Lavinia Marano, parola ai periti: "Poteva essere salvata"

Lavinia Marano, parola ai periti: “Poteva essere salvata”

Alessandra Serio

Lavinia Marano, parola ai periti: “Poteva essere salvata”

venerdì 09 Febbraio 2024 - 08:00

Il dossier lascia l'amaro in bocca al Comitato nato per chiedere giustizia. Si torna in aula a marzo

MESSINA – Slitta a metà del prossimo mese l’udienza per la morte di Lavinia Marano, la cantante deceduta poco dopo aver dato alla luce il primo figlio nel 2016. Intanto però i periti incaricati dalla Corte d’Appello di rivedere la consulenza medico legale su caso hanno depositato il proprio dossier, che è agli atti. Il professor Franco Carboni e Stefano De Pasquale Ceratti saranno ora in aula il prossimo 14 marzo per ricapitolare la consulenza rispondendo alle domande delle parti.

Nel dossier i periti confermano la morte per shock ipovolemico, come sostengono le parti civili da anni, riconoscono il nesso causale tra operato dei medici e la morte di Lavinia: “Dunque, appaiono censurabili, per imprudenza, le condotte sopra esposte, poste in essere dal Prof Triolo e dai Dottori Denaro, Palmara e Granese e tali condotte devono essere poste in nesso di causalità con il decesso della Signora Lavinia Marano.“ Ecco la sentenza di primo grado.

I professori affermano che se si fosse operato correttamente Lavinia si sarebbe salvata: “Ciò avrebbe dovuto condurre, con la massima solerzia, ad un intervento di legature arteriose o di isterectomia in tempo utile, prima che la situazione divenisse incontrovertibile. Ciò avrebbe determinato, con ottime possibilità, il salvataggio della vita della Signora Lavinia Marano.”

I periti denunciano fatti estremamente gravi, non ultimo l’aver abbandonato Lavinia in una situazione di gravità estrema, consapevoli dell’emorragia in corso e senza prima aver verificato la risoluzione della stessa. I consulenti concludono: “…non è possibile ravvedere, nell’operato degli imputati sopra menzionati, elementi di colpa grave.”

Una conclusione che lascia l’amaro in bocca al Comitato Lavinia Marano: “La nostra attenzione non può che andare allo scudo penale per i reati riconducibili alla colpa lieve, appena introdotto e che sarà valido fino al dicembre del 2024. Innumerevoli rinvii per arrivare a febbraio 2024 con una perizia che nonostante i contenuti inequivocabili che confermano la colpa grave se non il dolo, ma si conclude con una ‘sentenza’ di colpa lieve proprio in coincidenza dell’approvazione dello scudo penale. Una giovane madre è morta a causa dell’operato scellerato di sanitari che hanno avuto dieci ore per applicare dei presidi che le avrebbero salvato la vita ma che non lo hanno fatto, essendo pienamente consapevoli del loro operato; queste persone devono prendersi le proprie resposabilità e accettarne le conseguenze; nonostante l’inspiegabile conclusione della perizia di Appello, la giustizia e chi la amministra non può sbagliarsi, in questi casi la giurisprudenza individua la colpa grave senza alcun dubbio”.

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