"Cose che succedono la notte" non solo sottolinea quanto la verità sia rara, ma suggerisce che sia anche sopravvalutata
Con Cose che succedono la notte Peter Cameron torna a immergere i suoi protagonisti – e con essi i lettori – in un ambiente sconosciuto e straniante.
Se in Quella sera dorata e Andorra – di cui avevamo parlato qui -, però, le ambientazioni mischiavano luci e ombre, stavolta è diverso. Siamo nell’estremo Nord di un paese Nordico – presumibilmente la Finlandia -, dove il gelo e l’oscurità avvolgono ogni cosa. Tutto è innevato, e la neve, più che da simbolo del candore, funge da schermo che blocca anche la poca luce naturale che potrebbe schiarire le giornate.
Un uomo e una donna in viaggio
Una coppia senza nome – i protagonisti di Cose che succedono la notte resteranno solo l’uomo e la donna – raggiunge Borgarfjaroasysla al termine di un viaggio lungo e complicato, ma la fine del viaggio è solo l’inizio di altre difficoltà.
Nella piccola città non c’è praticamente nulla, a parte un orfanotrofio e un guaritore. Nonostante la donna stia per morire a causa di un male incurabile, i due sono a Borgarfjaroasysla per il primo, anche perché del guaritore ignorano l’esistenza.
Lo scopo del loro viaggio è adottare un bambino che renderà la donna madre per il tempo che le resta, e impedirà all’uomo di rimanere solo.
Incontri inattesi
Non potranno però, nonostante l’iniziale ritrosia, fare a meno di incontrare il guaritore, fratello Simon, a causa dell’intervento di Livia Pinheiro-Rima, una anziana donna, misteriosa nell’aspetto e nei modi, che conoscono in albergo.
Livia, l’uomo d’affari che vive a sua volta in hotel, Làrus il barista, addirittura i personaggi che compaiono per poche righe come alcuni tassisti, sono tutti di difficile comprensione, anche quando si riesce a superare la barriera linguistica.
Perché Cose che succedono la notte non solo sottolinea quanto la verità sia rara, ma suggerisce che sia anche sopravvalutata.
Scusami, vorrei darti ciò di cui hai bisogno, ma mi sembra sbagliato fingere. Per te sarebbe meglio?
Ma certo, rispose la donna. La tua sincerità non mi è di alcun aiuto. Mi fa male.
La coltre di misteri e bugie porta i protagonisti – di cui comunque Cameron ci svela il passato attraverso un rilascio delle informazioni molto lento e graduale – a mettere in discussione le proprie convinzioni.
Naturalmente non c’è un punto certo di arrivo in Cose che succedono la notte. Livia, l’uomo d’affari e gli altri non sono cospiratori che mentono per raggiungere un obbiettivo. Il lettore arriverà anche a domandarsi se stiano davvero mentendo, proprio perché la verità, appunto, non è mai una sola, ma ciò che ognuno percepisce e crede.
Che bella sensazione, disse la donna, grazie.
Non c’è di che. E poco dopo aggiunse: Ti senti persa, vero?
Sì.
Ricorda, tutti ci sentiamo così. Viviamo in un’epoca buia, nessuno riesce a trovare la propria strada. Procediamo a tentoni, come i ciechi. Somigliano a quegli animaletti sotterranei che scavano la terra fredda e umida nella speranza di trovare una radice commestibile. Noi non siamo migliori.
È davvero così tragica?
Sì, è così tragica. Ma ci sono cose peggiori dell’essere ciechi e del procedere a tentoni nel buio, cose molto peggio.
Ad esempio?
Essere morti, disse Livia Pinheiro-Rima.