Lavori al torrente Bisconte, il giudice dice no alla pena concordata per Croce, è processo

Lavori al torrente Bisconte, il giudice dice no alla pena concordata per Croce, è processo

Alessandra Serio

Lavori al torrente Bisconte, il giudice dice no alla pena concordata per Croce, è processo

martedì 16 Luglio 2024 - 17:00

Sarà il dibattimento a vagliare le effettive responsabilità dell'ex commissario regionale al dissesto e gli altri imputati

Messina – La pena concordata tra accusa e difesa non è congrua, niente patteggiamento. La giudice Monia De Francesco non ha ratificato il patteggiamento a 3 anni e mezzo avanzata da Maurizio Croce, con l’ok della Procura, e per il manager pubblico ed ex consigliere comunale si profila adesso il processo.

Colpo di scena in udienza

Il colpo di scena all’udienza di stamattina, che ne ha “prodotta” un’altra, davanti alla giudice Simona Finocchiaro. Alla fine la decisione è stata questa: vanno tutti a processo, a partire dal prossimo 22 ottobre, gli imputati dell’inchiesta sui lavori al Torrente Bisconte e altri cantieri gestiti dall’ex commissario regionale al dissesto Maurizio Croce, ad eccezione di due persone per le quali invece il patteggiamento è stato ammesso. Croce, ex consigliere comunale a Messina sospeso dalla carica dopo lo scoppio del caso, è ancora ai domiciliari, non più a Palermo ma a Roma. Fino ad oggi non ha mai avanzato richiesta di liberazione ed è poco probabile che cambierà qualcosa, sotto questo profilo, fino all’entrata nel vivo del dibattimento di primo grado.

E’ in quella sede che il manager pubblico prestato alla politica dovrà difendersi dalle accuse mosse dalla Procura di Messina di aver affidato lavori in cambio di favori di vario genere, assistito dagli avvocati Bonaventura Candido e Fabrizio Biondo.

All’apertura dell’udienza preliminare il principale protagonista dei fatti contestati e altri tre imputati avevano chiesto di patteggiare ed oggi era il giorno previsto per la decisione. Ma la Gup De Francesco non ha ritenuto corretta la quantificazione della pena concordata tra la Procura e gli imputati, che a quel punto non hanno optato per altre strade processuali e hanno proseguito col rito ordinario. Stamane stesso il vaglio preliminare è stato rimesso nelle mani della giudice Finocchiaro, che ha disposto per tutti il rinvio a giudizio.

Il processo, tutti i nomi

La prima udienza è stata fissata alla stessa data del processo già stabilito per gli altri imputati che avevano già scelto, lo scorso 1 luglio, il rito ordinario ed erano stati rinviati a giudizio. Ecco quindi il quadro completo. A fine ottobre comincerà il dibattimento davanti al Tribunale collegiale per Croce, il collaboratore e amico Francesco Vazzana, gli imprenditori Rosario Arcovito, l’imprenditore Giuseppe Capizzi, “accusatore” di Croce, Giovanni Pino, Davide Tommaso Spitaleri; gli autotrasportatori Francesco Di Maio, Giuseppe Vaccarino e Francesco Mazzeo, il braccio destro di Croce, Francesco Vazzana e Giovanni “Enzo” Cucchiara, citato quale responsabile della sicurezza del Verdura Resort di Sciacca, infine Rossella Venuti, la segretaria di Croce alla struttura per dissesto, e l’ex dirigente del Comune di Messina Giovanni Cortese. Sì al patteggiamento per Emanuele Capizzi e Davide Tommaso Spitaleri, titolari di alcune delle imprese coinvolte nei lavori.

Coinvolte anche le società di Capizzi

Nel procedimento figurano come persone giuridiche la società di Capizzi, la Scs costruzioni edili e il Consorzio stabile progettisti e costruttori, entrambe riferibili ai Capizzi. Società stabile costruttori, sempre riferibile ai Capizzi. Per le due sigle, la Procura aveva chiesto al giudice per le indagini preliminari il commissariamento giudiziario, per consentire la prosecuzione dell’attività, ma il giudice ha rigettato la richiesta.

Corruzione, finanziamento illecito ai partiti, truffa e tentata truffa i reati contestati dai pubblici ministeri Liliana Todaro e Marco Accolla, titolari del caso insieme al collega Antonio Carchietti, oggi in servizio alla Procura di Palermo.

“Prendo atto della decisione del Guo che francamente mi desta qualche perplessità soprattutto per le motivazioni che la giustificano. Faremo ora le nostre conseguenti valutazioni confrontandoci con la procura che ha mantenuto fermo il suo consenso”, commenta l’avvocato Candido.

Nelle difese sono impegnati anche gli avvocati Francesco Rosso, Nunzio Rosso, Carmelo Peluso, Pietro Pollicino, Giuseppe Lo Presti, Corrado Rizzo, Giuseppe Piazza.

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