La crisi colpisce tutti, anche i professionisti. Stufi di “inseguire” i clienti per richiedere i pagamenti dovuti, gli architetti di Messina stipulano una convenzione con tre avvocati esperti nel recupero crediti.
Se in passato svolgere una professione specializzata era una garanzia di benessere, oggi i professionisti sono obbligati a fare i conti con una crisi che non ha intenzione di mollare la presa. In particolare, è motivo di grande preoccupazione la condizione in cui versano gli architetti i cui redditi annui continuano a scendere, spinti giù da un’offerta di lavoro in aumento e dalla contestuale contrazione della domanda. Sulla base dei i dati del rapporto Cresme 2015 iI rapporto professionisti/popolazione è arrivato a 2,5 architetti ogni mille abitanti (era 1,6 nel 2000).
Ultimamente, secondo l’Ordine degli Architetti di Messina, il numero di architetti con reddito inferiore a 9.000 euro è passato dal 31,8% al 34%. Questo peggioramento incide drasticamente soprattutto sui giovani professionisti, anche in consoderazione delle spese generali legate all’esercio dell’attività.
Per facilitare il compito degli architetti messinesi che, oltre a battersi quotidianamente col lavoro che non c’è, si trovano costretti ad “inseguire” i clienti e quasi ad “elemosinare” costantemente quanto loro spettante, l’Ordine degli Architetti ha siglato una convenzione con tre avvocati esperti nel recupero crediti che si impegnano ad agire congiuntamente al fine di garantire le migliori competenze professionali ed a richiedere il pagamento del compenso solo alla fine delle prestazioni e solo al buon esito raggiunto.
A ciò si aggiunga che i tre avvocati, anche se lavoreranno insieme nell’interesse dell’architetto, si impegnano a calcolare il compenso come svolto da un singolo professionista.
Il Consiglio dell’Ordine degli Architetti di Messina, per sostenere ulteriormente i propri iscritti, ha anche deliberato che coloro che dimostrino, con adeguata documentazione, di non poter sostenere i costi dei giudizio, potranno usufruire di un fondo per quelle spese vive, diverse dal compenso professionale dell’avvocato, come contributi, le marche e le spese postali.
Gabriele Quattrocchi