L'opinione di un proprietario di un'imbarcazione: "Sì alle regole condivise ma no alla caccia alle streghe"
MESSINA – “Basta caccia alle streghe. Sulle barche cosiddette abusive bisogna calmare gli animi a Torre Faro. Lanciare operazioni denominate Tolleranza zero, nemmeno si trattasse di criminali, rischia di non risolvere e anzi peggiorare la situazione. Mentre c’era un dialogo in corso con il Comune, con il censimento delle barche, è scattata l’operazione di Guardia costiera, polizia municipale e poi Messina Servizi. Non me lo spiego. Qualcosa non ha funzionato. Io chiedo all’amministrazione d’accelerare nell’individuare le aree di ricovero. E ricordo che Torre Faro ha una vocazione antichissima da borgo marinaro che non va perduta”. A parlare è il proprietario di una barca, Daniele Giacoppo.
Pescatori e diportisti sono sul piede di guerra. E, per Giacoppo, “il Comune è inadempiente. Molte barche sono in zone dove vige il divieto di balneazione. C’è chi pesca in modo ricreativo e chi per ottenere qualche soldo e sbarcare il lunario. E c’è chi ha comprato la barca per passione e oggi vorrebbe vivere nella sicurezza e legalità. Io dico a Guardia costiera e Comune: nel segno del dialogo, indicateci un sistema di regole, penso alla modalità d’ormeggio, al quale attenerci. La maggioranza dei pescatori e dei diportisti sono rispettosi dell’ambiente. I famosi corpi morti non inquinano e quando, a febbraio, la Guardia costiera ha liberato spiagge e fondali, ha sanato in molti casi vecchie situazioni. Oggi c’è ben altra sensibilità in termini ambientali”.
“Si devono creare le condizioni per la collocazione e gestione delle barche”
Insiste il cittadino: “In alcune situazioni la pesca funge da ammortizzatore sociale. Ed è molto meglio andare a pescare, piuttosto che mettersi a rubare. Sono gli stessi pescatori della zona a segnalare i pescherecci che violano le regole. Vorrei pure ricordare che un tempo c’era la tassa di stazionamento, poi abolita. Lo ribadisco: le istituzioni devono trovare una soluzione e ripristinare l’armonia. Basta tensioni”.
A sua volta, una lettrice, nei commenti, mette in evidenza: “Prima si creano le condizioni per la collocazione e gestione delle barche e poi si procede alla verbalizzazione e al sequestro delle unità. È come se la strada pubblica diventa privata e il proprietario non vuole che nessuna automobile ci passi o venga parcheggiata. Nel frattempo, ci troviamo di fronte a scenari assurdi, come l’enorme voragine creata davanti alla chiesa, in pieno luglio, a Torre Faro. O la strada pedonale, simile a montagne russe, dove si rischia di inciampare ogni giorno. O i pass per i residenti. Per quasi 365 giorni, le famiglie vivono con due macchine per necessità. Ma in estate o chiamiamo il taxi o facciamo licenziare il coniuge dal lavoro. Intervenite pure su questo”.
MA TUTTO QUESTO CASINO PER L’ESTATE QUANDO LE SPIAGGE SOLO A LUGLIO E AGOSTO VENGONO INVASE DAI BAGNANTI. PER IL RESTO DELL’ANNO IN SPIAGGIA NON SI VEDE NESSUNO E SONO SOLO I PROPRIETARI DELLE BARCHE A FREQUENTARE E DARE VITA ALLA SPIAGGIA. LE IMBARCAZIONI SONO PRESENTI SULLA SPIAGGIA DA SECOLI E COME DETTO IN PRECEDENZA SI PAGAVA UNA TASSA POI ABOLITA, E ORA LE BARCHE IN SPIAGGIA SONO ABUSIVE? . E’ COME SE UN GIORNO DICESSERO DI NON PAGARE IL BOLLO DELL’ AUTO E DOPO PROIBIRE IL PARCHEGGIO IN STRADA.
HO SESSANT’ANNI SONO CRESCIUTO IN SPIAGGIA TRA LE BARCHE , HO VISTO UN SACCO DI PERSONE NON RESIDENTI USUFRUIRE DELLE SPIAGGIE DOVE SONO PRESENTI LE IMBARCAZIONI ANDARE VIA E RITORNRE OGNI ANNO. OGGI LA COLPA DI QUESTA SITUAZIONE ASSURDA DI CHI E’? I RESIDENTI DEI BORGHI MARINARI SONO CITTADINI ITALIANI O SOLO ABITANTI DEL LUOGO? KM DI SPIAGGE E NON SI RIESCE A REGOLAMENTARE E RISOLVERE UNA SITUAZIONE DEL GENERE, NON CI RESTA CHE PIANGERE……..O RICONSEGNARE LE SCHEDE ELETTORALI VISTO CHE NON SONO IN GRADO DI RISOLVERE I PROBLEMI CHE LORO STESSI CREANO.
Ecco un’altro che chiede l’impunità. Messina città perduta.
Personalmente ho visitato il posto più volte ed ogni volta rimango affascinato dal vedere uno dei pochi borghi rimasti in italia nella sua bellezza marinara con le sue imbarcazioni lì presenti che rispecchiano le caratteristiche del posto
Finalmente un articolo a favore dei diportisti e possessori di barche. Una tradizione centenaria calpestata in pochissimo tempo senza alcun criterio. Se ci fosse stata un alternativa valida come un porticciolo o la sistemazione all interno del lago allora sarebbe stata accolta con positività da tutti, ma non fatta così con prepotenza a suon di verbali a gente del popolo che segue solo la sua vocazione per il mare e la pesca, è davvero vergognoso.. spero l amministrazione e la CP passi una mano nella coscienza e capisca veramente le esigenze della gente che ama il mare in ogni sua forma e soprattutto lo rispetta..
oltre a condividere l’opinione e lo stato d’animo del “proprietario di una imbarcazione” che spero valga anch’essa come segnalazione o quantomeno possa sortire gli stessi effetti, occorre evidenziare un altro aspetto della annosa questione: poichè sono state citate leggi, regolamenti e direttive, che per carità vanno sempre rispettate in un mondo civile, in riferimento al varo e alaggio delle barche, mi domando se le stesse regole valgono solo ed esclusivamente per Torre Faro anzi, per meglio dire, una ristretta zona di Faro (da zona Palazzo fino al Pilone) con tanto di verbali alla mano OPPURE valgono anche per i 55Km di litorale della città di Messina?? Forse l’acqua è salata solo a Torre Faro.
Finalmente “Tempo stretto” pubblica un articolo che rispecchia quello che sta realmente accadendo nella zona Nord di Messina. Quanto fatto emergere da Daniele Giacoppo rappresenta il pensiero di centinaia di diportisti che da generazioni amano e vivono il mare quotidianamente in ogni stagione dell’anno, in pratica dall’oggi al domani è stato vietato di andare per mare con la propria barca, Infatti senza una cima per assicurare la barca dalle onde e dalle correnti,senza l’uso di un verricello è praticamente impossibile tirare la barca sulla spiaggia. I villaggi della zona Nord sono i più pacifici e rispettosi delle leggi e di chi le rappresenta,tanto è che sono stati fatti dei tavoli tecnici col sindaco e col comandante della capitaneria per trovare una soluzione, per cui si spera almeno che non siano più criminalizzati i diportisti dei famosi borghi marinari di Messina.
Sono un abitante del villaggio di Torre Faro, amante del mare in tutte le sue sfaccettature, appassionato dell’arte millenaria della pesca e possessore di un’imbarcazione come la maggior parte dei miei compaesani e ci tengo a precisare che non mi sento un abusivo né soprattutto una persona che non ci tiene al rispetto delle regole, come fino ad ora si è voluto fare intendere!!! È facile puntare subito il dito contro una minoranza che vive in un paese come il nostro, abbandonato dalle istituzioni, che si ricordano di rispolverare “Capo Peloro” per i famosi 40 giorni caldi dell’estate, con manifestazioni eclatanti se pur importanti tipo l’impresa sul filo della Red bull e poi…a noi rimangono Inverni al buio, penuria di acqua comunale, strade fatiscenti e fognature spesso al collasso che si riversano lungo le spiaggie!!!! Cmq. Non volendo scendere nei particolari, voglio ricordare a tutti i messinesi che noi “faroti” fino a questo punto abbiamo dovuto sempre usare l’arte dell’arrangiarsi per poter dare una sistemazione alle mostre barchette per cercare di trovare un giusto equilibrio tra il “pescatore” ed il “bagnatNe” sottolineando che entrambi hanno diritto alla fruizione del litorale di Torre Faro. I nostri amministratori hanno il dovere di sistemare questo disagio che si perpetua ormai da troppo tempo e che più volte è stata chiesta una giusta regolamentazione con la concessione di aree per il ricovero di natanti che un paese come il nostro merita vista la sua storia!!!!
…….da ciò che ha scritto il Signor Felice Pisani si evince che la MAGGIORANZA di questi Signori possessori di barche PRETENDE di avere il PARCHEGGIO FISSO sulle spiagge,magari davanti casa,perché EREDITATO dagli ANTENATI che come loro NON hanno MAI pagato una lira,centesimo,al Demanio…….Signor Felice Pisani,CIVILTÀ significa CAPIRE che un VERBALE NON è una PREPOTENZA,coma da lei scritto,bensì una sanzione per una norma NON rispettata……..ciò si chiama CIVILTÀ
I proprietari di imbarcazioni censite chiedono il diritto che gli vengano assegnati dei posti barca pagando una tassa adeguata. Non la vogliono sotto casa ….. chiedono che ci siano zone per i bagnanti e zone per i natanti. Credo proprio che nella civiltà questo sia un diritto!!!!!
Gent.ma Antonella……le spiagge NON sono zone di PARCHEGGIO…..se compro un natante lo tengo in un locale privato,per poi vararlo in mare per l’uso oppure lo si ancora in acqua o ancor meglio lo si affida ad un cantiere navale privato………i bagnanti NON DIMORANO sulle spiagge ma ne usufruiscono per poi rientrare nelle loro abitazioni……..