"Samo, i legami e la continuità sono l'evidenza stessa ed il senso di quel territorio".
Sono molti, oggi, quelli che partono. Alcuni scappano, altri vanno via lentamente e col cuore spezzato. Noi restiamo. Per fortuna, per condizione, per testardaggine o forse perché abbiamo saputo cogliere delle opportunità. Noi siamo aspromontani e quest’appartenenza la sentiamo forte, https://www.facebook.com/guideufficialiparcoaspromonte . Esiste quasi sempre una continuità tra l’Aspromonte e le sue genti, sana e forte, che forma un legame visibile nel bene e nel male.
Esiste un luogo, in Aspromonte, ove legami e continuità sono l’evidenza stessa ed il senso di quel territorio. Stiamo parlando di Samo e vogliamo presentarlo così, con le parole di Vito Teti: “Il nuovo abitato di Samo e gli antichi ruderi di Precacore sono contigui. Si osservano come per controllarsi, per non separarsi. Dall’abitato di Samo i ruderi di Precacore appaiono come una sorta d rimorso, di memento mori, come il luogo di fondazione e della memoria. Dalla collina con i ruderi le case di Samo appaiono una sorta di continuità della vita.”
Samo e Precacore, un legame che forse non sarà mai sopito al quale noi, da guide, dobbiamo aggiungerne almeno un altro, cercando di rimanere umilmente ed immeritatamente sul solco tracciato dal Prof. Teti. Si tratta del legame tra Samo e la montagna. Risalendo a piedi verso Monte Perre il paesaggio si allarga e ti avvolge, grandi rapaci volteggiano sulla tua testa e la fiumara risplende ai tuoi piedi. Querce secolari ti salutano, appena arrivi in vista di Puntone Galera, da dove puoi iniziare a vedere il selvaggio Aspromonte, arroccato su se stesso, per difendersi chissà da cosa o da chi.. Proprio lì puoi comprendere come Samo, sia uno dei simboli più evidenti delle continuità tra uomo e natura, antico e moderno, antropizzato e selvaggio. Un’unica “strada” collega tutto questo. Un tracciato che attraversa la montagna come uno sbadato tratto di matita e che vede la sua fine sul Montalto, se mai una fine l’abbia davvero.
Non siamo la perfezione ed oggi abbiamo la presunzione di dire che neanche la desideriamo, perché vogliamo raccontare una storia che sia la nostra, semplicemente autentica. Per poterla raccontare siamo dovuti restare, insieme a quei ragazzi di Samo, che resistono con la stanchezza e l’amore negli occhi. Resistenza preziosa.
I luoghi, questi si che sono perfetti, senza colpe e ricolmi di una purezza che dobbiamo sempre ambire a raggiungere, anche se mai riusciremo a farlo. Questa è la storia che vogliamo raccontare, quella di Samo e dell’Aspromonte selvaggio, delle sue querce millenarie, della Fiumara La Verde e di quanto sia un privilegio camminare su questa terra.
Abbiamo voluto scrivere molte parole per darne senso a poche altre: grazie Aspromonte, per le opportunità che ci hai dato e che abbiamo saputo cogliere e scusaci, per quelle che invece non abbiamo saputo vedere.