Il censimento degli immobili comunali da completare, le ventimila case vuote, la sofferenza di mille nuclei familiari: tanti i nodi critici in città
MESSINA – Si preannuncia un autunno caldo sul fronte delle case. A lanciare l’allarme, riguardo all’aumento degli affitti, è stato l’Udu, Unione degli universitari di Messina. E il problema investe una serie di nodi critici che stiamo affrontando da mesi come testata. Nel frattempo, il Sunia (Sindacato Unitario nazionale inquilini e assegnatari) denuncia, con la segretaria regionale Giusi Milazzo, che “il disagio abitativo in Sicilia è di estrema gravità ed è sottovalutato. È un problema sociale che coinvolge almeno 40mila famiglie”.
Citando Open data, per il 2021, il sindacato evidenzia che i Comuni siciliani spendono in media lo 0,04 per abitante, “un dato decisamente inferiore alla spesa nazionale, che è già decisamente bassa, pari a 1,28 euro pro capite. La Sicilia complessivamente è la regione dove si spende meno in tema di diritto all’abitare. Catania ha una spesa per abitante di 0,84 euro, Messina di 0,74, Siracusa di 0,34, Ragusa di 0,01 e Caltanissetta di 0,48”.
Nell’ordine sul fronte messinese: mentre 60 famiglie a Zafferia, nel complesso “Eucalipso” di proprietà dell’Iacp, chiedono una nuova sistemazione, siamo in attesa del censimento degli immobili comunali, che procede a rilento perché alcuni inquilini non collaborano. Il presidente di Patrimonio Messina Spa, Maurizio Cacace, ha dichiarato a Tempostretto nel mese di giugno: “Si tratta di 1324 alloggi divisi in 15 lotti. Abbiamo assegnato l’incarico a 15 tecnici – uno per ogni lotto – per la predisposizione di schede inventariali aggiornate su ogni immobile. Allo stato attuale hanno consegnato in quattro ma la documentazione non è completa, posto che per un terzo degli immobili non si è potuto eseguire il sopralluogo“.
La necessità di rilanciare l’edilizia residenziale pubblica
A sua volta, il Sindacato unitario nazionale inquilini assegnatari di Messina ha parlato di “ventimila case vuote in città, mentre migliaia di famiglie sono in cerca di abitazione”. Un’analisi condivisa da Ivan Calì, dell’Unione inquilini, come riportato dal nostro giornale nel mese di aprile: “Dal nostro osservatorio individuiamo la sofferenza abitativa di mille nuclei familiari e con almeno ventimila alloggi sfitti, che potrebbero essere comprati dal Comune e dati a canone sociale, magari dialogando con Iacp e commissario straordinario per il risanamento. Riteniamo che i protocolli d’intesa potrebbero risolvere il problema. Finita l’erogazione di fondi per morosità incolpevole e dei fondi affitti, che hanno aiutato tante famiglie in momenti di crisi economica, la situazione sociale è esplosiva e va affrontata con efficacia”.
Tutti interrogativi che, da troppo tempo, attendono risposte. L’Erp, l’Edilizia residenziale pubblica, va rilanciata. Così abbiamo scritto nel luglio 2023: “Coloro che occupano le case a canoni agevolati, senza averne i requisiti, sottraggono le abitazioni a chi ne ha diritto. Allo stesso modo, quelli che si rifiutano di pagare per motivi non legati all’indigenza creano un danno alla collettività. Non è più tollerabile che, mentre le politiche sociali fanno fatica a rispondere a tutte le esigenze, viga la legge della prepotenza. Legalità e giustizia sociale devono camminare insieme per una nuova stagione di diritti e doveri”.
Una situazione che investe Arisme, Agenzia comunale per il risanamento, che ha comunicato l’avvio dell’azione coatta di recupero crediti degli assegnatari degli alloggi, in collaborazione con la polizia municipale. A non pagare è il 30 per cento. Su circa 900 alloggi, 270 condomini, circa il 30 per cento, non versano le somme dovute. I canoni di locazione variano in base al reddito, da 50 euro a circa 230.
Per quanto riguarda le case Iacp di Messina e provincia, di recente abbiamo intervistato la direttrice generale dell’Istituto autonomo case popolari, Maria Grazia Giacobbe, assieme al commissario Giovanni Rovito: “Su seimila alloggi e tremila e cinquecento in città, la morosità s’aggira sul 30-35 per cento e a pesare sono quelli a uso commerciale. In generale, ci sono persone che non mandano comunicazioni sui redditi dal 2002, dal 2010, dal 2013… Abbiamo inviato i moduli per ripristinare in modo graduale la legalità. Altrimenti, per chi continua a non farsi trovare, stiamo procedendo con i pignoramenti”.
Per una nuova stagione dei diritti e dei doveri a Messina
Lo ribadiamo, una nuova stagione di diritti e doveri passa da una rinnovata consapevolezza su alcuni principi cardine: eguaglianza, giustizia sociale, pari opportunità, senza concessioni ad arbitri e prepotenze.
La foto in evidenza è tratta dalla pagina Facebook dell’Unione inquilini forum nazionale.
che problema col PONTE risolveremo anche questo vero Schifani, Salvini e i vostri ,,,,,,,,(censura) ………..