Il sindacato fa appello al governo regionale per arrivare alla stabilizzazione nel 2020 dei lavoratori Asu. E spiega quali potrebbero essere le strategie
Basta con il lavoro nero e il precariato nella Pubblica Amministrazione. I 5.200 ASU siciliani pretendono gli stessi diritti degli altri lavoratori. Sono impegnati negli Enti Locali, nelle scuole, nella sanità e nelle parrocchie in Attività Socialmente Utili.
E’ stato questo il tema dell’assemblea convocata dal sindacato autonomo CSA a Messina a Palazzo dei Leoni. Un incontro servito per mettere a punto le strategie per ottenere entro il 2020 la stabilizzazione fino al 2038.
“Da parte del nostro sindacato c’è la volontà di portare avanti le istanze e le proposte da questi lavoratori -dichiara Gianluca Cannella, del Dipartimento regionale ASU-CSA. Facciamo appello al Governo e all’Ars per arrivare nel 2020 alla stabilizzazione degli ASU. In che modo? Attraverso la strutturalità del finanziamento europeo fino al 2038, l’implemento delle misure di fuoriuscita e la proroga della stessa tipologia lavoratori. Molti enti locali stanno assumendo e dall’Assemblea Regionale è necessario, opportuno e indispensabile portare a compimento un disegno di legge che è ancora in discussione ed è fermo in V Commissione e che assicura un finanziamento di 38 milioni di euro che consente di strutturare gli ASU come dipendenti a tempo determinato degli Enti Locali”.
Grazie a questi 38 milioni di euro, tutti i Comuni siciliani potrebbero stabilizzare il personale precario che da oltre 20 anni cura mansioni indispensabili per la collettività. “Una stabilizzazione -precisa ancora Cannella- a costo quasi zero in quanto finanziato dalla Regione, tranne che per gli oneri contributivi, ma che impegnerebbe ASU con un’esperienza lavorativa pregressa fondamentale”.
“Gli ASU sono venuti da molti Comuni per dire no al lavoro nero legalizzato nell’amministrazione pubblica -commenta Clara Crocè, del Dipartimento regionale ASU CSA. Siamo in prima linea per mettere fine alla piaga del precariato, che vede questi lavoratori coprire i vuoti in organico nella Pubblica Amministrazione ed essere pagati con appena 580 euro al mese. È veramente una vergogna e deve finire”.
Presente all’assemblea anche il parlamentare ASR Danilo Lo Giudice, con il quale è stato ipotizzato il percorso da attivare nella fase successiva all’uscita degli ASU dalle cooperative per pensare poi alla stabilizzazione. “Essere riusciti a far uscire dalle cooperative i lavoratori ASU è un primo passo importantissimo -ha sottolineato il deputato- perché abbiamo voluto lanciare il segnale che si vuole chiudere questa stagione del precariato in Sicilia. Adesso si aprirà la seconda fase, che è quella della stabilizzazione. E come sindaco di Santa Teresa Riva so benissimo che la procedura di stabilizzazione sarà molto complicata se non si avvia anche una fase di confronto con il Governo nazionale”.
Da anni la CISAL è in prima linea come confederazione contro il precariato. A rappresentarla durante l’assemblea di stamane con i lavoratori delle Attività Socialmente Utili c’erano il segretario generale della CISAL Pietro Fotia e il segretario generale della CSA Santino Paladino.