Dibattito questa mattina a palazzo dei Leoni per cercare di individuare soluzioni e proporre strategie di miglioramento
Mancanza di lavoro, scarse opportunità per i giovani, una città che appare sempre più morta. Di fronte ad una situazione ormai al limite del baratro è necessario fare qualcosa affinché le condizioni migliorino, soprattutto per chi verrà dopo. Questi alcuni degli argomenti affrontati nel corso del convegno svoltosi questa mattina presso il Salone degli Specchi della provincia regionale e promosso dalle associazioni Mondonuovo e Lab. Ad introdurre il dibattito Giovanni Frazzica, presidente di Mondonuovo, che ha evidenziato la necessità di fare il possibile affinché Messina riconquisti quel ruolo di centralità che da troppo tempo ha perso.
Relazione portante dell’incontro, quella del professor Maurizio Ballistreri. Quest’ultimo dopo aver analizzato i problemi legati alle difficoltà finanziarie ed economiche che stanno interessando l’Europa, si è soffermato a parlare del ruolo che i sindacati dovrebbero ricoprire in un eventuale processo di rinnovamento che dovrebbe aiutare a frenare il malcontento dilagante: “Le organizzazioni sindacali devono mettere da parte le divisioni che e cercare di remare tutte nella stessa direzione. Bisogna trovare una strategia unitaria che consenta di fare fronte comune”.
Un appello rivolto al segretario della Cisl, Tonino Genovese, in rappresentanza dei sindacati confederali. Quest’ultimo che si è detto rammaricato per la mancata partecipazione al dibattito di Mariano Massaro, invitato come “voce” delle sigle autonome ma assente per motivi personali, ha colto l’invito di Ballistreri, non mancando però di fare alcune precisazioni: “Le spaccatura tra Cgil e Cisl che si evidenziano a livello territoriale, sono il risultato di un diverso modo di gestire le questioni territoriali, partendo ad esempio dalla questione partecipate. Sarebbe anche interessante pensare alla possibilità di uno sciopero collettivo, ma il giorno che risposta avremmo?”. Un messaggio chiaro quello di Genovese, che pur “aprendosi” al dialogo e dicendosi disponibile al confronto più che allo scontro, sembra intravedere pochi margini di collaborazione, almeno per il momento.