L'eccellente violinista Davide Alogna inaugura la stagione della Filarmonica Laudamo

L’eccellente violinista Davide Alogna inaugura la stagione della Filarmonica Laudamo

Giovanni Francio

L’eccellente violinista Davide Alogna inaugura la stagione della Filarmonica Laudamo

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martedì 22 Ottobre 2024 - 06:10

Con i musicisti della Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna, uno splendido inizio al Palacultura

MESSINA – Dopo l’inaugurazione di sabato da parte dell’Accademia Filarmonica, domenica scorsa, al Palacultura, ha iniziato la sua centoquattresima stagione concertistica la Filarmonica Laudamo, anche questo uno splendido inizio, grazie al bravissimo violinista Davide Alogna, che con gli ottimi musicisti della Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna, si è guadagnato le ovazioni del numeroso pubblico presente.

Il presidente dell’associazione, Domenico Dominici, ha ringraziato e salutato i presenti, auspicando che la musica possa essere un veicolo di pace. Dopo i saluti del direttore artistico Antonino Cicero, è iniziata la prima parte della serata, con il celebre Concerto per due violini in re minore BWV 1043 di Johann Sebastian Bach. Composto probabilmente negli anni giovanili durante la permanenza del musicista tedesco a Kothen, ma forse alcuni anni dopo a Lipsia, il Concerto, fra i più noti ed eseguiti di Bach, è interessante soprattutto per la partitura riservata ai due violini solisti, che nel primo movimento intessono uno stretto dialogo, con domanda e risposta, mentre l’orchestra funge solo da ripieno orchestrale. Nel secondo, splendido, movimento, i due violini si alternano ad eseguire un meraviglioso canto melodico, di una profondità tipica del grande musicista di Eisenach. Nel terzo movimento torna protagonista l’orchestra, chiamata ad eseguire i temi principali, in uno sviluppo straordinario e dal ritmo trascinante. Eccellente l’esecuzione del concerto di Bach, i professori dell’Orchestra bolognese hanno palesato un ottimo affiatamento, grazie al quale abbiamo ascoltato una pulizia del suono, resa grazie ad un perfetto unisono degli archi, davvero mirabile, oltre ad una interpretazione precisa ed energica. Straordinaria la performance di Davide Alogna, padrone indiscusso dello strumento, ma anche della sua spalla, Giacomo Scarpati, che ha formato con Alogna un duo di elevatissimo livello.

Davide Alogna è stato assoluto protagonista del secondo brano eseguito, il Concerto in do maggiore n. 1 Hob. VIIa per violino e archi di Joseph Haydn. Il compositore austriaco non recò particolari innovazioni in questo genere musicale, a differenza (oltre che, ovviamente, le sinfonie e i quartetti d’archi) per es. dei concerti per violoncello, ben più importanti. Il concerto in do maggiore si mantiene in una forma tradizionale e convenzionale tipica del tempo, ove al violino solista sono affidati i temi principali, mentre gli archi spesso, come in tutto il secondo movimento “Adagio”, hanno solo un ruolo di accompagnamento. Il concerto fu composto per il violinista Luigi Tomasini, virtuoso dello strumento, ed infatti proprio al violino sono affidati passaggi di notevole difficoltà tecnica, soprattutto nel terzo movimento “Finale. Presto”, eseguiti magistralmente e con assoluta disinvoltura da Alogna.

La seconda parte del concerto ha visto dapprima protagonisti i Musicisti della Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna, che hanno eseguito la Sonata n. 1 in sol maggiore per archi di Gioacchino Rossini, e la Serenata per archi di Alberto Nepomuceno.

La Sonata eseguita rappresenta la prima delle sei Sonate a quattro per archi composte da Rossini ad appena 12 anni. Tali sonate, leggere e amabili, mantengono ancora oggi una miracolosa freschezza, e trovano ancora posto di sovente nelle sale da concerto.

La Serenata di Nepomuceno, compositore brasiliano vissuto a cavallo fra l’Ottocento e il Novecento, ha un carattere lirico, ancora agganciata al romanticismo in Europa, ove il compositore visse e studiò la musica.

Infine, il rientro di Davide Alogna, per eseguire la “Fantasia sulla Traviata” op. 50 per violino e archi di Antonio Bazzini. Il compositore italiano, che era anche un virtuoso del violino, vissuto anch’egli a cavallo fra l’Ottocento e il Novecento, ha concepito questo brano come una libera elaborazione di alcuni dei temi più celebri dell’opera verdiana, prediligendo quelli più lirici e drammatici, come “Addio del passato” e “Amami Alfredo”. Tutti i temi sono “cantati” dal violino solista, mentre l’Orchestra ha una funzione prevalentemente di accompagnamento. Straordinario il lirismo profuso dal violino di Alogna, perfettamente a suo agio sia nell’affrontare la musica barocca che quella romantica. Ovazioni del pubblico per questo artista che non ha mancato di ringraziare e di elogiare la stagione della Filarmonica, della quale è stato già ospite.

Molto interessante anche il bis proposto: un brano da una Sonata per due violini di Jean-Marie LeClair, musicista del barocco francese, ove i due violini (di nuovo la bravissima spalla Giacomo Scarponi) dialogano in forma di domanda e risposta, una eccellente esecuzione, graditissima dal pubblico.

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