Il progetto di restauro di Fiumara d’Arte investe otto delle nove sculture. Non verrà restaurata la camera ipogea di Hidetoshi Nagasawa che Antonio Presti, redigendo il suo testamento, ha voluto chiudere per cento anni per poterla consegnare, integra, alle generazioni future. Ad aggiudicarsi i lavori è stata la RE.CO.GE s.r.l. di Paternò (CT) con un ribasso del 33,4675 %
Il più grande restauro di una galleria d’arte en plein air. Per salvarla dal degrado e dalla dimenticanza, dalle imposizioni e dall’immobilismo. La Fiumara d’Arte nata nell’86 lungo gli argini del fiume Tusa, nel Messinese, dall’intuizione del mecenate Antonio Presti, era da anni in uno stato di abbandono; sette delle otto istallazioni firmate da alcuni tra i più grandi artisti del Novecento, giacevano rovinate, consunte dal sole; la maggior parte in cemento armato, ormai corrotto dal suo interno. La Finestra sul Mare di Tano Festa – l’opera più nota e visibile, ma soltanto terza per anzianità dopo La materia poteva non esserci di Pietro Consagra e Una curva gettata alle spalle del tempo di Paolo Schiavocampo – era tra le più rovinate e da questa è partito il più grande restauro di un museo all’aria aperta, mai realizzato. Dopo una lunga storia paradossale di sequestri e procedimenti giudiziari durata 25 anni, soltanto nel 2006 una legge della Regione Siciliana ha riconosciuto quel Parco di Fiumara d’Arte che oggi sta rinascendo pian piano. Il progetto di restauro, finanziato con fondi europei, dovrà essere concluso in autunno, ma già da questi mesi sono più che visibili gli interventi che stanno riportando alla luce le sculture, consolidate, restaurate, ripristinate nelle parti mancanti.
“Fiumara d’Arte è un’opera viva non una mummia – dice Antonio Presti – E’ giusto rileggere ogni opera e documentarne soprattutto la contemporaneità. Il Parco di Fiumara d’arte. La semina spirituale della Bellezza vuole come raccolto sempre una nuova semina da consegnare alle generazioni future. Etica ed estetica in un legame indissolubile per una rinnovata Politica dell'essere, una politica sociale forte, fatta di impegno civile e resistenza rispetto a un sistema che sin dall'inizio ha ostacolato non solo la genesi, ma anche il suo divenire".
“Fiumara d'Arte e l’Atelier sul Mare costituiscono due espressioni di grande rilievo dell'arte moderna che assume configurazioni originali anche dal punto di visto della location. Un museo en plein air ed un albergo nel quale il soggiorno diventa un’esperienza artistica – interviene Antonio Purpura, assessore regionale ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana – Ad Antonio Presti, il territorio della Valle dell'Halaesa deve molto. Tutta la Sicilia, gli deve molto. Il riconoscimento di Fiumara d'Arte come luogo dell'identità e della memoria, decretato dall'assessorato regionale dei Beni Culturali e dell'identità siciliana, lo attestano in modo univoco. Ad Antonio Presti la Regione chiede di continuare la sua opera nella Valle e negli altri territori dell'Isola nei quali essa è già stata avviata o che la fertile creatività di Antonio ha già individuato”.
Il progetto di restauro di Fiumara d’Arte investe otto delle nove sculture, è un impegno enorme, ma sarà completato in autunno. I fondi assegnati al Consorzio Intercomunale Valle dell’Halaesa per il restauro e l’implementazione di Fiumara d’Arte – di cui fanno parte i Comuni di Castel di Lucio, Mistretta, Motta d’Affermo, Pettineo, Reitano, Santo Stefano di Camastra e Tusa – provengono da un PO FERS 2007-2013, Linea di intervento 3.1.3.2 per un importo di circa 1 milione e 650.000 euro che diventano 2 milioni e 300.000 con i costi di progettazione, consulenze artistiche, espropri, produzione pubblicazioni scientifiche, attività di divulgazione e promozione. Alla gara hanno partecipato 113 imprese. Ad aggiudicarsi i lavori è stata la RE.CO.GE s.r.l. di Paternò (CT) con un ribasso del 33,4675 %. Non verrà restaurata la camera ipogea di Hidetoshi Nagasawa che Antonio Presti, redigendo il suo testamento, ha voluto chiudere per cento anni per poterla consegnare, integra, alle generazioni future. “Una bellezza universale – spiega Presti – che non conosce spazio e tempo, manifestando in questa società contemporanea annichilita dal nulla, il grande valore della rinuncia”.