Le foto di Federica Cocciro e "quell'infanzia a Messina"

Le foto di Federica Cocciro e “quell’infanzia a Messina”

Marco Olivieri

Le foto di Federica Cocciro e “quell’infanzia a Messina”

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martedì 07 Gennaio 2025 - 07:00

Fotografa milanese, è autrice di reportage dal forte impatto sociale. Alla città dello Stretto sta dedicando da anni un progetto

di Marco Olivieri

Le radici tra Milano e Messina hanno alimentato la sua creatività. Federica Cocciro, classe 1989, è una fotografa che spazia dai reportage a lavori commerciali per aziende, istituzioni e testate nazionali e internazionali. Dal 2018 collabora con Leica e coltiva, come “stanza” personale e creativa, la realizzazione di inchieste dai risvolti sociali che interrogano il presente attraverso la forza delle immagini. In particolare “Il lungo addio”, dedicato all’eutanasia e al fine vita, pubblicato sul magazine “7” del “Corriere della Sera” e poi diventato anche un libro. E soprattutto “Wild-strawberries”, alla lettera Fragole di bosco. Un lavoro dedicato alla città dello Stretto, dove la fotografa, nata a Milano ma con la famiglia in parte del Sud, il padre è messinese, ha trascorso tutta la sua infanzia.

Messina sud, in questo progetto artistico nato nel 2020 e ancora in costruzione, diventa così il suo “Posto delle fragole”, per citare un film di Ingmar Bergman. Un titolo che rimanda alla primavera della vita, alle radici, all’estate. Un viaggio visivo, e a tratti visionario, negli spazi e nei volti dell’infanzia e adolescenza in Sicilia. E in tutto ciò che ha nutrito la fantasia della sua autrice.

“Le mie estati messinesi circondata da un amore totalizzante”

“Ricordo le mie estati messinesi circondata da un amore totalizzante”, racconta la fotografa con nostalgia. “Ogni estate i miei genitori mi accompagnavano in aeroporto e da sola, non appena terminava la scuola, scendevo a Catania, dove ad accogliermi c’era mio nonno. Iniziavano le mie esperienze, davvero uniche, a Messina. Giravo a piedi scalzi per la campagna siciliana, in mezzo agli animali e alla natura. Sono cresciuta così, in un mondo a tratti magico. Ricordo quella che è stata la casa della mia famiglia, per tantissimi anni, e le due persone anziane che mi hanno cresciuta: i miei nonni”.

I suoi occhi si illuminano nel rivedere lei, bambina, catapultata in un contesto così diverso dalla terra lombarda. Un legame che non si è mai interrotto. “Ero circondata da un amore totalizzante, in un ambiente costellato da personaggi unici che hanno contribuito a rendermi la persona che sono oggi. Lì, immersa nella campagna messinese, ho vissuto i momenti più belli della mia vita. Così mi sento quasi in dovere di rendere omaggio a quel tempo e soprattutto a quelle persone che, nella loro semplicità, mi hanno dato tantissimo”.

“Un progetto per ricostruire un tempo che non esiste più”

Federica Cocciro spiega con queste parole il progetto: “La Sicilia è una terra complicata, che ti toglie tanto ma che sa anche regalarti cose impossibili da trovare altrove. E Messina è una città bella e sottovalutata. La difficoltà sta nel ricostruire un tempo che non esiste più (gli anni Novanta, n.d.r.), in uno spazio che negli ultimi vent’anni è cambiato tantissimo. La mia è una ricerca di frammenti e ricordi, basandomi su quello che riesco a trovare nel presente. Facendo queste foto, mi sono domandata quanto di quello che ricordo sia vero. E questo si coglie nelle immagini. Ci sono momenti un po’ magici, come la scala sospesa nel vuoto. Si tratta della foto d’apertura, attraverso la quale si entra in questo mondo. E intende trasmettere l’idea che non tutto quello che ho fotografato è successo veramente. E c’è molto dell’immaginazione di una bambina”.

Un occhio cinematografico e pittorico

Il risultato è un susseguirsi di giochi di luce, ombre e squarci, dettagli e segreti, esaltati in una chiave suggestiva. “Vivo la mia vita nella nostalgia costante di un tempo che non ritornerà mai più. E penso che si noti in tutte le fotografie che faccio. Una nostalgia che mi porto sempre addosso, come una sorta di tristezza con gioia. Da una parte è una cosa molto bella; dall’altra, a volte, è insopportabile. Con questo lavoro, vorrei tirare fuori questo sentimento e quasi guardarlo in faccia”.

Da lontano e da vicino, quello di Federica Cocciro è un occhio cinematografico e pittorico. Vengono in mente i fiamminghi, ma non solo. Nel suo tocco si intuiscono molteplici tracce, da Caravaggio a Storaro, per rimanere nel campo del cinema e della pittura. In bianco e nero e a colori, si pensi anche agli scatti per la stagione del Teatro Regio a Torino, si colgono i segni di una ricerca continua. E, alla cultura e alla formazione, si aggiunge un tratto personale che arricchisce il suo mondo creativo. Una nota intima. Una sua sensibilità, forgiata nelle lunghe estati messinesi, che aggiunge spessore alla forma visiva.

“La mia vita è a Milano ma tornare a Messina mi trasmette tanta energia”

Mentre persiste nell’inseguire le sue “fragole selvagge che crescono in una terra atroce e bellissima”, la “sua” Messina sud e la “sua” Sicilia, la fotografa tiene insieme molteplici suggestioni. Vari pezzi che animano ogni tassello professionale. E che trovano un filo comune nella cura del dettaglio e in uno sguardo che non smette d’interrogare l’immagine.

“La mia vita è a Milano ma ritornare nella terra di mio padre, giocare anche con il dialetto messinese, mi trasmette energia. Anche se la casa dei nonni è stata venduta, torno tutte le estati a Messina con la mia famiglia. I lunghi viaggi in auto con i miei genitori, per attraversare lo Stretto, sono per me sempre un momento potente. E sono sicura che tutto questo incida sul mio lavoro”, conclude con passione.

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