La Regione ha accolto la richiesta della Fisascat
Attivazione di opportune verifiche ispettive su tutto il territorio siciliano per contrastare il crescente fenomeno del lavoro nero e sommerso nel comparto turistico. Così la Regione Sicilia ha risposto alla espressa richiesta di intervento presentata nelle scorse settimane dalla Fisascat Cisl Sicilia, in allarme dopo la presentazione degli ultimi dati Inps sull’occupazione e sul lavoro precario. «Con il mandato al dipartimento competente ad attivare le verifiche ispettive la Regione Sicilia ha accolto la nostra richiesta finalizzata a fronteggiare il lavoro irregolare purtroppo sempre più frequente nel Mezzogiorno» ha dichiarato il segretario generale della categoria regionale Mimmà Calabrò. «Un fenomeno che riguarda prevalentemente i 25mila lavoratori stagionali della nostra Regione» ha sottolineato il segretario generale aggiunto della Fisascat Cisl Sicilia Pancrazio Di Leo.
«A fronte di una battuta d’arresto del 30% per le assunzioni stabili il dato sull’utilizzo dei voucher ha addirittura superato il 52% e le assunzioni correlate alla garanzia giovani sono solo il 5% rispetto alla richiesta di attivazione» ha aggiunto il sindacalista sottolineando un altro aspetto legato al sostegno al reddito. «Non dimentichiamo che chi ha un lavoro irregolare non matura neanche i requisiti per l’accesso al sussidio di disoccupazione Naspi, quest’anno già drasticamente ridotto per durata e importo pur con il potenziamento assicurato dal decreto correttivo al Jobs Act varato nelle scorse settimane» ha stigmatizzato Pancrazio Di Leo.
«Auspichiamo anche su questo tema che il dibattito parlamentare apra ad una soluzione strutturale che riconosca nella stagionalità una peculiarità del lavoro nel comparto turistico» ha aggiunto. «Ma prima è necessario ricondurre nella stabilità occupazionale i rapporti di lavoro in questa Regione e soprattutto nell’area di Taormina – Giardini Naxos dove operano circa 10mila lavoratori stagionali, spesso costretti alla precarietà con tutte le conseguenze che ne derivano a cominciare dalla perdita del sussidio di disoccupazione» ha concluso il sindacalista.