Sussidio dall’Inps pari a 580 euro e attività per 20 ore settimanali. "Siamo pienamente convinti – affermano Sciotto e Panebianco – della necessità di sbloccare una situazione che si protrae da oltre due decenni"
«L’Ugl Messina denuncia l’anomala situazione dei lavoratori, soci di Cooperative, impegnati in Attività socialmente utili, ma utilizzati, di fatto, presso vari enti pubblici». Antonino Sciotto e Giovanni Panebianco, rispettivamente segretario generale e segretario provinciale Fna (Federazione nazionale autonomie) dell’Ugl Messina, riaccendono i riflettori su una questione che si trascina irrisolta ormai da troppo tempo.
«I lavoratori delle Cooperative, così come gli Asu gestiti direttamente dagli Enti, devono essere inseriti – affermano Sciotto e Panebianco – nei piani di stabilizzazione, in quanto inclusi nel fatidico albo regionale». Netta la denuncia dell’Ugl Messina nei confronti di un modus operandi che si protrae identico da circa un decennio, complici soprattutto i vari governi regionali che si sono susseguiti a Palazzo d’Orleans senza mai affrontare la questione con risolutezza ma affidando, piuttosto, la gestione diretta dei lavoratori alle varie amministrazioni locali. Centrale, sotto questo aspetto, la gestione del personale Asu, che nonostante dovrebbe essere di supporto ai dipendenti degli Enti, spesso gestisce i servizi da solo.
"Chiederemo che il Governo regionale modifichi la legge che impedisce stabilizzazione"
«Si rammenta – è il commento di Sciotto e Panebianco – che il personale Asu riceve un sussidio dall’Inps pari a 580 euro e presta attività per 20 ore settimanali. Su questa vicenda – sottolineano i due sindacalisti – non staremo a guardare, ma chiederemo a gran voce che il Governo regionale modifichi questa legge che impedisce ai lavoratori di essere stabilizzati». Condivisione è stata inoltre espressa nei confronti dell’iniziativa lanciata dall’on. Ella Bucalo della Commissione Lavoro della Camera dei deputati, che si è fatta promotrice della convocazione di un tavolo tecnico a Roma per programmare alcune iniziative da intraprendere per giungere ad una definitiva risoluzione della vertenza dei precari Asu: tema cruciale nel variegato mondo del precariato siciliano.
Una situazione che si protrae silente da oltre due decenni
«Siamo pienamente convinti – affermano Sciotto e Panebianco – della necessità di sbloccare una situazione che si protrae silente da oltre due decenni e che nega dignità lavorativa ai circa cinquemila Asu siciliani. Per questo riteniamo che lo svuotamento del bacino Asu attraverso l’aggiornamento della vigente normativa nazionale rappresenti una priorità non più rinviabile».
Fare chiarezza nella confusionaria e frastagliata normativa di riferimento, intraprendendo un percorso lineare che porti alla stabilizzazione dei lavoratori Asu, è il primo step che secondo i vertici provinciali dell’UGL andrebbe affrontato con serietà e determinazione, offrendo finalmente alla Regione Siciliana uno strumento giuridico che non si presti alle più svariate interpretazioni.
«Allo stesso modo – concludono Sciotto e Panebianco – siamo convinti della necessità di ripristinare le riserve in tutti i concorsi pubblici per gli Asu, individuando, al contempo, un percorso professionalizzante personalizzato che agevoli la compatibilità tra attività lavorativa e formativa».