Nella Sala Laudamo, dal 19 al 21 aprile (cartellone "Paradosso sull'Autore"), uno spettacolo a metà fra il teatro e la musica. Con l'attore e autore in scena il fratello Davide (voce solista e chitarra) e Giancarlo Pagliara (fisarmonica), regia di Gabriella Casolari
Una storia di provincia emblematica e anche un omaggio a Domenico Modugno. Gianfranco Berardi, attore autore regista, insomma uno degli uomini di teatro più completi dell’attuale panorama italiano, torna a Messina, nella Sala Laudamo (cartellone “Paradosso sull’Autore”) con lo spettacolo “Io provo a volare”, che ha per sottotitolo appunto “Omaggio a Domenico Modugno”, in scena dal 19 al 21 aprile. Berardi sarà sul palco insieme col fratello Davide Berardi (voce solista e chitarra) e con Giancarlo Pagliara (fisarmonica); la regia e le luci sono di Gabriella Casolari, i costumi di Pasqualina Ignomeriello.
“Io provo a volare” è una drammaturgia originale, che a partire da cenni biografici di Domenico Modugno e dalle suggestioni delle sue canzoni, racconta la vita di uno dei tanti giovani cresciuti in provincia pronti, sull’onda del mito, ad affrontare ogni peripezia per realizzare il sogno di diventare artisti. Ed è proprio attraverso la descrizione delle aspettative, delle delusioni, degli sforzi e degli inganni subiti in incontri truffaldini che si articola il viaggio fra comici episodi della realtà provinciale e alienanti esperienze metropolitane. La storia vede lo spirito di un custode di un teatrino di provincia che, a mo’ di vecchio capocomico, torna in scena ogni notte, a mezzanotte, in compagnia dei suoi musicisti all’interno del teatro in cui vaga e su cui mosse i primi passi. Così fra racconto, musica e danza, si rivivono episodi della sua vita: i sogni, gli incontri, gli stages, le prove, la fuga, la scuola, il primo lavoro e l’amaro rientro al paesino, al quale, dopo aver provato tutte le strade possibili, è costretto a tornare. Ma come se non bastasse, il piccolo e romantico cinema in cui aveva cullato il sogno artistico, non è più quello di una volta. Così per amore dell’arte e della propria felicità, il giovane decide di entrare di nascosto nel teatro e pietra dopo pietra demolirlo.
Il lavoro quindi, utilizzando la figura di Modugno come simulacro, rende omaggio agli sforzi ed al coraggio dei lavoratori in genere e dello spettacolo in particolare, che, spinti da passione, costantemente si lanciano all’avventura in esperienze giudicate poco dignitose, solo perché meno visibili. Poesia e comicità sono gli ingredienti principali di questa ricetta che attraverso un uso sui generis della luce trasmette atmosfere emotive, suggestioni e ricordi indimenticabili cercando di risvegliare nel pubblico quel sogno di libertà di cui Modugno si fece portavoce e simbolo.
«Il desiderio di dedicare uno spettacolo a metà fra il teatro e la musica al grande Domenico Modugno – dicono Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari – nasce dal voler omaggiare un emblema del cinema, del teatro e della musica popolare italiana e, per ribadire a noi stessi e a chiunque voglia farlo assistendovi, chi siamo, da dove veniamo, dove siamo diretti. Oltre a cantante, attore, cantautore, dalla travolgente forza interpretativa, mister Volare è stato uomo semplice e forte, umile e rivoluzionario, un esempio da seguire fermamente ancorato alla sua origine, alle sue radici meridionali mai rinnegate, anche se spesso confuse e tenute a distanza. Nella sua opera Modugno ha sempre ricordato la sua gente, quelle persone figlie dell’amara e dura terra del sudore, dai volti scuri e dalle mani incallite, quelle stesse mani che pizzicando le corde di una chitarra si sono pian piano levigate, senza mai dimenticare le passate fatiche quotidiane».
Sala Laudamo
19 e 20 aprile, ore 21.00; 21 aprile, ore 17,30
Prezzi: posto unico 10 euro, ridotto 6 euro