Così come lo sono i molti segni della loro presenza nel bosco. Allora più che le fate, forse dovremmo cercare caprioli, tassi e lupi.
La fauna è infatti ricca e variegata, dallo scoiattolo meridionale alla rana italica, passando per cinghiali, salamandre e lepri… solo per citare i più “famosi”! Custodisce anche alcune testimonianze storiche, come un’antica pista in parte lastricata (ancora non indagata) ed i resti di neviere e carbonaie. La sua figura è ben incisa da due torrenti, Listi a sud e Troia a nord, entrambi afferenti al bacino idrografico del “Gallico”. Non tutti forse sanno che Basilicò nonostante sia chiaramente riconducibile al comprensorio di Gambarie, ricade nel comune di Reggio, che può quindi vantare uno sviluppo da 0 a quasi 1800 metri!
Un sentiero ufficiale lo attraversa come una ruga, immerso in boschi lussureggianti. La sua cima ha uno strano ed affascinante sviluppo in piano, completamente alberato, che offre visioni che disorietano positivamente, in particolare d’inverno ed autunno, con nebbia o neve. Un’eventuale escursione avrebbe quindi sempre bisogno della corretta preparazione. Il nome Basilicò pare arrivare dal greco Basilikòs, ovvero regale, imperiale: è il Monte del Re! Anche se quando ne solchi la vetta è così che ti senti, non sappiamo se questa interpretazione sia corretta al 100%, ma possiamo dire che alle sue pendici sembrano essersi sviluppati miti e leggende importanti su personaggi fondamentali della storia del mondo che oggi conosciamo, ma questa è un’altra storia che racconteremo un’altra volta…