Le storiche ondate di freddo del '900, quando in riva allo Stretto si registrò l'ultima gelata

Le storiche ondate di freddo del ‘900, quando in riva allo Stretto si registrò l’ultima gelata

Daniele Ingemi

Le storiche ondate di freddo del ‘900, quando in riva allo Stretto si registrò l’ultima gelata

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giovedì 26 Dicembre 2024 - 18:39

La neve a Messina e quegli inverni lontani nel tempo in cui faceva davvero freddo

Durante il Novecento, la città di Messina è stata interessata da diverse ondate di freddo eccezionali, capaci di spingere la colonnina di mercurio sotto la soglia degli zero gradi a livello del mare. Nel gennaio del 1905 le ondate di freddo investirono nuovamente tutta la Sicilia. Nevicò con accumulo persino nella località di Cozzo Spadaro, nel profondo sud-est dell’Isola, ritenuto dalle statistiche climatologiche uno dei posti meno nevosi dell’Italia (assieme a Lampedusa e Linosa).

La neve copri anche Messina per diversi giorni, causando i soliti disagi, mentre in riva allo Stretto si misuravano minime fino a -0.5°C a livello del mare. Molto importante fu anche l’insolita nevicata che si è abbattè nel gennaio 1909 sopra le macerie della città. Città “dilaniata” dal catastrofico sisma del 28 dicembre 1908. La nevicata lasciò un sottile manto bianco sopra le rovine di una città completamente distrutta da una delle più gravi tragedie della sua storia più recente. Nonostante il gelo i superstiti messinesi videro in quell’insolita nevicata un segnale di rinascita della città.

L’invernata del 1929

Per vedere però delle nevicate di grande portata dobbiamo arrivare alle storiche “invernate” del gelidissimo febbraio 1929, passato agli onori delle cronache come uno degli inverni più rigidi dell’intero Novecento.

Cosi come molte aree dell’Europa e d’Italia, anche la città dello Stretto fu colpita da autentiche bufere che lasciarono notevoli accumuli fino alle spiagge. Nel febbraio del 1929 Messina fu interessata da una serie di intense nevicate che seppellirono tutti i sobborghi collinari della città e il centro, con depositi fino a 10 cm a livello del mare.

Se già in città il manto bianco superava i 5-10 cm, sui villaggi collinari gli accumuli arrivavano fino a 30 cm. E superavano abbondantemente il metro sui colli che sovrastano la città. Il manto nevoso era talmente spesso da favorire, persino nelle giornate più ventose, il fenomeno dello “scaccianeve basso”, ossia i turbini di neve che vengono sollevati dal vento. Ancora oggi alcuni anziani ricordano le grandi nevicate di quei giorni e i tantissimi danni economici che causarono al settore agricolo.

Nei villaggi notevoli furono le ripercussioni nei raccolti e nelle piantagioni di agrumi, che rappresentavano una delle principali fonti di sostentamento dell’economia locale. Il suolo innevato favorì anche temperature molto basse per molti giorni, tanto che nelle zone interne, come nei sobborghi e lungo i paesi collinari, il termometro scendeva abbondantemente sotto gli 0°C.

In città le temperature registrate dall’osservatorio meteorologico, posto in pieno centro, non scivolavano mai sotto i -0.1°C. La gran neve caduta sui Peloritani rimase per mesi, prima di essere fusa definitivamente dai primi tepori primaverili.

La storica ondata di gelo del marzo 1949, il record di freddo per Messina

Un’altra “invernata” particolarmente violenta fu quella che colpi la città nei primi giorni del marzo 1949, fra giorno 4 e giorno 6. In quei giorni Messina fu investita in pieno da una corrente di aria gelidissima che, dopo essersi umidificata per bene sopra le acque del basso Tirreno, ha scaraventato in riva allo Stretto forti rovesci nevosi. Rovesci che imbiancarono ogni angolo della città, dalla zona nord all’estremo sud, lasciando ben 6-10 cm fino alle spiagge.

La cosa alquanto insolita riguardò proprio gli accumuli che rimasero al suolo per almeno 3 giorni. Un fatto più unico che raro. Messina, come molti altri centri di Calabria e Sicilia (vedi Palermo), in quelle giornate si rese irriconoscibile, trasformandosi in una città norvegese. Durante la nevicata del 31 dicembre 2014, invece, la neve (molto bagnata) in città rimase per poche ore, fondendosi già verso le 12-13 del pomeriggio successivo. Nel ’49 Messina rimase bianca per 72 ore di fila. Oggi ciò causerebbe grandi disagi in una città non abituata alla neve.

I colli e tutti i principali villaggi collinari dei Peloritani furono letteralmente sommersi dalla neve. Oltre alle nevicate intermittenti, il forte vento settentrionale e le gelate aggravarono ancora di più la situazione. Proprio in quei giorni, il 5 marzo del 1949, quando l’intera città era ricoperta da un denso strato di neve fresca, si registrò la minima assoluta più bassa mai archiviata nel corso dell’ultimo secolo, con il termometro crollato a -0.2°C. Il 31 dicembre del 2014 la minima fu di +0,8°C. Quindi non possiamo neanche parlare di gelata.

Da quella data mai più a Messina sarà registrata una temperatura minima negativa inferiore a tale valore e si tratterà pure dell’ultima gelata a livello del mare registrata lungo la costa messinese. Sempre nel marzo del 1949 considerevoli le minime, entrambi di +0.2°C, segnate rispettivamente il 4 e il 6 di quel mese.

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