Alcuni agenti avrebbero consentito al re dello spaccio di Valle degli Angeli di agire indisturbato.
Le coperture istituzionali, in particolare della Polizia, di cui godeva il boss spacciatore Francesco Arena di Valle degli Angeli. E’ un vaso di pandora quello scoperchiato dalla Procura di Messina, che indagando su altri fatti ha intercettato alcuni agenti troppo vicini al nome di spicco della zona sud. Il resto lo hanno fatto precise dichiarazioni.
Gli agenti avrebbero rivelato informazioni su indagini in corso ad un elemento di spicco della criminalità organizzata messinese, ed in particolare a quel Francesco Arena che insieme al padre Michele tira le fila dello spaccio della droga a Valle degli Angeli. Un quartiere-fortino le cui mura sono saltate a gennaio scorso con l’operazione della Squadra Mobile.
Oggi gli Arena sono a processo e la Procura sta spiegando ai giudici perché quel reticolo di vie del rione Provinciale ha aiutato la famiglia Arena a spacciare indisturbata. Adesso la Procura ha aggiunto un tassello, dopo aver scoperto che non era soltanto la conformazione dell’area a proteggere lo spaccio. Ma c’erano anche dei poliziotti “amici”.
Uno di loro è Giuseppe Bartuccio, che avrebbe rivelato ad Arena quali erano le indagini a suo carico, facendogli capire che vi erano all’orizzonte arresti imminenti. Informazioni in cambio di denaro, secondo gli investigatori. Da qui l’accusa di corruzione per l’agente, allora in servizio alla Squadra Mobile, e “scivolato” in intercettazioni telefoniche delle quali lui stesso sconosceva l’esistenza.
Non sarebbero le uniche “soffiate” di Bartuccio ai criminali. Avrebbe infatti rivelato ad alcuni pregiudicati dettagli sull’omicidio di Giuseppe de Francesco, il giovane freddato a Camaro il 9 aprile di tre anni fa. Ha poi anticipato alla moglie di un pregiudicato che avrebbero effettuato una perquisizione in casa, alla ricerca di droga pesante.
Indagati anche il poliziotto Domenico De Michele, allora in servizio a Messina Sud, il figlio Giovanni, anche lui agente, e Marco Rappazzo. Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari siglato dalla Procura ci sono anche due medici, che avrebbero certificato a Rappazzo una malattia inesistente che gli ha permesso di usufruire di 10 giorni di riposo. Sono indagati per falso ideologico.
Domenico De Michele, invece, avrebbe “coperto” Arena, chiudendo un occhio di troppo su alcune violazini dello spacciatore, mentre Giovanni De Michele è indagato per truffa per alcuni casi di assenteismo quano er in servizio al commissariato di Villa San Giovanni.
In merito al suo coinvolgimento dell’indagine, uno dei medici precisa:
“E’ la prima volta che ricevo un avviso di garanzia, non ho nulla a che fare con le persone con le quali sono indagato, né con i poliziotti tanto meno con i pregiudicati che vengono indicati in contatto con gli agenti. Non conosco il poliziotto al quale è stato rilasciato questo certificato, non figura nel mio registro pazienti, non l’ho mai visto. Sul certificato c’è esclusivamente il mio timbro, ma è vergato a mano dal mio collega Asciutto, firmato chiaramente col suo nome. C’è soltanto il mio timbro, usato evidentemente dal collega perché è il timbro che c’era nello studio“, spiega il sanitario.