Sia le regionali sia le politiche segnate dal dibattito sul Ponte: perenne incompiuta o c'è qualcosa di nuovo?
MESSINA – Araba fenice. Miraggio. Eterna incompiuta o reale progetto per invertire la rotta e cambiare il corso politico degli eventi? Senza soffermarsi sugli aspetti tecnici del Ponte sullo Stretto, che saranno approfonditi in altri articoli, va evidenziato che il progetto continua a scaldare le elezioni politiche e regionali. In ambito centrodestra, le dichiarazioni a favore del Ponte sono quasi quotidiane.
Non a caso ha affermato a Messina il candidato alla presidenza della Regione siciliana Renato Schifani: “Il Ponte sullo Stretto si farà. Il progetto è ripartito e il nostro impegno sarà massimo. Si tratta di una realtà per la quale ci siamo sempre battuti. Il centrodestra ha sempre voluto il Ponte, al contrario del centrosinistra”.
Chi ha incalzato, come parlamentare, il governo Draghi, in merito allo studio di fattibilità assegnato alla Rete ferroviaria italiana, è la parlamentare di Forza Italia Matilde Siracusano, candidata alla Camera dei deputati nel collegio di Messina. Anche il leader leghista Matteo Salvini ha puntato sul tema del Ponte: “Entro quando lo realizzeremo? Sono calcolati quattro anni di tempo. Il costo è tra i sette e gli otto miliardi, interamente finanziati dai privati e ripagato dai pedaggi”.
Il centrodestra compatto sul Ponte, più divisioni in ambito progressista
Al contrario in ambito progressista sono maggiori i distinguo e le divisioni tra favorevoli e contrari, ad esempio all’interno del Partito democratico. Nettamente contraria Unione popolare: ““Da sempre proponiamo, in alternativa, da realizzare con i miliardi di euro che verrebbero spesi per costruire il Ponte: un sistema efficiente ed economico di trasporti pubblici nello Stretto. La messa in sicurezza delle nostre case, delle nostre scuole e dei nostri territori dal dissesto idrogeologico e dal pericolo sismico. Le piccole opere diffuse e le infrastrutture utili, necessarie, e che portano davvero occupazione a chi vive in Sicilia e Calabria. La bonifica dei nostri territori e dei nostri mari inquinati”.
Nel 2021 i deputati siciliani e calabresi del Pd si sono espressi a favore del Ponte ma le fibrillazioni non mancano e gli alleati di Cento passi per la Sicilia, con Claudio Fava, hanno più volte espresso la loro contrarietà. Per la candidata alla presidenza Caterina Chinnici nessuna opposizione ma prima vengono le realizzazioni di strade e ferrovie, in attesa che si pronunci la commissione ministeriale incaricata. Anche per Nuccio Di Paola (M5S) ci sono intanto altre priorità, dalle strade alle ferrovie.
Quanto ai candidati alla presidenza della Regione Cateno De Luca (“Sud chiama Nord”) ed Eliana Esposito (“Siciliani Liberi”): il primo è favorevole, “senza se e senza ma”, e la seconda contraria, pensando ai “costi esorbitanti” e ad altre necessità in termini d’infrastrutture per chi vive nell’Isola. E il dibattito continua.
Che pochezza di argomenti, che paraocchi! Mentre in tutto il mondo si progetta il futuro (o almeno si tenta), parlando di rinnovabili, viabilità alternativa, un nuovo modo di concepire le opere pubbliche al servizio dell’ambiente, da noi si parla ancora di questo ecomostro di cemento mangia soldi, per collegare (cit) Roma con Palermo… ma l’hanno mai percorsa la A20 ultimamente? O peggio il binario unico delle FS?
Loro fanno quel che più sanno fare, blaterare e illudere, ma peggio sono coloro che li seguono senza un minimo spirito critico, totalmente disancorati dalla -pessima- realtà dell’isola e di Messina in particolare.
Che pena…